IGUANE DELLE GALAPAGOS Nidi in fondo al cratere Ci dev'essere un errore

IGUANE DELCE GALAPAGOS IGUANE DELCE GALAPAGOS Nidi in fondo al crater Ci dev'essere un err Lf ABBIAMO vista tante volte nei documentari, la tartaruga marina che va a deporre le uova in terraferma. Esce dal mare nottetempo e faticosamente s'inerpica su per la spiaggia facendo leva sulle pinne, che sono propulsori efficientissimi nel nuoto e diventano mezzi di locomozione terribilmente goffi e inefficienti sul terreno. Deve superare la battigia e raggiungere la sabbia asciutta. Finalmente localizza il posto adatto e incomincia a scavare e scavare, con le zampe posteriori. Fa una buca ben profonda e vi fa scivolare dentro il suo carico di uova, poi vi getta sopra, a colpi di pinne, la sabbia rimossa. La buca viene riempita e del nido non rimane traccia alcuna. A questo punto la tartaruga ripercorre in senso inverso il cammino che la riporta in mare. Mamma coccodrillo fa di più. Anche lei cerca un posto soleggiato almeno una decina di metri lontano dal fiume e vi scava una buca profonda dove deporre le uova, poi ricopre la buca. Ma non si allontana. Rimane nei paraggi per circa tre mesi, senza prendere cibo, per sorvegliare il nido ed evitare che venga saccheggiato dai predoni. Tartarughe e coccodrilli affidano entrambi l'incubazione delle uova al calore solare. Ma non tutti i rettili si comportano allo stesso modo. Tui De Roy, fotografa e naturalista che vive da 35 anni nelle Galapagos, ci svela che le iguane terrestri dell'isola Fernandina, la più occidentale del famoso arcipelago, hanno scelto come incubatrice ideale per le loro uova proprio il caldissimo cratere vulcanico dove la temperatura si mantiene costantemente elevata e non subisce le escursioni diurne, cioè la notevole differenza di temperatura tra giorno e notte. L'isola Fernandina, con la sua aspra natura vulcanica, sembra riproporre il paesaggio primordiale delle antiche ere geologiche. Le frequenti eruzioni plasmano e alterano continuamente la conformazione di gran parte dell'isola. Come disse Darwin quando visitò le Galapagos un secolo fa, «sembra di essere trasportati indietro nel tempo e nello spazio a quel grande evento - il mistero dei misteri - che fu la prima comparsa di esseri viventi sulla terra». In questa atmosfera quasi irreale prosperano le iguane terrestri (Conolophus subcristatus), le grosse lucertole endemiche delle Galapagos, che si nutrono di cactacee, divorandone perfino le spine. Ma incredibilmente dentro il cratere ferve la vita sotto diverse forme. Tui De Roy se ne rende conto inerpicandosi più volte, a distanza di anni, su per le pareti esterne del vulcano e ridiscendendo poi all'interno del cratere. Un'impresa davvero ardua, se si pensa che le pareti sono estremamente friabili. ■ -,-—> Giunta al fondo del cratere, la ricercatrice scopre un lago dall'acqua ricchissima di sali minerali e di alghe microscopiche, che ospita una miriade di insetti acquatici. E, per quanto il cratere sembri un paesaggio lunare assolutamente brullo e privo di vegetazione, nell'aria volteggiano innumerevoli libellule e le rive del lago sono piene di ragnatele, segno evidente della presenza di ragni. L'anno seguente la studiosa pd r ritorna sul posto una settimana dopo un'eruzione e trova che la lava ha portato la temperatura del lago all'ebollizione, cancellando ogni-forma vivente. Qualche anno dopo, altra escursione. La scena é cambiata. Di nuovo l'acqua pullula di vita ed ecco uno spettacolo inatteso: centinaia di iguane con l'addome gonfio di uova, dopo aver risalito faticosamente i fianchi del vulcano, altrettanto faticosamente ne discendono le pareti interne. Arrivate al fondo ancora ben caldo, si contendono furiosamente i posti migliori dove nidificare. Poi si danno feb¬