«Ecco Telesogno ma cerca capitali» di Maria Grazia Bruzzone

Iz%sSfORI «Ecco Telesogno, ma cerca capitali» lami divi al Parioli per la presentazione del nuovo polo tv, entusiasmi e dubbi «Ecco Telesogno, ma cerca capitali» Costanzo e Santoro: dietro di noi non c'è nessuno Iz%sSfORI AROMA RRIGO Levi accanto a Curzi e a Mario Pastore, Montana eccitato all'idea che la poltrona oltre la sua sarà occupata da Edwige Fenoch (che non verrà), vicini in prima fila Funari e De Crescenzo che non imbroccheranno un congiuntivo. E ancora, Luca Barbareschi in versione Usa, capelli a spazzola e entusiasmo sfrenato per Internet, nella variante sarda di Nicky Grauso con cui collabora. E Marisa Laurito che scalpita, e tutta l'ex Raitre al completo, da Guglielmi - che proprio oggi annuncia le sue dimissoni dalla Rai - in giù, compresi i giornalisti naturalmente, e Ghezzi da Milano, con un Ricci ostinatamente silenzioso, una Parietti ardente, una Claudia Mori in occhialoni neri che porta l'adesione di Celentano. Non manca neppure il cinema alla prima grande kermesse del Telesogno, che oggi vorrebbero ribattezzare Contatti, parola meno kitch che però finisco per evocare la fantascienza. Ancora l'irrealtà, il sogno, o l'utopia, come inciterà Salvatores che adesso fa anche il produttore ed è interessato anche più concretamente dei Rosi, Loy, Scola che ci sono e plaudono a una tv più libera e più bella, «senza il mare di spot in mezzo al mare di film che hanno ammazzato il cinema» (Loy). Ci sono proprio tutti, all'adunata convocala da Santoro fr Costanzo al teatro Parioli, arrivali per curiosità o per adesione o per interesse, perché nel mezzo ci sono anche i trombati, che si lamentano come Gianni Mina, propongono come Santalmassi, o se ne stanno zitti come Bruno Voglino. Rai e Fininvest unite nella lotta «Una parola che non uso mai», dice tre volte Mentana, scusandosi di adoperarla. «Sembra di essere al Telegatto», ironizza il solito Chiambretti, mentre un Ippoliti un po' allucinato si accanisce con una minitelecamera. «Con la differenza che qui non si vince ma si rime¬ diano posti. Il milione di posti di lavoro è qui. Evviva Telesogno». Manca solo la Raiuno di Giordani e di Superpippo, la «Telesanremo», diventata l'immagine di quella tv commercial-popolar-banale 1 da Anni 50-80, ormai vuota di idee e di sperimentazioni, di cui Telesogno vorrebbe essere l'alternativa. Ma come? L'esordio di Biagi il decano ha gelato la platea. «Il vostro è un tentativo generoso, ma state attenti, il momento è difficile, e non è detto che quelli che san fare televisione, sappiano anche fare una buona televisione». Nel fiume di solidarietà, sogni e utopie, le donne sono le più concrete: «Ma i capitali ci sono? E la pubblicità, e i magazzini?», chiede Lilli Gmber. «E le frequenze, chi ce le dà?», accenna Laurito. «Vorremmo capire, se no cominciano le battutacce», erompe Parietti. E quando Costanzo, per fugare le dietrologie, proclama «la tragedia è che dietro di noi non c'è nessuno, proprio nessuno. Adesso dissociatevi pu¬ re», apre un varco allo sconcerto. Parole, parole. Alla fine, in un camerino, Santoro e Costanzo puntualizzano il progetto che, in ogni caso, mira a «creare un movimento». 1 ) «La proposta di Confalonieri di affittarci una rete? Se fosse seria la potremmo anche prendere in considerazione. Se non è solo una mossa strumentale, in vista del referendum» (Santoro); 2) «Un'altra ipotesi potrebbe essere proporci a Videomusic e Tmc. Se per esempio la Rai, coi suoi impianti, desse loro una copertura nazionale... L'importante è che cominci a passare l'idea che si può produrre anche senza possedere impianti»; 3) «Dietro di noi non c'è la sinistra, lo dico ufficialmente» (Costanzo); 4) «I capitali non sono un problema, abbiamo già adesioni di industriali e l'interesse di stranieri»; 5) «La prossima tappa, fra una decina di giorni, è la pubblica sottoscrizione». Maria Grazia Bruzzone

Luoghi citati: Milano, Montana