I ricchi di New York creano una milizia privata di 500 agenti con il permesso del sindaco Manhattan nasce la polizia per soli vip di Franco Pantarelli
I ricchi di New York creano una milizia privata di 500 agenti con il permesso del sindaco I ricchi di New York creano una milizia privata di 500 agenti con il permesso del sindaco Manhattan, nasce la polizia per soli vip INEW YORK ricchi e famosi di New York non si sentono più sicuri. La polizia non fa abbastanza per difenderli da rapinatori, scippatori, mendicanti, disturbatori in genere e così hanno pensato di creare una polizia tutta per loro. Sarà costituita da 500 uomini, armati e in divisa, che pattuglieranno giorno e notte la zona di Manhattan detta dell'Upper East, vale a dire la zona che va dal Central Park all'East River, fra la 59a e la 96a Strada. In quel pezzo di città sono concentrati i redditi più alti di tutti gli Stati Uniti. Ci sono divi del cinema, proprietari di grandi corporations, scrittori di fama, e gli ingressi dei palazzi sono custoditi da portinai in livrea con il solo compito di aprire e chiudere la porta agli augusti inquilini. Ma nelle strade spesso si aggirano anche individui che - coltello alla mano - aggrediscono quelli che di notte se ne vanno a passeggio, mendicanti, bande di ragazzi. Il «normale» pattugliamento della polizia non è sufficiente, e così ecco che a Howard Millstein - proprietario della Douglas Elliman Real Estate, una delle maggiori compagnie immobiliari della città - qualche tempo fa viene l'idea della polizia privata. Per metterla in piedi, calcola Millstein, ci vogliono circa 20 milioni di dollari l'anno. Ma che cosa sono per la gente dell'Upper East? Attraverso un complicato computo basato sui metri quadrati di ogni appartamento, si scopre che quella somma si può mettere insieme con «quote» che vanno dai 100 ai 200 dollari l'anno, praticamente una bazzecola. Così il progetto, con il nome non proprio originalissimo di «Safe» (Sicuro), parte. Alcuni abitanti, come la cantante lirica Anna Moffo, sono entusiasti. Altri, come le piccole compagnie immobiliari, temono che quella specie di «soprattassa», per quanto esigua, scoraggi i loro potenziali clienti. Altri infine si oppongono per ragioni ideologiche: vogliamo costruirci un muro attorno? Ma l'ostacolo principale è costituito dall'aspetto legale. E' ammissibile una cosa del genere? Ieri questo ostacolo è stato superato. Il «Corporation Counsel» della città, Paul Crotty, ha OGGI di Guido Ceronetti In questa città ho paura, nessuno mi conosce, soltanto Dio. Graffito nei pressi della stazione di Roma Tiburtina, 1994 dichiarato che il progetto «Safe» rientra nella legge detta del «Business Improvement District», cioè la legge che consente alle associazioni cittadine di fare investimenti in proprio per incrementare il valore dei loro quartieri. «Non dico che si tratti di una buona iniziativa», ha precisato Crotty. «Dico solo che dal punto di vista legale non c'è nulla che la impedisca. Quello di stabilire se è buona o cattiva è compito dei politici». Già, che dicono i politici? Il sindaco Rudolph Giuliani, da quanto si è saputo, sta aspettando per pronunciarsi che il suo consigliere Richard Schwartz esamini il progetto e gli illustri i prò e i contro. Ma Millstein e i suoi sostenitori sono ottimisti. Durante la campagna elettorale Giuliani si disse favorevole alle iniziative private e proprio ieri un suo anonimo collaboratore ha fatto sapere che il sindaco è «incline» all'approvazione. Franco Pantarelli
Persone citate: Anna Moffo, Crotty, Giuliani, Guido Ceronetti, Howard Millstein, Paul Crotty, Richard Schwartz, Rudolph Giuliani
Luoghi citati: Manhattan, New York, Roma, Stati Uniti
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