Borrelli: un atto dovuto per le accuse del generale Cerciello Di Pietro indagato a Brescia di G. Bianconi

Borrelli: un atto dovuto per le accuse del generale Cerciello Borrelli: un atto dovuto per le accuse del generale Cerciello Di Pietro indagato u Brescia Servìzi segreti, un dossier denuncia i veleni MILANO. Antonio Di Pietro è «indagato» dalla Procura di Brescia. Le accuse fatte dal generale Cerciello, nel processo in cui è imputato, hanno avuto uno strascico clamoroso: il pm Fabio Salamone ha avviato la procedura per verificare se davvero il pool di Mani pulite ha commesso errori o abusi. Ma «si tratta di un atto dovuto», precisano subito a Brescia e Milano. Contemporaneamente è «indagato» anche Cerciello: l'ipotesi di reato è la calunnia, proprio per ciò che ha detto in aula. «Sono parzialmente allibito», commenta Gerardo D'Ambrosio. «Non c'è nulla di scandaloso. Anche a me è capitato di finire sotto inchiesta a Brescia», gli fa eco Borrelli. Se a Milano c'è tempesta, a Roma c'è bufera. «I Servizi segreti hanno deviato dai loro compiti istituzionali, depistato indagini, aggirato leggi e sistemi di garanzia». E' questo l'atto d'accusa del Comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti, reso pubblico ieri dal presidente Massimo Brutti. F. Potetti e G. Bianconi ALLE PAG. 3 E 6

Persone citate: Antonio Di Pietro, Borrelli, Cerciello, Cerciello Di Pietro, Fabio Salamone, Gerardo D'ambrosio, Massimo Brutti

Luoghi citati: Brescia, Milano, Roma