Palermo, i due studenti dovranno imparare un canto della Divina Commedia: protestano i compagni Una carezza punita con Dante

Palermo, i due studenti dovranno imparare un canto della Divina Commedia: protestano i compagni Uno carezza punita con Punte Palermo, i due studenti dovranno imparare un canto della Divina Commedia: protestano i compagni Sorpresi a flirtare da un docente PALERMO DAL NOSTRO CORRISPÓNDENTE Saranno puniti con Dante. Sorpresi dal vicepresidc in un corridoio a scambiarsi delle carezze, due ragazzi dovranno recitare a memoria al preside Giuseppe Torregrossa due canti della Divina Commedia: lui, 18 anni, il tcpzo canto del Paradiso sull'Amor puro e lei, 16 anni, il quinto dell'Inferno sui lussuriosi. Accade all'istituto tecnico commerciale «Francesco Crispi» che, con 1600 allievi, è uno dei maggiori di Palermo. Dunque, la Divina Commedia da imparare a memoria per un po' di effusioni. Il tutto riportato regolarmente sui registri delle rispettive classi. Il caso, ieri, è montato in fretta e nel pomeriggio gli studenti che per carenza di aule frequentano le lezioni anche in doppio turno hanno scioperato per solidarietà con i due «condannati». Hanno dichiarato di essere contrari o perlomeno perplessi anche alcuni genitori. E loro, i due ragazzi? Mortificati e imbarazzati per tanto clamore, ieri pomeriggio sono stati un'altra volta convocati nell'ufficio del preside che, intanto, getta acqua sul fuoco delle polemiche. La ragazza della «Terza B» dovrà vedersela con Minosse, il leggendario re di Creta che stabiliva le pene per i dannati, tra i quali ci si imbatte in Cleopatra, Elena e Achille, Nino e Semiramide, e infine in Paolo e Francesca. Poi, Dante, intenerito per tante miseria umana e sofferenze, annota: «Pietà mi giunse, e fui quasi smarrito». Lui, che frequenta la «Quinta A», figlio di immigrati dello Sri Lanka e ormai prossimo al diploma, si è invece visto assegnato quello che è noto come il canto di Piccarda Donati, la fanciulla strappata dai fratelli al convento e data per forza in moglie al violento Rossellino della Tosa. E' il secondo dei tre canti dedicato al cielo della Luna. «Intendiamoci - afferma il professor Torregrossa -, sulla base del rapporto che mi è stato fatto dal mio vice avrei potuto comminare ben altre sanzioni ai due ragazzi, come quella della sospensione, che però li avrebbe danneggiati ai fini della regolarità del loro anno scolastico. E non ho voluto farlo anche perché, in fondo, non hanno fatto molto di male. Sono giovani, bisogna capirli». Il preside, comunque, ammette che c'è stato forse un pizzico di esagerazione, un po' di precipitazione. «Perché - dice - non si baciavano neanche, ma stavano seduti vicinissimi. Insomma, solo qualche carezza. Ma certo avrebbero dovuto aver maggiore rispetto per l'habitat umano ed è opportuno che una scuola sia sempre una scuola». Sono lunghi i due canti, ce la faranno i ragazzi a impararli alla perfezione per sabato 29 aprile, quando dovranno recitarli a memoria davanti al preside? Giuseppe Torregrossa non ne dubita. «Offrirò loro un bel caffè - afferma - e sono sicuro che me li reciteranno senza difficoltà. Del resto ho dato loro quasi un mese di tempo». E se non riusciranno c'è già pronta l'ulteriore pena consistente in una doppia razione di Divina Commedia. Il preside ad ogni modo invita a non drammatizzare e a non enfatizzare un episodio che, a suo giudizio, non dove essere in alcun modo giudicato con severità, ma semmai con il sorriso sulle labbra. «Nessuna vessazione, per carità, nessun autoritarismo, ma soltanto l'intendimento di far comprendere l'importanza di un comportamento che deve esse¬ re più rispondente ai valori che la scuola trasmette», dice Torregrossa, commentando «in fondo meglio Dante che la sospensione». Il caso giungerà oggi al vaglio del provveditore agli studi Mario Barreca, notoriamente tollerante con gli studenti e, a causa delle sue aperture, ben visto anche dai capi di istituto e dai docenti palermitani. Molti danno per scontato che Barreca si limiterà a prendere atto della decisione del preside che però, a sua volta, dovrà riuscire a convincere quei gruppetti di studenti e di genitori che, invece, insistono nel denunciare quella che considerano un'incomprensibile «vessazione». Antonio Ravidà CANTO V DELL'INFERNO Amor, ch'ai cor gentil ratto s'apprende prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e '/ modo ancor m'offende. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona. Nel secondo cerchio dell'Inferno, dove sono puniti i lussuriosi, si racconta l'amore di Paolo per Francesca. CANTO III DEL PARADISO «Perfetta vita e alto merito inciela donna più su-, mi disse, «a la cui norma nel vostro mondo giù si veste e vela, perché fino al morir si vegghi e dorma con quello sposo ch'ogne voto accetta che cantate a suo piacer conforma-. Nel cielo della Luna, dove si narrano le storie di Piccarda Donati e Costanza d'Altavilla, sono raccolte le anime dei beati che mancarono ai voti perché soggetti a violenza. NMauriziPotenzaIl prevessadi im Maurizio e Manuela, gli studenti che a Potenza vennero sospesi per un bacio Il preside: non è una vessazione ma un modo di imparare la disciplina

Persone citate: Antonio Ravidà, Barreca, Francesco Crispi, Giuseppe Torregrossa, Mario Barreca, Rossellino, Torregrossa

Luoghi citati: Palermo, Potenza