Settimanale jugoslavo pubblica un'inchiesta-choc sul degrado della vita nella capitale Belgrado, l'anno della grande peste

Settimanale jugoslavo pubblica un'inchiesta-choc sul degrado della vita nella capitale Settimanale jugoslavo pubblica un'inchiesta-choc sul degrado della vita nella capitale Belgrado, Panno della grande peste La guerra moltiplica alcolisti, drogati e suicidi zagabria NOSTRO SERVIZIO Il numero dei suicidi a Belgrado è aumentato del 22,8% e quello degli omicidi del 49% l'anno. I dati, risultati da una ricerca sociologica svolta nel '94 sulla popolazione della capitale serbo-montenegrina, sono stati pubblicati dal settimanale di Belgrado «Vreme». Sotto il titolo «Tempi duri», il giornale presenta un'immagine drammatica della vita nella Federazione jugoslava da quando è iniziata la guerra, anche se il conflitto non ha mai toccato direttamente i territori di Serbia e Montenegro. Facendo il confronto con l'86, i belgradesi soffrono molto di più di malattie fisiche e psichiche. Ma il dato più choccante riguarda il tasso di mortalità tra gli anziani: è aumentato del 567%. La sorpresa è stata grande anche per gli psichiatri e gli psicologi che hanno condotto l'inchiesta, che hanno poi spiegato le ragioni dell'altissima mortalità tra le persone che hanno superato i 65 anni: si tratta di individui che a causa dell'età avanzata sono meno capaci di affrontare i problemi. Quando si ammalano non hanno più la volontà di combattere e si lasciano morire. In realtà per gli anziani, e in particolare i pensionati che non hanno famiglia, la vita a Belgrado è diventata impossibile. Con i loro miseri guadagni non possono comperare nemmeno lo stretto necessario per sopravvivere. A molti non rimane che la scelta del suicidio. Le sanzioni internazionali contro la Serbia hanno cambiato le regole del mercato e della società. Dopo i periodi di penuria dei generi di prima necessità adesso si trova di tutto, ma per la grande maggioranza della popolazione i prezzi sono proibitivi. Gli unici a non avere problemi sono i funzionari del regime, i nuovi ricchi che hanno fatto fortuna con il contrabbando e i criminali organizzati in vere bande mafiose. Comperano case e appartamenti, guidano auto di lusso e affollano ristoranti e night club di Belgrado, dandole l'apparenza di una città come le altre. La gente normale soffre. Tra i medicinali più consumati a Belgrado ci sono i tranquillanti e i farmaci contro l'ulcera, tipica manifestazione dello stress. Ma il «sedativo» più comune è l'alcol. Malgrado tutte le restrizioni economiche, nella Federazione jugoslavia l'industria dei liquori è l'unica che continua a espandersi. Il problema è ancor più grave tra i militari. Benché il presidente serbo Milosevic continui a sostenere che il suo Paese non c'entra con la guerra in Bosnia e Croazia, i soldati dell'esercito jugoslavo combattono su tutti i fronti bosniaci e nella Krajina. «C'è una scuola di pensiero scrive "Vreme" - che afferma che i soldati diventano veramente tali soltanto quando sono ubriachi. Secondo gli ufficiali, i soldati ubriachi hanno l'attitudine giusta verso il nemico: diventano coraggiosi e si esaltano. I ragazzi di città fumano l'erba. Se niente intorno a loro ha senso, allora uno spinello e l'elmetto in testa gli danno l'illusione del Vietnam visto nei film di Hollywood, con un pizzico di rock'n'roll». E continua: «Ma l'alcol non è onnipotente. Per attaccare i villaggi, sgozzare gli animali, macellare i corpi umani, sparare alla nuca dei prigionieri ci vogliono altri sedativi, come le pillole verdi di Apaurin. All'ospedale gliene forniscono una quantità illimitata». Secondo il settimanale, le unità speciali dell'esercito usano regolarmente eroina e cocaina. «I loro occhi sono spenti, non parlano molto, non hanno amici. Non gli importa quale sia l'ordine da eseguire. Lo eseguono e basta. Grazie a "dosi" quotidiane, non soffrono mai di crisi». Ingrid Badurina I presidente serbo Milosevic

Persone citate: Milosevic