A Padova domenica si elegge un deputato al posto di Emma Bonino Un radicale nel regno di Rosy di Cesare Martinetti

A Padova domenica si elegge un deputato al posto di Emma Bonino A Padova domenica si elegge un deputato al posto di Emma Bonino Un radicale nel regno di Rosy Negri col Polo contro il cattolico Saonara UN ASSAGGIO ELETTORALE PPADOVA ER fortuna si parla di proservativi, altrimenti sarebbe di una noia mortale questo duello, quasi una resa dei conti nello spazio politico semibuio tra il tramonto della prima repubblica e l'alba della seconda: da una parte il radicale Giovanni Negri, dall'altra il cattolico Gianni Saonara, Polo delle libertà contro l'arcipelago multicolore destinato a chiamarsi «centro sinistra». Mezza Padova, città del santo e di sacrestie, dove la scomparsa della de ha lasciato vuoto quello spazio enorme in cui si coniugavano politica o affari, «sghei e fede», soldi e acqua santa, domenica va a votare per rimpiazzare Emma Bonino (diventata commissario Cee) nel collegio Ovest dov'era stata eletta (Polo libertà) il 27 marzo '94. Un antipasto di voto, piccolo, ma - come si dice significativo, un testa a testa nello spirito del maggioritario, quasi un laboratorio di come dovrebbe diventare il voto in Italia: due poli, due facce, chi prende i voti vince, l'altro sta a casa. Negri ci parla della questione del preservativo mentre va a caccia di voti nel mercato ortofrutticolo pilotato tra gli stand dei grossisti dal presidente Saia. «Saonara - dice Negri - sfugge alla questione, non risponde. Vorrei sapere: ammette l'uso del preservativo in situazioni di pericolo di contagio, carceri, caserme, luoghi promiscui? Sì o no?». Ma i ruvidi grossisti salutano il candidato onorevole e pensano a ben altro. «Mi date una mano per domenica?», chiede Negri, «basta una telefonata agli amici...». E quelli: «Noi la mano l'abbiamo data sempre a tutti, siamo fiduciosi nella gente, siamo ere- denti, ma ci hanno sempre abbandonati, venivano a prendere i voti e non li vedevamo più». Negri: «Io tornerò, ho sempre fatto le mie battaglie fino in fondo, da radicale e da giornalista». Lo scontro ò duro. Martedì la chiesa ha fatto partire i tam tam parrocchiali e schierato le sue truppe con Saonara. «Orgoglio padovano - hanno detto sei preti - contro i cristiani che stanno scherzando col fuoco». Cioè: non basta parlare di libertà, bisogna «prendere in considerazione i valori, la famiglia, la persona. Saonara, anche per il suo passato, è in grado di cogliere questi temi». Il «passato» è quello di presidente dell'Azione cattolica diocesana (36 mila iscritti). I preti scesi in campo sono pezzi grossi: don Ruvoletto della Pastorale del lavoro, don Masiero assistente delle Acli, il vecchio monsignor Zaramella, monsignor Sinico del collegio Gregorianum, don Destro, monsignor Nervo. Don Cesare Contarmi, direttore del settimanale diocesano La difesa del popolo, ci spiega che i sei rappresentano «40-50 anni di impegno sociale della chiesa padovana» e che sono intervenuti per bilanciare «gli appelli di cattolici eccellenti di una città che è stata più democristiana che cristiana: non ci si può esporre per Negri conoscendo il suo passato...». Ma poi aggiunge: «A livello più alto, so però che non c'è entusiasmo per le di- chiarazioni di voto». Il vescovo, secondo Cei, dunque tace. Negri, un po', ci scherza su: «Hanno finalmente trovato il diavolo contro cui combattere». Poi attacca: «Contro di me c'è la curia rosibindiana...». Il fantasma di Rosy Bindi, la grande avversaria di Rocco Buttiglione, si agita dietro la sfida Negri-Saonara: «E' lei la mia vera sfidante, restaurazione e nostalgia», dice il radicale. La questione del preservativo è dunque, per simboli¬ co paradosso, la questione di queste elezioni: valori e tradizione contro schieramenti, l'uomo dell'Azione cattolica contro uno degli apostoli di Pannella col quale ha diviso le «battaglie», contro la guerra, la fame nel mondo, ma anche per l'aborto e il divorzio: «Può un cattolico - si chiede in una lettera pubblicata dalla Difesa il signor Eligio Drago - sostenere la candidatura di uno come Negri che considera un diritto civile le unioni di fatto persino omosessuali?». Ma la politica del maggioritario ha frantumato i vecchi schemi, non c'è più il corpaccione informe della de che riusciva a tenere insieme tutto, destra e sinistra, cattolici del no e del sì. Negri dice di avere dalla sua parte una fetta di quel mondo, comunione e liberazione, Elisabetta Gardini (che in quel collegio fu candidata e sconfitta dalla Bonino), Maroni e dieci ex leghisti, pezzi sparsi del volontariato, l'ente studentesco universitario, quelli del Pp buttiglioniano («Lui sta zitto, mai i suoi sono in movimento»), parroci berlusconiani (don Contarmi ne conferma l'esistenza), il senatore (Forza Italia) Merigliano, ex magnifico rettore, amico personale di Wojtyla fin dai tempi dell'università e che talora si presenta in pubblico dicendo: «Vi porto la benedizione del Papa». E con Negri c'è anche il cavalier Giovanni Zilio, compravendita immobili nel quartiere Arcella, leader dei «gruppi di preghiera di padre Pio» che sintetizza così il suo voto al Polo: «La Bindi è una disgraziata, Segni è un pagliaccio, Saonara lo sgabello di D'Alema». In questa saga che sa di Guareschi, Peppone e don Camillo, come si colloca Buttiglione? Il Pp votò all'unanimità la candidatura di Saonara; ma dopo il patatrac romano, le cose sono cambiate. Il segretario-filosofo ieri alle 13 s'è presentato allo «storico» caffè Pedrocchi con un prolungato baciamano alla cassiera, poi ha benedetto i candidati del Polo alle elezioni del 23 aprile e non ha detto una parola sul duello Negri-Saonara. Gli abbiamo chiesto se appoggiava il cattolico. Ha buttiglionianamente risposto no. Dunque appoggia Negri? «Non è stato scelto con noi, sostiene l'aborto e per quanto in politica ci voglia flessibilità, non mi sento di appoggiarlo». Per chi voterebbe? «Per nessuno». Saonara esibisce la sua padovanità (Negri invece è torinese), dice di credere nei valori costituzionali, sostiene Dini, parla di inquietudine diffusa nell'ex Veneto felix e ride del balletto Pp: «Non sono mai stato iscritto e non intendo farlo». Dietro il suo simbolo (Federalismo e democrazia che Negri sostiene depositato alle Botteghe Oscure) ci sono undici «partiti», tra cui pds. Lega, Rete, patto Segni. Ma si può sapere cosa pensa del preservativo? «E' una scorciatoia per l'orgoglio maschile». Ma ne consentirebbe l'uso? Ride ancora: «Non si può ridurre l'enciclica del Papa alla questione del preservativo». Ha ragione Negri: non risponde. Cesare Martinetti Puglia, si vot Un duello anomalo E Buttigliene non si schiera I due sfidanti: il radicale Giovanni Negri e il cattolico Gianni Saonara Qui sotto: un'immagine di Padova Rosy Bindi leader della sinistra popolare considerata da Negri la sua «vera sfidante»

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