Tre stragi nel cosmodromo Duecento morti in vent'anni nella corsa sovietica alla luna
Tre stragi nel cosmodromo Tre stragi nel cosmodromo Duecento morti in ventanni nella corsa sovietica alla Luna MOSCA NOSTRO SERVIZIO Decine di persone sarebbero morte nei lanci dei missili spaziali sovietici. La televisione russa ieri ha rivelato che la conquista dello spazio da parte dell'Urss sarebbe costata quasi 200 vite umane. Il primo disastro sarebbe avvenuto ancora prima del primo volo nello spazio di Jurij Gagarin. In realtà il lancio del razzo con il cosmonauta numero uno sarebbe stato previsto per l'ottobre 1960 dal cosmodromo di Baikonur, nel Kazakhstan. Tutto era pronto al decollo e i tecnici si stavano affaccendando attorno ai motori per gli ultimi aggiustamenti: un improvviso incendio nei serbatoi in pochi secondi distrusse il razzo, uccidendo 56 persone. La seconda tragedia, la più grave, si consumò nove anni dopo, sempre a Baikonur. Un razzo gigante esplose sulla pista di lancio facendo letteral¬ mente a pezzi 91 tecnici del cosmodromo. Infine il terzo incidente, il più recente: risale al 1980. Avvenne nel cosmodromo di Plesetzk (Estremo Oriente russo), «specializzato» in lanci di satelliti per scopi militari. Nell'esplosione di un razzo vettore allora morirono 51 ingegneri. E' la prima volta che una fonte russa racconta i drammatici retroscena dei voli sovietici nello spazio. In precedenza rivelazioni simili erano state fatte dall'estero senza mai trovare conferma in Russia, dove la conquista spaziale, orgoglio della propaganda ma anche della gente, è sempre rimasta avvolta nel più fitto mistero. L'accademico Vassilij Mishin, incaricato della costruzione dei razzi sovietici dal 1969 al 1972, ha recentemente smentito le voci sui disastri spaziali russi. Ma ha ammesso - per la prima volta - che alla fine degli Anni 60 ci sono stati quattro lanci falliti dal Baiko¬
Persone citate: Jurij Gagarin, Mishin
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