Lanciato il primo satellite spia, colmerà il vuoto scoperto con la Guerra del Golfo Dallo spazio un occhio di Israele su Saddam Assad e gli ayatollah di Anna Zafesova

Lanciato il primo satellite spia, colmerà il vuoto scoperto con la Guerra del Golfo MEDSO ORIENTE Lanciato il primo satellite spia, colmerà il vuoto scoperto con la Guerra del Golfo Dallo spazio un occhio di Israele su Saddam, Assad e gli ayatollah TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO A quattro anni dalla guerra del Golfo, Israele ha lanciato ieri nello spazio un satellite di tipo Ofek (orizzonte) che la stampa specializzata ritiene in grado di riferire in tempo reale quanto avviene in Siria, Iraq e Iran. Nel 1991, quando le sue città furono più volte colpite da Scud iracheni, lo Stato ebraico chiese invano di poter disporre in tempo utile delle informazioni dei satelliti spia americani. In Israele nessuno vuol confermare che all'Ofek-3 siano state assegnate missioni di carattere militare. I suoi scopi, ha spiegato un dirigente della Mabat - la società che lo ha prodotto insieme con l'Industria aerea israeliana - sono essenzialmente scientifici e commerciali. «Si tratta di un enonne successo tecnologico da parte del nostro Paese» ha affermato, orgoglioso, il premier e ministro della Difesa Yitzhak Rabin. Secondo la televisione commerciale, già nei prossimi giorni Ofek-3 invierà a Tel Aviv immagini aeree nitide dei Paesi vicini. Secondo Ghiora Shaviv, presidente del Technion (l'Istituto politecnico di Haifa), Israele ha tre buoni motivi di soddisfazione. Innanzitutto, il missile che ha portato con successo nell'atmosfera il satellite è di tipo Shavit (cometa). In passato, fonti occidentali hanno affermato che questo tipo di missile può montare testate nucleari (che Israele nega peraltro di avere). Il secondo motivo di compiacimento deriva dal perfetto funzionamento dei sistemi applicati sull'Oiek-3 che comprendono (per la prima volta in un satellite israeliano) pannelli solari mobili. Il terzo è che, come nei due casi precedenti - l'Ofek-1 fu messo in orbita nel 1988, l'Ofck2 nel 1990 - il satellite è stato lanciato da una base situata a Sud di Tel Aviv verso il Mediterraneo, cioè verso Ovest. Tutti gli altri Paesi del mondo lanciano verso Est, per sfruttare a loro vantaggio il movimento rotatorio della Terra: Israele è obbligato a mandare i suoi razzi nella direzione opposta per evitare che un guasto li faccia precipitare in uno dei Paesi arabi vicini e ne esponga così i resti a occhi indiscreti. L'Ofek-3 - ha precisato un dirigente della Mabat - pesa circa 250 chilogrammi. Percorre un'orbita ellittica, passando da un minimo di 400 a un massimo di 700 chilometri dalla Terra, e avrà circa un anno di vita. Uno dei responsabili del programma spaziale israeliano ha detto ieri che gli arabi, piuttosto che allarmarsi per il nuovo exploit tecnologico dello Stato ebraico, «dovrebbero compiacersene», perché esso dischiude una nuova era di cooperazione regionale por quanto riguarda la ricerca nello spazio. «Così come in Europa vari Paesi hanno compreso che è utile collaborare nel campo della ricerca dell'atmosfera e della meteorologia ha sostenuto lo scienziato - lo stesso principio potrebbe adesso cominciare a farsi strada anche in questa parte del mondo». [a.b.] nur. Era l'epoca della grande competizione tra l'Urss e gli Usa, e il Cremlino voleva a tutti i costi arrivare per primo sulla Luna, per non lasciare questo primato ai «capitalisti». Da Mosca giungevano ordini perentori di accelerare i lavori sul missile che avrebbe dovuto portare sulla Luna l'equipaggio sovietico. I costruttori lavoravano giorno e notte. Il risultato di questo lavoro è stato un missile che rifiutava di decollare. Per quattro volte di seguito il lancio fallì. L'ultima volta, nel 1970, sembrava che i costruttori finalmente ci fossero riusciti, ma il razzo, dopo aver volato per poche centinaia di metri, si schiantò al suolo con un'esplosione assordante. In quella circostanza, dice l'accademico Mishin, venne distrutta una parte del cosmodromo Baikonur, ma non ci furono vittime: «I tecnici stavano tutti al riparo». L'unico incidente spaziale con vittime umane ufficialmente riconosciuto dalle autorità sovietiche è avvenuto nel 1971, quando tre cosmonauti morirono per la decompressione della capsula che li riportava sulla Terra di ritorno dalla missione nella stazione orbitante Saljut. Furono sepolti con i massimi onori nel muro del Cremlino, sulla Piazza Rossa. Un'altra «morte spaziale» è quella di Vladimir Bondarenko. Avrebbe dovuto essere lui il primo uomo nello spazio, ma nel marzo del 1961, un mese prima del volo, morì carbonizzato durante un'esercitazione a causa dello scoppio di una bombola di ossigeno. A Bondarenko, prima vittima del progetto spaziale sovietico, non fu tributato nessun onore; anzi, le circostanze della sua morte sono state rivelate solo di recente. Ma potrebbe darsi che la storia della conquista dello spazio segnata dalla stella rossa nasconda ancora diversi segreti. Anna Zafesova Saddam Hussein e la rotta del satellite

Persone citate: Assad, Bondarenko, Ghiora Shaviv, Mishin, Saddam Hussein, Shavit, Vladimir Bondarenko, Yitzhak Rabin