Anche il gas nel mirino degli ultra, il governo sigilla i campi. Sgozzato un altro giornalista tv Algeria guerra dell'acqua e del petrolio

Anche il gas nel mirino degli ultra, il governo sigilla i campi. Sgozzato un altro giornalista tv Anche il gas nel mirino degli ultra, il governo sigilla i campi. Sgozzato un altro giornalista tv Algeria, guerra dell'acqua e del petrolio Sabotaggi degli integralisti ALGERI. Pericolo attentati e «stato di allerta» in Algeria. Questa volta nel mirino degli integralisti islamici ci sarebbero pozzi di petrolio, giacimenti di gas e le reti dell'acquedotto. Il nuovo incubo ha messo in allarme il governo, tanto da indurlo a prendere urgenti e immediate misure di sicurezza. Ieri è stato emesso un decreto che trasforma i giacimenti di gas e di petrolio in «zone di sicurezza» vietate al pubblico accesso e sottoposte a un rigido regime di controlli per salvaguardarle da ogni pericolo di attacchi terroristici da parte degli estremisti. Polizia ed esercito controlleranno direttamente entrata e uscita di cose e persone dalle quattro «zone di esclusione» questo il termine ufficiale - posizionate nel Sud-Est del Paese e nel deserto del Sahara. Il provvedimento riguarda i «wilaya» di El Oued, Oucrgla, Laghouat e Illizi, non lontano da Deb-Deb, località situata a 1500 chilometri da Algeri dove secondo il giornale «Liberté» i «ninja» delle forze antiterrorismo avrebbero recentemente distrutto una colonna di integralisti islamici proveniente dal Sudan. La decisione del governo è stata motivata dall'«importanza strategica delle regioni per l'economia del Paese» e dalla volontà di «garantire i pozzi e il personale». Gas e petrolio rappresentano la principale fonte di introiti del Paese, pari al 97% del gettito globale dell'export, che nel '94 ha sfiorato i 9 miliardi di dollari. Anche l'acqua rappresenta un nuovo strumento di minaccia degli ultra. Sotto il titolo «Il Già vuole provocare la sete», il giornale «Le Matin» ha riferito che gli integralisti del Gruppo Islamico Ai mato la notte del 2 aprile hanno sabotato le pompe di esfrazione e distribuzione di acqua potabile situate a El Mazafran, 45 chilometri a Ovest di Algeri, lasciando a secco alcuni quartieri periferici della capitale. Il quotidiano attribuisce al Già anche le infiltrazioni di idrocarburi nella rete di distribuzione idrica che nell'ultima settimana di marzo provocarono interruzioni del servizio. Sempre secondo «Le Matin», a Menaceur, nella provincia di Cherchel, sarebbe stato fatto un tentativo di avvelenare i serbatoi d'acqua con anticrittogamici. Prosegue intanto la campagna di terrore scatenata dagli estremisti contro il mondo dell'informazione: a poco più di una settimana dall'assassinio di Mohamed Abderrahmani, direttore-editore del quotidiano «El Moudjahid», è stato ucciso un altro giornalista, il 36° dal maggio 1993. Il cronista sportivo Makhlouf Boukhezar, 40 anni, in servizio presso l'emittente televisiva Entv, sequestrato due giorni fa nella città di Costantine, nell'Algeria orientale, è stato trovato sgozzato ieri nel bagagliaio della sua auto. Alcuni terroristi, travestiti da poliziotti, si erano presentati a casa sua invitandolo a seguirli. Venerdì scorso era morta in seguito alle ferite riportate in un agguato il 20 marzo scorso Rashida Hammadi, nota giornalista televisiva. L'offensiva contro la televisione è condotta anche con atti di sabotaggio, l'ultimo dei quali è stato riferito dalla stampa indipendente algerina. Un gruppo armato è infatti riuscito ad inserirsi nei programmi della televisione regionale di Orano e a mandare in onda un suo «messaggio» di 40 minuti dopo aver preso il controllo di un ripetitore nella regione montagnosa di Ammi-Moussa. Gli integralisti hanno introdotto nella rete di diffusione una videocassetta Ci» immagini di guerriglieri dell'Esercito islamico di salvezza e di un dibattito tra due «emiri» (capi locali) dell'organizzazione. Sul fronte politico, ieri il Fronte di liberazione nazionale algerino (Fin, ex partito unico) ha presentato al presidente Liamine Zeroual una serie di proposte tra cui un appello alla cessazione delle ostilità per consentire un dialogo «serio», che includa il disciolto Fronte di salvezza islamico (Fis). Il calendario per l'attuazione delle sue proposte prevede «sin d'ora consultazioni e misure preparatorie» per l'avvio del dialogo a partire dalla seconda metà del mese. Il Fnl è uno dei tre partiti firmatari della «piattaforma di pace» di Roma ad aver accettato l'invito del presidente Zeroual a discutere delle soluzioni alla crisi. Gli altri due partiti sono il movimento per la democrazia in Algeria (Mda) dell'ex presidente Ahmed Ben Bella e il Fronte delle forze socialiste (Ffs). Il Fis, che ha anch'esso firmato il patto di Roma, è stato escluso dalle consultazioni. [Agi-Ansa] p itauaVI spagna J^Q ALGERI _ ANNABA .TUNISI COSTANTANA Nella cartina le «zone protette» A fianco, il funerale della giornalista televisiva Rachida Hammadi Sotto. Jean-Marie Le Pen

Persone citate: Ahmed Ben Bella, Liamine Zeroual, Marie Le Pen, Rachida Hammadi, Rashida Hammadi, Zeroual