I finanzieri: troppo spazio a Veltroni. Gambino possibilista sul decreto bis Tmc, sequestrata l'«edicola»

I finanzieri: troppo spazio a Veltroni. Gambino possibilista sul decreto bis I finanzieri: troppo spazio a Veltroni. Gambino possibilista sul decreto bis Tmc, sequestrata ^«edicola» La «par condicio» cala sulle rassegne stampa ROMA. Ma la par condicio vale anche per le edicole televisive? Nessuno lo avrebbe forse mai sospettato, finché ieri mattina i finanzieri non hanno fatto irruzione a Telemontecarlo, col mandato di sequestro delle videocassette del tg delle 8 di domenica mattina. Motivo: la rassegna stampa quotidiana, quel giorno, avrebbe dato più spazio all' Unità che al Secolo d'Italia. Un solerte cittadino di Firenze, seguace di Fini, mentre prendeva il caffo davanti al video si era preso la briga di cronometrare i secondi che il giornalista dedicava a ciascun quotidiano. Poi aveva fatto la sua brava segnalazione al segretario locale di An. Che aveva sporto denuncia al Garante. Che aveva spedito i finanzieri. Che dopo aver occupato per 6 ore la redazione, se ne erano andati contenti con le cassette e una pila di verbali sotto il braccio. Quando il direttore Alessandro Curzi ha raccontato l'episodio da Funari, gli scappava da ridere. Anzi, a un certo punto rideva proprio. E anche il vicedirettore Ivano Santovincenzo non riesce a prendere la cosa sul serio. «Ma voi della Stampa, siete di destra o di sinistra? E se il Messaggero fa un'intervista a Previti, e il Corriere ne fa una a D'Alema, a chi la dobbiamo metterle in quota?» scherza. «Fra l'altro - aggiunge - quel giorno dalV Unità avevamo citato il pezzo sulla morte della piccola Irma, mica la politica». Tiri grotteschi della par condicio. Diretti e indiretti. 0 strumentali, forse. Come la sospensione del Funari news fino a lunedi prossimo, annunciata ieri. Cinque giorni, week-end compreso, per dar modo al giornalaio di «studiare una nuova formula in sintonia con il nuovo decreto legge e col black out dei politici deciso dall'azienda». Un auto-oscuramento varato «in via cautelativa» dalla Fininvest. Intanto alla stessa Fininvest Santaniello contesta i famosi 180 spot sul referendum sulla Mammì. Non quelli nuovi, già denunciati per aver fatto propaganda al referendum durante la campagna per le regionali, ma la prima mandata. La Fininvest, che non ha trasmesso la rettifica richiesta dal Garante, avrebbe violato - ironia della sorte - l'articolo 31 della legge Mammì. E, a quanto pare, dovrà pagare una multa. Ma sulla par condicio la battaglia continua, sull'onda di una nuova raffica di proteste delle tv locali. Teleregione ha trasmesso a tutte - per la prima volta via satellite - un dibattito organizato da Gian Paolo Cresci, proprio l'ex capoufficio stampa di Bernabei. E il circuito Cinquestelle ha oscurato le sue 300 antenne per 5 minuti, per protesta contro la propaganda elettorale gratuita imposta dal decreto-Cambino. Il quale oggi torna possibilista sul decreto-bis che, oltre a mitigare le norme sui giornalisti, dovrebbe reintrodurre il pagamento sulle tv locali. «Venerdì è l'ultimo giorno possibile», annuncia il ministro, forte del fatto che il relatore di An, Domenico Nania, improvvisamente convertito, o spossato dal dibattito-fiume, ha invitato il governo a «fare il decreto su quello su cui c'è consenso». Ultimo, ma anche più importante, il fronte dell'antitrust. Il centro-sinistra riparte in quarta mettendolo al centro della nuova strategia comune pre-elettorale. Oggi o domani, alle proposte di legge già presentate da progressisti, Lega e ppi, si aggiungerà il disegno di legge di An. Che tuttavia si è opposta all'ipotesi che la «commissione speciale Napolitano» continui a lavorare dopo che venerdì chiudono le Camere. «Anche l'idea di far scrivere a Bogi un lesto unico non ha senso, visto che mancherà ancora la proposta di Forza Italia», ha detto l'alleato nazionale Rositano. Insiste il verde Mattioli: «Noi andiamo avanti perché, con Rifondazione, la maggioranza l'abbiamo comunque». Ma che il dialogo con la «controparte» sotto sotto proceda, malgrado gli anatomi di Berlusconi, lo dimostra il fatto che, dopo le idee buttate lì da Previti in un un'intervista e quelle enunciate dal dirigente Fininvest Momigliano, Confalonieri si confronterà domani con Veltroni in un nuovo convegno. Maria Grazia Bruzzone li direttore del tg di Telemontecarlo Sandro Curzi (foto grande); il garante per l'editoria Santaniello (a sinistra) e fon. Giorgio Napolitano (qui accanto)

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