Fini: lasciamo che Tonino decida, non torturiamolo

Fini: lasciamo che Tonino decida, non torturiamolo **; ■ wwmu •» „ ,.,,,„ .... „ „ Fini: lasciamo che Tonino decida, non torturiamolo **; ■ wwmu •» „ ,.,,,„ .... „ „ LE DIMISSIONI IL GIORNO DOPO PROMA OCHE righe, per l'addio alla toga del giudice più famoso d'Italia. «Sono Antonio Di Pietro - ha scritto al Csm -, magistrato applicato presso la commissione stragi. Chiedo di essere dichiarato decaduto dall'ordine giudiziario. Ove ciò non fosse possibile, chiedo che siano dichiarate le mie dimissioni». Con questa lettera inviata a Roma attraverso il fax dall'università di Castellanza il dado è tratto, ma l'iter burocratico previsto per le dimissioni di un magistrato farà sì che ci vorrà ancora almeno un mese perché l'uomo simbolo di Mani Pulite diventi un ex-giudice. E che di lui e delle sue dimissioni si discuta ancora, cosa che stanno già facendo tutti i leader politici impegnati a capire se il «Tonino nazionale» diventerà o meno un loro collega. Quella lettera è stata trasmessa ieri mattina alla seconda commissione del Consiglio superiore della magistratrura, che dovrà istruire la pratica e trasmetterla poi al plenum, che dibatterà, deciderà e comunicherà la sua deliberazione al ministro della Giustizia, il quale emetterà un decreto che sancirà la cessazione dell'appartenenza di Di Pietro all'ordine giudiziario. Tutto questo richiederà qualche settimana di tempo, perché di mezzo ci sono le vacanze pasquali del Csm. «Fino a quel momento - spiega il presidente della seconda commissione Sergio Lari - Antonio Di Pietro, come qualsiasi altro magistrato italiano, resta un giudice, seppure fuori ruolo organico perché assegnato quale consulente alla commissione stragi». Proprio questa «applicazione» di Di Pietro alla commissione parlamentare rende impossibile l'altra via, più rapida, indicata dal giudice nella sua lettera, e cioè la decadenza, che si verifica quando un magistrato, dopo un periodo di ferie o di assenza, non torna al lavoro entro quindici giorni. Di Pietro non è in ferie né assente dal suo ufficio e anzi continuerà a collaborare con la commissione stragi; quindi, spiega ancora Lari, «la decadenza è del tutto improponibile, e lui dovrebbe saperlo». Nel frattempo il mondo politico si interroga sul futuro e le intenzioni del magistrato. «Non mi sento assolutamente di dare valutazioni su decisioni di carattere personale di un cittadino - dice da Dublino Oscar Luigi Scalfaro -. So che c'è una lettera al Csm e come presidente dovrò averne conoscenza». «In politica c'è spazio per tutti e quindi anche per Di Pietro», commenta il presidente di An Gianfranco Fini, che però avverte: «L'alfiere del rinnovamento e leader del Polo, comunque, è e resta Silvio Bersluconi. Ma se Di Pietro dice di non voler entrare in politica, perché non dobbiamo credergli e dobbiamo torturarlo e tirarlo per la giacchetta?». Se¬ condo Pier Ferdinando Casini, «Di Pietro è un asso nella manica che tutti vorrebbero avere», mentre il segretario del pds D'Alema dichiara: «Finora ha sempre detto di non voler fare politica, perché mai dovrei considerarlo ora un avversario politico? Piuttosto la sua decisione di lasciare la toga, secondo me, è un danno per la magistratura». Romano Prodi ostenta indifferenza rispetto alle decisioni di Di Pietro: «Se entra in politica ben venga, se invece non intende intervenire è una scelta che va rispettata. Sebbene l'ingresso del magistrato possa essere un fatto molto importante, questo non cambierà i miei programmi». Il segretario di un pezzo di Ppi, Buttiglione, è già pronto a dare il benevenuto al giudice in politica: «Di Pietro è vicino al ppi o comunque è in una posizione di collaborazione e di amicizia con i popolari. E' nota la mia amicizia e stima per lui, e se vorrà entrare in politica i popolari gli saranno amici perché fra le cose che dice e le nostre proposte c'è quasi identità di vedute». La sorella Concettina è sicura che «Tonino non sarà mai a fianco di nessun partito», e per un ex-giudice finito in Parlamento come Ernesto Stajano che dice di conoscerlo bene ed escude l'impegno politico di Di Pietro almeno «per il momento», c'è un ex-componente del governo Ciampi come Paladin che prevede: «A questo punto, credo che se qualche politico gli offrisse un ministero, lui non rifiuterebbe». [r. r.] Casini: è un asso nella manica che tutti vorrebbero D'Alema: avversario? No, ma che peccato per la magistratura L'ex pm di Mani pulite Antonio Di Pietro ha lasciato definitivamente la magistratura

Luoghi citati: Castellanza, Dublino, Italia, Lari, Roma