Il Presidente della Repubblica a Dublino: mi va bene chiunque vinca alle regionali Scalfaro test politico ma non decisivo di Renato Rizzo
Il Presidente della Repubblica a Dublino: mi va bene chiunque vinca alle regionali Il Presidente della Repubblica a Dublino: mi va bene chiunque vinca alle regionali Scalfaro; test politico ma non decisivo «Il voto a giugno? Decide il Parlamento» DUBLINO DAL NOSTRO INVIATO Le elezioni regionali del 23 aprile? Un test politico, proprio come vuole Berlusconi. O quasi. Hanno peso perché riguardano il «giudizio di 43 milioni di italiani», ma non sono il primo passo verso immediate consultazioni nazionali: la parola finale spetta, in ogni caso, al Parlamento che deve determinare, con le proprie decisioni, il comportamento del Presidente della Repubblica. Oscar Luigi Scalfaro, da Dublino, guarda all'ebollizione delle vicende romane con l'occhio freddo del notaio. Ma non rinuncia a mandare un messaggio di distensione: «A me va bene chiunque vinca», dice sottraendosi al ruolo di antagonista che i leader del Polo gli attribuiscono anche in queste ore con dichiarazioni e giudizi di fuoco. Così come si sottrae al ruolo di «padre nobile» d'un progetto di governo di unità nazionale che affronti l'emergenza con l'appoggio del più ampio ventaglio di forze politiche. «Non sono certo io il promotore di un disegno del genere, ma l'idea di un esecutivo eccezionale, di una sorta di union sacrée che affronti certe urgenze può essere buona». Presidente, eppure il Cavaliere continua a dire che, dopo le elezioni regionali, se vincerà la coalizione di centro si dovrà andare alle consultazioni politiche. «Sono costretto a ripetermi: il Par- lamento deve determinare una posizione di parità delle forze politiche in vista della chiamata alle urne, in qualsiasi momento si debba verificare. A me, insomma, spetta di prendere atto di ciò che fanno le Camere e trarne le conseguenze. Questo è il mio compito. E la volontà del popolo, a qualunque parte rivolga le proprie preferenze, certo troverà il Capo dello Stato in una posizione doverosamente indifferente». Allora, Presidente, quale il suo giudizio su quest'ipotesi di larga coalizione che qualcuno dice abbia proprio in lei l'ispiratore principale? «Questa è un'ipotesi che non mi è mai venuta in mente, per cui devo fare subito un disconoscimento di paternità. Se le forze politiche, però, troveranno una soluzione idonea alle urgenze, potrebbe andar bene. Il problema, semmai, è scoprire un denominatore comune per poter creare condizioni di serenità». Sarebbe la fotocopia di quel governo costituzionale di cui s'è tanto parlato nei mesi scorsi? «Il punto è: sapere bene che cosa fare. Se non c'è chiarezza assoluta e le forze sono d'accordo solo genericamente, il discorso morirebbe sul nascere e creerebbe più danni che vantaggi». E' uno Scalfaro ecumenico quello che, da un'Irlanda dove, per fortuna, di irrequieto, ora, c'è solo il cielo, lancia inviti a «cercare la serenità e a conquistarla, giorno dopo giorno, credendoci». Mette in un angolo i contrasti con Silvio Berlusconi ed i suoi alleati. Anzi, si affretta a ricordare che questa «union sacrée» non sarebbe poi così sacra ed equa, in quanto «farebbe scivolare avanti nel tempo l'ipotesi di elezioni. E questo mi sembra in contrasto con le posizioni di certe parti politiche». In Italia, Presidente, si parla tanto di par condicio. Ieri, un giudice scozzese ha impedito alla Bbc di irradiare un'intervista al primo ministro Major perché, in Scozia, stanno per svolgersi elezioni locali. In Italia questo sarebbe possibile? «Approvo il comportamento del magistrato che è persona al di so¬ pra delle parti. Il dato importante è che tutto ciò sia avvenuto in un contesto di grande serenità. Dovrebbe essere così anche da noi. C'è bisogno che il cittadino possa ascoltare, rendersi conto, trarre conclusioni. In modo che, quando giungerà il momento, il suo voto sia il più motivato possibile». A proposito di magistrati, in Italia il giudice Di Pietro ha annunciato di voler abbandonare per sempre la toga. Proprio ciò che, alcuni mesi fa, lei gli aveva chiesto di non fare. Qual è il suo giudizio su questo gesto? «Non mi sento assolutamente di dare valutazioni, non ci sono commenti da fare. E' un cittadino che decide su questioni personali. So che c'è una lettera al Csm, la leggerò». Renato Rizzo «Un governo d'emergenza? Può andar bene ma non sarò certamente io a promuoverlo» li presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro
Persone citate: Berlusconi, Di Pietro, Oscar Luigi Scalfaro, Scalfaro, Silvio Berlusconi
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