Ben Bella in guerra con le donne di Andrea Di Robilant

Ben Bella in guerra con le donne Ben Bella in guerra con le donne «Protestano perché sono ricche e viziate» ROMA. «Da un po' di tempo ci tocca assistere al circo di un gruppo di signore ben vestite e dai modi occidentali le quali sostengono che le donne sono le vittime principali della violenza in Algeria. Ma questo non è vero: sono meno colpite dal conflitto. E questo perché nella nostra cultura uccidere una donna è una brutta cosa». La conferenza stampa convocata ieri mattina a Sant'Egidio doveva servire all'ex presidente Ben Bella per annunciare che anche il sue partito, il piccolo Movimento per la democrazia in Algeria (Mda), ha accettato, così come hanno già fatto il Fronte per la liberazione nazionale (Fin) e il Fronte delle forze socialiste (Ffs), di incontrare il presidente Liamine Zeroual nella speranza di avviare un dialogo di pace. E invece, chiamato in causa da una giornalista algerina, Ben Bella si è lanciato in una filippica contro le donne della società civile che, sempre più numerose, hanno deciso di alzare la vo¬ ce contro gli integralisti per difendere i valori di un'Algeria «laica e moderna». Proprio in questi giorni, tra l'altro, un gruppo guidato da Leila Aslaoui, magistrato e presidente dell'Associazione delle famiglie delle vittime del terrorismo, era a Roma per sensibilizzare l'opinione pubblica sui maltrattamenti particolari cui sono sottoposte le donne da parte dei terroristi. Ben Bella ha criticato con asprezza l'attività di persone come la Aslaoui ed altre (senza fare nomi), sostenendo che ciò distoglie l'attenzione dal problema centrale, cioè l'avvio di un dialogo tra le varie opposizioni, incluso il Fronte islamico di salvezza (Fis), e il regime di Zeroual. Per l'ex presidente, «il problemadonna va risolto all'interno della nostra cultura islamica. Invece vediamo un tentativo di imporre un modello occidentale che non possiamo accettare e non accetteremo mai». Negli ultimi due anni il terrorismo islamico ha provocato la morte di oltre 550 donne. E negli ultimi mesi il numero di donne violentate o uccise dai terroristi è aumentato a tal punto da far pensare ad una vera e propria strategia dei Gruppi islamici armati (Già). Ben Bella ha spiegato: «E' vero, da un po' di tempo a questa parte il Già ha fatto sapere che se le donne integraliste tenute prigioniere dal regime non saranno liberate allora loro uccideranno )e mogli dei politici, le giornaliste e via dicendo. Ma ripeto che a mandare questo avvertimento è stato il Già, e non il Fis, che invece ha sottoscritto con noi gli accordi di Sant'Egidio. Noi abbiamo chiesto e faticosamente ottenuto dal Fis, proprio qui a Roma, di dichiararsi contro la violenza agli intellettuali, alle donne e ai bambini». Ben Bella è tornato più volte ad insistere che nel conflitto algerino muoiono «più uomini che donne» e che le cifre sono lì a dimostrarlo. Le oltre cinquecentocinquanta vittime di cui si parla, ha aggiunto, sono poca cosa rispetto alle migliaia di uomini rimasti uccisi in questi ultimi an¬ ni. «E non dimentichiamoci: sarà anche vero che qualche centinaio di donne sono state uccise dai terroristi, ma il regime liquida in massa le dorme dei terroristi». L'ex presidente algerino ha poi voluto chiudere la polemica sulle donne in questo modo: «Una dimostrazione del fatto che sono meno in pericolo rispetto agli uomini è il fatto che adesso in televisione si vedono quasi esclusivamente giornaliste donne». Andrea di Robilant «Non è vero che sono le vittime principali della violenza E' contrario alla nostra cultura» Ahmed Ben Bella: una filippica contro le donne vittime «minori» della guerra civile in Algeria

Persone citate: Leila Aslaoui, Liamine Zeroual, Zeroual

Luoghi citati: Algeria, Mda, Roma, Sant'egidio