Lascia morire di fame la figlia handicappata

Lascia morire di fame la figlia handicappata La ragazzina, 14 anni, era vittima di una paralisi cerebrale ma capiva e ascoltava la musica Lascia morire di fame la figlia handicappata Dopo il nuovo matrimonio, la madre l'aveva rinchiusa in una stanza WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Annie Marshall aveva una malattia grave che ne aveva portate tante altre. Ma nessuna di queste è riuscita a ucciderla. Ci ha pensato la madre e non e stato certo un caso di eutanasia. Kathrin Joan Alien ò stata arrestata al ritorno dal funerale della figlia ed è stata accusata di omicidio di primo grado. Rischia la condanna a morte. La bambina, 14 anni, soffriva delle devastanti conseguenze di una paralisi cerebrale, che le aveva parzialmente tolto la vista e l'udito, ritardando l'intero sviluppo. Quando e stata trovata morta nel suo letto, raccolta in posizione fetale, pesava 14 chili per il suo metro e 40 di altezza. Solo pochi mesi prima pesava il doppio. La spiegazione di quanto era successo era evi¬ dente, raccontata nei particolari da quel piccolo corpo esanime e da quella stanzetta sporca, che a Annie non era stato permesso di lasciare dallo scorso Natale. Kathrin, 30 anni, aveva avuto Annie da un uomo che non la sposò e la lasciò. Trovò successivamente un marito, dal quale divorziò. L'uomo, Wayne Alien, ha raccontato al «Daytona Beach News Journal» di aver cercato di ottenere l'affidamento della bambina al momento del divorzio, ma non ci riuscì per l'opposizione del padre naturale. La complicata vita sentimentale di Kathrin ebbo un'altra svolta quando la donna decise di mettere su casa con Lawrence Doyle Kuzmovich. Oltre a Annie c'erano tre bambini più piccoli, di 5, 4 e un anno. Kuzmovich ha ammesso, interrogato dalla polizia, che fu lui a suggerire che Annie ve¬ nisse messa in una stanza sul retro della casa, perché, ha raccontato, gli dava fastidio la puzza di urina prodotta dalla figliastra, dotata di uno scarso controllo della vescica. Ma spostare Annie, di per sé, non avrebbe significato granché se, oltre a questo, la madre non avesse anche smesso di darle da mangiare dopo averla chiusa a chiave. Qualche giorno fa, alle 7 del mattino, Kathryn è entrata nella stanza di Annie e la bambina, a differenza del solito, non ha fatto alcun movimento. Era successo quello che doveva succedere e, infatti, Kathryn, come niente fosse, richiuse la porta e servì la prima colazione alla famiglia. Poi Lawrence uscì per portare all'asilo due dei bambini e Kathryn rimase a casa con il piccolo. La polizia ricevette la telefonata che segnalava la morte di Annie solo alle 8, da La¬ wrence, che nel frattempo era tornato a casa: «Ci siamo svegliati questa mattina - ha detto semplicemente - e abbiamo trovato la figlia della mia ragazza morta nel letto. Chi dovremmo avvertire per questo?». E poi ha aggiunto: «Per la verità l'abbiamo trovata verso le 7, ma abbiamo pensato che fosse meglio fare finta di niente per un po' e portare i bimbi a scuola». Annie, se fosse stata curata e alimentata, avrebbe potuto vivere a lungo, meglio di molti altri handicappati. Era ritardata, ma non deficiente. Amava la musica e solo quando sentiva una certa canzone dei Beach Boys cominciava inspiegabilmente a singhiozzare. Bastava spegnare e finiva il pianto. Il titolo della canzone era «In my room», nella mia stanza. Paolo Passarmi

Persone citate: Annie Marshall, Joan Alien, Lawrence Doyle Kuzmovich, Wayne Alien

Luoghi citati: Washington