Confermato l'impegno a concludere la riforma prima delle regionali. Mercoledì nuovo incontro Pensioni Dini prepara un «ponte» di Roberto Ippolito

Confermato l'impegno a concludere la riforma prima delle regionali. Mercoledì nuovo incontro Confermato l'impegno a concludere la riforma prima delle regionali. Mercoledì nuovo incontro Pensioni, Dini prepara un «ponte» Il governo sta mettendo a punto un regime transitorio TORINO. L'invito è già partito. L'appuntamento c per dopodomani, mercoledì 5, a «casa» di Lamberto Dini. Il presidente del Consiglio attende a Palazzo Chigi il presidente della Confindustria Luigi Abete e i tre segretari delle confederazioni sindacali Ggil, Cisl o Uil, Sergio Cofferati, Sergio D'Antoni e Pietro Laicizza. Dini tenterà di forzare i tempi per riuscire a presentare al più presto il progòtto destinato a rivoluzionare il sistema previdenziale. «Cercherò di utilizzare i metodi che aumentino le probabilità di successo della riforma», spiega. Ai suoi collaboratori, il presidente del Consiglio ribadisce quali sono i passi da compiere per arrivare preparati all'appuntamento: innanzitutto preparare un documento che esponga in modo organico i contenuti della riforma delle previdenza obbligatoria e della previdenza integrativa; e in secondo luogo definire criteri e durata di uri regime transitorio che certamente servirà per consentire un passaggio morbido tra l'attuale regime e quello riformato. Finora Dini non ha parlato in pubblico di questo indispensabile «regime transitorio»: ma potrebbe essere il suo asso nella manica per accelerare l'accordo con le parti sociali. Includendolo addirittura nel testo della legge di riforma o, se più utile, stralciandolo e definendolo a parte. Intanto Dini, stuzzicato proprio dal presidente della Confindustria Abete;, che preme per un'iniziativablitz, ha parlato di pensioni sabato scorso a Torino, in occasione del convegno della Confindustria dedicato alle piccole imprese e organizzato personalmente dal vicepresidente Giorgio Fossa. «Lei ci deve aiutare, decidendo subito», ha fatto presente Abete. Fare presto significa presentare in Parlamento la proposta di riforma con il maggior anticipo possibile rispetto alle elezioni regionali del 23 aprile. Dini è consapevole che più ci si avvicina a questa data fatidica piii appare in forse il progetto. Lo stesso ministro del lavoro Tiziano Treu ipotizza che la trattativa con i sindacati si possa chiudere entro l'8 aprile. Dopo, «per fare un disegno di legge - sostiene - bastano ventiquattr'ore». A Torino Abete indica i rischi a cui si andrebbe incontro, secondo lui, qualora si arrivasse alle elezioni senza la riforma. Dopo il voto «il dibattito si sposterà sugli schieramenti» e nessuno più si preoccuperà della riorganizzazione del sistema previdenziale. Abete spinge. E Dini non si tira indietro. Ma c'è ancora molto da fare per arrivare davvero alla riforma. Non sarà facile per il governo mettere tutti d'accordo, imprese e sindacati. Il presidente del Consiglio e Treu insisteranno nel tentativo di trovare l'intesa nel corso delle trattative avviate ormai da diverse settimane? 0 avanzeranno una loro proposta indipendentemente dai risultati raggiunti? Abete ha sollecitato Dini a non guardare in faccia nessuno: «E' ora che lei faccia la sua proposta di riforma». Il presidente della Confindustria non apprezza molto la piattaforma messa a punto da Cgil, Cisl e Uil, definendola «debole e contraddittoria». Ma il governo non deve riuscire a districarsi solo fra le diverse soluzioni ipotizzate dalle parti sociali. Deve fare i conti con la confusa situazione politica e le contrastanti esigenze che affiorano nella fase pre-elettorale. Silvio Berlusconi, leader del Polo, ha definito «un pasticcio» il progetto sindacale. Gianfranco Fini, presidente di Alleanza nazionale, sostiene che il Parlamento «non prende ordini dalla triplice», cioè Cgil-Cisl-Uil. Il cammino della riforma non sarà quindi facile. Ma anche Fausto Bertinotti, se¬ 8rettóo£^ gretario di Rifondazioné comunista, avanza obiezioni. E ieri lo ha ricordato: «Quello che il movimento di autunno non ha permesso a Berlusconi, non deve essere permesso oggi a Dini». Bertinotti parla di «difesa delle pensioni di anzianità e difesa del rendimento». E inoltre invila Romano Prodi a prendere posizione sulla riforma delle pensioni. Ma proprio le forze di centrosinistra, nonostante l'appoggio al presidente del Consiglio, non sembrano molto propense ad accettare il varo della riforma prima delle elezioni regionali. Il pds non si sbilancia e sembra temere strumentalizzazioni elettorali. Gli stessi sindacati, poi, hanno fatto sapere che non intendono dare l'okay alla riforma senza consultare la base: il che significa che dopo un'eventuale intesa di massima, per il via libera sarà necessario attendere due-tre settimane per lo svolgimento di un referendum tra i lavoratori. Sono molti i punti scottanti che Dini e Treu devono ancora affrontare: nuovo metodo di calcolo delle pensioni, rendimento, pensioni di anzianità. Tuttavia, dalla tribuna di Torino, il presidente del Consiglio ha messo le mani avanti sull'obiettivo: «Il vincolo è chiaro a tutti: il sistema che stiamo costruendo dovrà portare a un equilibrio finanziario di lungo periodo». Per Dini si tratta di una scommessa storica: «Sarebbe immorale se tentassimo di ingannare le generazioni future». Roberto Ippolito ■IsrtÉHw Il ministro Tiziano Treu

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