PALLIDA E ' LA SPIA

PALLIDA E ' LA SPIA PALLIDA E ' LA SPIA «Un nome da torero» di Luis Sepùlveda Quasi un thriller tra Patagonia e Germania ceva: «Mi dispiace, Hans. Gli stessi di sempre sono sulle tue tracce. Ci vediamo all'inferno. Il tuo amico, Ulrich». «Be', prima o poi doveva succedere. Sono più di quarant'anni che aspetto. Vengano pure quando vogliono». Sono le parole mormorate dal cavaliere mentre rilegge la lettera «che il vento gli agitava tra le mani» e poi la scena si sposta. In tutt'altra parte del mondo: in Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo terso romanzo di Sepùlveda, enfant prodige delle lettere latinoamericane, vissuto in Cile (e lì subito la carcerazione) fino alla dittatura militare e poi, da quattordici anni, trasferitosi a Amburgo dove ha goduto (come ha detto lui stesso) «la meravigliosa avventura cosmopolita», porta dunque, come i precedenti, i segni della sua stessa esperienza esistenziale. Ma sono segni rimescolati, dispersi, in una vicenda che si sviluppa e srotola, appunto, per quarant'anni, tra la Patagonia e la Germania. Tra il presente che è poi un post passato di spie ex comuniste, di guerre e guerriglie combattute da Cuba al Nicaragua al Cile fino a un lontano, anzi remoto passato con un singolare furto di monete preziose compiuto da inconsapevoli soldati dell'esercito nazista. Il nome da torero è quello di Juan Belmonte, il protagonista, vittima del regime di Pinochet, mentre antago¬ nista diventa un ex ufficiale dello spionaggio della Repubblica Democratica Tedesca, dal nome e dalle caratteristiche meno qualificanti. Romanzo di spionaggio, dunque, quest'ultima prova di Sepùlveda? Così, in generale, lo ha definito la critica, dividendosi poi sul suo valore e sul suo significato, su una maggiore o minore carica romanzesca in confronto ai due precedenti e su una certa schematicità di intreccio. In realtà, forse, forse, trattandosi di uno scrittore molto originale, le cose sono un po' più complicate; l'apparenza è, sì, quella del romanzo di spionaggio, con tutto il suo ormai ben noto repertorio di armi, trucchi, identità nascoste,

Persone citate: Juan Belmonte, Luis Sepùlveda, Pinochet

Luoghi citati: Amburgo, Cile, Cuba, Germania, Nicaragua, Repubblica Democratica Tedesca