I'Italia riscopre il Cile libero di Fernando Mezzetti

U AMERICA LATINA Il presidente Frei a Susanna Agnelli: siamo diventati un Paese democratico I/Italia riscopre il Cile libero Prima visita di un ministro italiano dopo 30 anni SANTIAGO DAL NOSTRO INVIATO Dopo un'assenza di quasi trent'anni, autodissoltosi il regime autoritario di Pinochet, l'Italia ritorna in un Cile di democrazia ritrovata e di ininterrotto sviluppo economico. Susanna Agnelli è il primo ministro degli Esteri italiano a venirvi in visita ufficiale dopo Fanfani nel '67. Ed è, come in Argentina, un incontro con personalità che considerano l'Italia una seconda patria. Il presidente Eduardo Frei, 53 anni, ha studiato in Italia; il ministro degli Esteri José Insulza, 51 anni, ha trascorso in Italia alcuni anni dell'esilio dopo il golpe militare del '73. Particolarmente caloroso è stato l'incontro coi rappresentani della nostra comunità, che aveva sentito il peso del gelo nei rapporti fra i due Paesi nel periodo del regime militare, e che hanno prospet¬ tato problemi e richieste sui quali il ministro ha confermato il suo impegno. Nei colloqui ufficiali il ministro ha discusso il rilancio delle relazioni bilaterali e della presenza italiana in Cile, in un quadro di cooperazione politica che darà vigore a quella economica, favorendo il rapporto con l'Unione Europea. Non ci sono situazioni di sottosviluppo profondo su cui intervenire, né timori per la crisi messicana. Grazie alle riforme degli Anni Ottanta fatte dai militari che si erano rivolti alla scuola liberista dei «Chicago boys» di Milton Friedman, il Cile è da oltre undici anni in pieno sviluppo, e non è stato toccato dall'effetto tequila, poiché non dipende da investimenti stranieri. Il sistema previdenziale, completamente privatizzato, ha portato all'accumulo di oltre venti miliardi di dollari da parte dei fondi pensione che sostengono gli investimenti interni. I militari hanno avuto la mano dura, ma andandosene hanno lasciato un Paese in solido sviluppo. Con l'Europa il Cile vorrebbe avere un'associazione economica, e per questo conta sul sostegno di Italia e Spagna che nel '96 avranno la presidenza. La Agnelli, ringraziando per il sostegno cileno al nostro ingresso nel consiglio di sicurezza Onu, si è fatta anche latore del messaggio del presidente argentino Menem affinché il Cile entri nel Mercosur, la comunità economica regionale in formazione, con la quale l'Unione Europea avrà rapporti istituzionali. Per la cooperazione economica, è stata anche qui espressa la nuova linea italiana di sostegno finanziario e tecnico allo sviluppo di piccole e medie imprese, per i quali sono stati identificati vari settori, dall'a- limentare al tessile. Frei ha confermato al ministro Agnelli il vigore della ritrovata democrazia: capo di una coalizione di democristiani e socialisti, è da fine '93 il secondo presidente democraticamente eletto, succedendo a Patricio Alwyn che da fine '89 ha guidato la transizione dal regime militare. Pinochet resta a capo delle forze armate, alle quali è riservato su designazione il 25 per cento dei senatori. Di questo egli stesso, nel palazzo della Moneda, ha parlato in un breve incontro coi giornalisti, nel quale, sottolineando l'importanza della visita per arrivare «a relazioni più profonde», ha aggiunto: «Il Cile è una democrazia matura, che si è andata consolidando. Abbiamo fatto una transizione importante, che ha le sue particolarità, ma il Cile avanza con grande senso del futuro e ha fatto molti progressi». Ma le residue prerogative dei militari non ne fanno una democrazia imperfetta? «Ogni costituzione può avere elementi di imperfezione. Ma il processo di rinnovamento avanza, e ciò che è stato fatto è certo superiore alle aspettative interne ed estere. Pochi pensavano che in quattro-cinque anni il Cile si trovasse nella condizione di ora. Dobbiamo perfezionare, ma le istituzioni democratiche funzionano». Fernando Mezzetti Il presidente cileno Eduardo Frei