Il Garante li boccia e minaccia multe miliardarie. Replica: è cominciata la congiura del silenzio La Fininvest autosospende i suoi spot di Maria Grazia Bruzzone
Il Garante li boccia e minaccia multe miliardarie. Replica: è cominciata la congiura del silenzio Il Garante li boccia e minaccia multe miliardarie. Replica: è cominciata la congiura del silenzio La Fininvest autosospende i suoi spot Bangemann: no al monopolio tv ROMA. Venti di guerra in nome della par condicio. Il Garante riboccia i nuovi spot Fininvest sui referendum tv, minacciando multe salate. I progressisti attaccano il Biscione e denunciano a Santaniello Funari news e Sgarbi quotidiani per violazioni delle regole. E a questo punto la Fininvest sceglie la strada del vittimismo, forse accogliendo il consiglio suggerito dello stesso Sgarbi a Berlusconi l'altra sera, «Ad armi pari». Sospende i nuovi comunicati-spot. Sospende i politici, non solo dal Costanzo show ma da tutte le trasmissioni. E contrattacca con un comunicato durissimo intitolato significativamente «E' iniziata la congiura del silenzio». Che esordisce: «L'operazione di oscuramento virtuale delle televisioni Fininvest è iniziata. Essa ha per obiettivo il silenzio dell'etere, la censura per via amministrativa di opinioni, informazioni, idee, la liquidazione del grande patrimonio di pluralismo rappresentato dalle tv Fininvest, le prime a rompere il monopolio Rai in Italia». Insomma, è battaglia, con l'approssimarsi delle fatidiche elezioni e la data certa dell'ancor più fatale referendum. Mentre, non a caso, in Parlamento è ferma la par condicio-bis che dovrebbe fra l'altro attenuare le norme su conduttori e giornalisti. Bloccata la legge sul cda della Rai con la relazione fiume di Francesco Storace che, sempre secondo Sgarbi (ma qui in quanto presidente della commissione Cultura), «potrà andare avanti fino al 23 aprile». Diluito il dibattito sull'antitrust alla commissione Napolitano, in attesa delle proposte di legge di An e di Forza Italia, più volte annunciate, ma non ancora arrivate. Rinviata al 28 aprile la discussione alla Camera della legge sul «blind trust» appena approvata al Senato. E Francesco D'Onofrio, un uomo chiamato «cavillo», commenta sardonico: «Qui, fino a dopo le elezioni tutto resta fermo. Quelle quattro cose sono ormai troppo intrecciate». Tutto, ieri, comincia con un annuncio trionfalistico del «Comitato per il Sì» (al referendum). «Il Garante ha emesso 180 prov¬ vedimenti nei confronti di Rti per violazione della par condicio, per altrettanti spot antireferendari. Per ogni violazione la Fininvest rischia multe da 50 a 500 milioni». Che moltiplicati per 180 fanno da 9 a 90 miliardi. Un bel po' di soldi. Ma Santaniello più tardi ridimensiona la notizia: i nuovi spot in odore di violazione sono molti meno. Intanto, i pidiessini Mussi e Vita denunciano la trasmissione di Sgarbi «che continua a andare in onda in palase violazione» e quella di Funari, «che ha ospitato negli ultimi tre giorni Vittorio Sgarbi, Fabrizio Del Noce e Franco Zeffirelli, tutti deputati di F.I., e il 27 marzo ha trasmesso in diretta una lunga sequenza del comizio di Berlusconi dal teatro Manzoni». Mentre Mauro Paissan se la prende col Biscione per la vicenda di Costanzo «vittima di un'operazione politica che usa il terrorismo per altri obiettivi: colpire le trasmissioni che hanno una tradizione di equilibrio per rivendicare licenza di scempio nel resto della program- inazione e negli spot». Iniziative che hanno fatto imbestialire la Fininvest che nel suo comunicato li bolla come «poco autorevoli censori». E precisa: «La presenza di politici è stata sospesa per motivi cautelari, in attesa che si definisca il quadro legislativo». Lunedì Santaniello vedrà sia gli uomini Fininvest che Funari. Ma l'attesa del nuovo «quadro legislativo» (leggi «par condicio-bis») rischia di protrarsi. Il nodo è la propaganda elettorale, che il Polo vuole a pagamento su tutte le emittenti, nazionali e locali. La maggioranza vorrebbe gratis per le nazionali e semi-apagamento sulle locali. Con Gambino che propone di estendere la formula del «semi» anche alle nazionali, e festa finita. Ma la maggioranza tiene duro. E Bassanini minaccia: «Scriveremo a Dini. Se il ministro vuol fare un decreto contro la maggioranza, voteremo contro. Non solo. Chiederemo le sue dimissioni». Maria Grazia Bruzzone Il Garante per l'editoria Giuseppe Santaniello
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