Ratzinger e la pena di morte «Va riscritto il Catechismo»
Sul tema della pena capitale il pontefice compie un passo verso l'abolizione Ratzinger e la pena di morte «Va riscritto il Catechismo» VERDETTO «RIVISTO» CCITTA' DEL VATICANO AMBLA il tono ma non la sostanza, sul tema della pena di mone, tra l'enciclica e il «Catechismo della Chiesa Cattolica». La polemica è destinata a non finire tanto presto, nonostante le assicurazioni del cardinale Ratzinger che il passaggio incriminato del «Catechismo» verrà riscritto. Il riferimento è al paragrafo 2266, situato nel capitolo relativo al «Non uccidere», in cui appunto si spiega che la difesa del bene comune impone alle autorità di mettere gii aggressori in condizione di non nuocere infliggendo «pene propor- . zionate alla gravità del delitto, senza escludere, in casi di estrema gravità, la pena di morte». Giovanni Paolo II. nella sua enciclica, colloca la pena di morte allo stesso punto, cioè parlando della legittima difesa. Riconosce che nei confronti della pena capitale si fa strada ìa richiesta di una «totale abolizione», sottolinea una volta di più che l'autorità dello Stato «deve farsi vindice della violazione dei diritti personali e sociali», infliggendo a1, colpevole una «adeguata espiazione» che comunque gli consenta di redimersi. E qui arriva il dunque: «Proprio per conseguire tutte queste finalità, la misura e la qjalità della pena devono essere attentamente valutate e decise, e non devono giungere alla misura estrema della soppressione del reo se non in casi di assoluta necessità, quando cioè la difesa della società non fosse possibile altrimenti». Comunque, conclude il Papa, «a seguito dell'organizzazione sempre più adeguata dell'istituzione penale, questi casi sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti». A dispetto de! troppo affrettato entusiasmo dei radicali nostrani, non c'è dunque una correzione totale di rotta o una sconfessione del « Catechismo», ma al massimo solo un cambiamento di tono, che lascia scontenti quei settori che dall'interno della Chiesa avevano criticato l'avallo al'.a forca. Nel 1993 la stessa «Civiltà Cattolica», autorevole periodico dei Gesuiti, facendosi interprete di una sensibilità diffusa, aveva auspicato una revisione del «Catechismo», mai arrivata. Si sa anche che i vescovi statunitensi hanno preavvisato delle reazioni negative dei loro fedeli ad una sostanziale revisione, in quanto nell'opinione pubblica americana, anche cattolica, l'utilità e la necessità della massima pena è convinzione diffusissima. Quanto poi ai «casi rari» di cui parla Giovanni Paolo II, Amnesty International, da sempre in prima fila contro la pena capitale, rende noto che nel mondo l'anno scorso sono state eseguite 2 mila condanne, di cui oltre mille solo in Ci¬ na. Nei primi tre mesi del 1995 abbiamo avuto 13 esecuzioni negli Stati Uniti, 28 in Arabia Saudita. 9 a Singapore, 68 in Iraq, 30 in Cina, 6 in Libia e 4 in Egitto. Inoltre, la pena di morte è prevista nei cedici di 97 Paesi e quindi non si tratta affatto di casi rari. In Vaticano venne abolita solo nel 1969, da Paolo VI, con la riforma 1 delle leggi penali che ha in i pratica adeguato la legislazioi ne in materia a quella italiana. Luca Tornasi Sul tema della pena capitale il pontefice compie un passo verso l'abolizione «Il patibolo può giustificarsi solo come forma di legittima difesa» «L'espiazione deve consentire sempre di più la redenzione» LE ULTIME ESECUZIONI 1995 {gennaio - marzo) IRAQ " 68 CINA 30 ARABIA SAUDITA 28 USA 13 SINGAPORE 9 LIBIA " 6 EGITTO 4 1994 TOTALE 2000 L'esecuzione trasmessa da Mino Damato che suscitò polemiche
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Luca Tornasi, Mino Damato, Paolo Vi, Ratzinger
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