INTERVENTO «Nuova cultura della vita L'ultima sfida al mondo»

In 120 pagine un atto di accusa contro i «potenti della Terra» e «la cultura antisolidaristica» INTERVENTO «Nuova cultura della vita L'ultima sfida al mondo» :■■ ■: ■■ VANGELIUM Vitae», vangelo della vita: dopo la «Veritatis Splendor» Giovanni Paolo II interpella di nuovo la coscienza degli uomini. L'enciclica, che ho letto con viva gratitudine e adesione filiale, riafferma gli insegnamenti della Chiesa sulla vita umana, preziosa e inviolabile (cfr. n. 41, formula una diagnosi sulle attitudini della società contemporanea e propone, sotto forma di sfida al mondo, una nuova cultura della vita. La vita umana si presenta, fui dal titolo dell'enciclica, come un valore evangelico inseparabile dalla ((buona novella» dell'amore di Dio verso gli uomini. La Chiesa non può sottrarsi al comandamento che protegge la vita: «Non ucciderai». E' una esigenza fondamentale della ragione umana e della convivenza sociale. E' consuetudine del Papa sviluppare un discorso accessibile a tutti, per mostrare che la luce trascendente della Rivelazione conferma e consacra la scoperta naturale della verità. L'enciclica nasce dal desiderio unanime dei cardinali, espresso nei concistoro straordinario del 1991, e si basa sulla consultazione effettuata con tutti i vescovi del mondo (cfr. n. 62). La dottrina contenuta nella «Evangelium Vitae > si fonda sulla parola di Dio; è stata trasmessa dalla Tradizione della Chiesa e insegnata dal Magistero ordinario e universale: questo significa - come indica la «Lumen Gentium» al n. 25 - che ha carattere di infallibilità. Così, in termini molto solenni, Giovanni Paolo n insiste sul fatto che l'omicidio (n 57), l'aborto voluto come fine o come mezzo (n. 62) e l'eutanasia fn. 65) sono «disordini morali molto gravi». Questi giudizi non hanno altro fine che quello di proteggere la «dignità quasi divina» della vita umana, «immagine della gloria di Dio» (n. 84). La minaccia che incombe sulla vita dell'uomo ha l'età di Caino. Nel meditare lungamente sul senso della morte di Abele, il Papa non ignora che nella nostra epoca sono stati fatti indubbi progressi nella lotta contro la sofferenza e contro le cause della mone. Però Giovanni Paolo II non tralascia di segnalare che, proprio nei nostri giorni, si moltiplicano le minacce alla vita, nella sua fase nascente e nel suo stadio terminale. Pericoli inaccettabili perché sono volontariamente cercati. La de¬ :■:.:■ ■: ■; .. "; 1383 ■ ■ bolezza degli individui non è l'unica causa di uno stato di cose che ha radici culturali, giuridiche e politiche. Esistono vere «strutture di peccato», strumenti di una «cultura antisolidaristica», che conducono a una «cultura della morte» (cfr. nn. 12 e 24). D'altra parte, determinati crimini diventano più iniqui quando si cerca di giustificarli. Costituisce un dramma per l'umanità il fatto che i sistemi giuridici legittimino e gli Stati garantiscano, in nome della libertà, non solo la soppressione di vite innocenti, ma anche il disorientamento delle coscienze. Si tratta di una perversione di quanti si professano difensori della persona umana: in questo modo la uccidono due volte. Anche senza limitarsi ai casi estremi della soppressione della vita, Giovanni Paolo II mostra come la perdita del senso di Dio porta a una concezione utilitaristica e edonistica della vita e della sessualità, attraverso il rifiuto della responsabilità di fronte alla procreazione, alla sofferenza e alla morte. Lucidità non significa pessimismo. La misericordia si allea con il rigore della verità: il Papa . sa vedere, proprio in quelle persone i cui atti ha qualificato così gravemente, le vìttime che ri-' chiedono aiuto e guida. L'auda: eia gli fa superare la rassegnai zione: Giovanni Paolo II chiama gli uomini di buona volontà a intraprendere una mobilitazione generale delle coscienze, per realizzare uno sforzo etico comune, per forgiare un nuovo stile di vita (n. 98). Desidererei sottolineare la speranza e la fiducia che suscita questo testo, che invita a molteplici iniziative. Le diverse professioni, unitamente al mondo della cultura, della politica e della comunicazione, le varie forme di associazione e, alla fine, la famiglia presentano una proposta aperta nel panorama di questa «grande strategia al servizio della vita» (n. 95), che il Papa disegna per il mondo e per la Chiesa. L'umanità intera soffre per ogni forma di violenza esercitata contro la vita umana innocente. Però è anche certo che in ogni atto di rispetto della vita e in ogni cuore che si converte e sa vedere l'immagine di Dio nel volto dell'uomo, è l'umanità intera che ne esce vittoriosa. Javier Echevarria Vescovo prelato dell'Opus ria E sDei I

Persone citate: Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Javier Echevarria