La scomunica di Wojtyla

DOGMA E DEMOCRAZIA Presentata l'enciclica sulla vita La scomunica di Wojtyla DOGMA E DEMOCRAZIA L, ENCICLICA Evangeliitm vitae ripropone le posizioni della Chiesa su aborto, contraccezione, fecondazione artificiale, sperimentazione sugli embrioni, eutanasia con un linguaggio radicale in precedenza non conosciuto. Su questi temi, la dottrina del «male minore» - che in passato, almeno nel chiuso dei confessionali, aveva consentito tanti umani accomodamenti dei princìpi col vivere quotidiano e le sue miserie - è completamente taciuta. Il linguaggio è quello del dogma, questa volta non in materia di fede, ma di morale. Formule come «con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi successori, in comunione con tutti i vescovi... dichiaro che...», nonché la ribadita scomunica automatica per tutti coloro che collaborano o non si oppongono a quelle che si definiscono le strutture di morte, fanno pensare che ci sia stata, prima di tutto, l'esigenza di un richiamo all'unità dell'intero mondo cattolico, sulle questioni fondamentali della vita e della morte. Una unità che quest'Enciclica ci dice che non è presupposta, ma deve essere imposta. Non sappiamo se questo radicale richiamo ex auctoritate (la parola «infallibilità» non è pro¬ nunciata ma - come osservato dal card. Ratzinger - nel contesto è addirittura superflua) avrà la forza di chiudere la discussione nella Chiesa. Penso soprattutto alle posizioni più possibiliste che sono sostenute non tanto nei Paesi sviluppati dell'«edonismo individualistico», ma in quelli socialmente ed economicamente disastrati del Terzo e Quarto Mondo, dove le parole del Papa risuoneranno d'una durezza che noi non ci possiamo facilmente immaginare. Un grande dramma è in corso nella Chiesa e tutti lo devono guardare almeno con attenzione e rispetto, come tutte le volte in cui la dura verità da cui qualcuno si sente infiammato viene a contatto con le altrettanto dure esigenze della vita. Ma il messaggio papale non è indirizzato solo ai cattolici. Dobbiamo certamente riconoscere, come una manchevolezza, la passività, addirittura una sorta di addormentamento etico, sui temi della vita e della morte nelle nostre società. I vari «comitati etici» che qui e altrove dibattono queste questioni, sono gocce in un mare di indifferenza. Per questo, è possibile che la frustata cada su un corpo incapace di reagire. Quando il Papa Gustavo Zagrebelsky CONTINUA A PAG. 4 SESTA COLONNA

Persone citate: Gustavo Zagrebelsky, Quarto Mondo, Ratzinger, Wojtyla Dogma