Per il governo «le critiche alla centrale nucleare vengono da tecnici analfabeti» «Stop a Cernobil? Dateci 3400 miliardi» di Marco Ansaldo

Per il governo «le critiche alla centrale nucleare vengono da tecnici analfabeti» Per il governo «le critiche alla centrale nucleare vengono da tecnici analfabeti» «Stop a Cernobil? Dateci 3400 miliardi» Kiev tranquillizza l'Occidente: non ci sono rischi KIEV DAL NOSTRO INVIATO «Chi ha diffuso il timore di una nuova esplosione a Cernobil è tecnicamente un analfabeta». Mikhail Umanets, il presidente del Comitato ucraino per l'Energia nucleare, non ama le perifrasi. Ieri ha tenuto una conferenza stampa per spiegare quanto ci sia di sbagliato nel ritenere prossima una catastrofe come quella dell'86. «Tutta propaganda in vista del 10 aprile», ha spiegato. In quella data, infatti, si riunirà il Consiglio dei ministri per valutare la chiusura della centrale nucleare. Con la diffusione di notizie allarmistiche come il rapporto pubblicato domenica dall'«Observer» - i governi europei intenderebbero accentuare la pressione sugli ucraini perché spengano i reattori accettando un indennizzo in dollari ritenuto insufficiente. Proprio il servizio dell'«Observcr» ha riproposto il problema della pericolosità di Cernobil a nove anni dall'esplosione del 26 aprile 1986, i cui effetti non sono stati ancora del tutto esplorati. Rifacendosi a uno studio di tecnici e scienziati europei, il giornale inglese sostiene che le strutture della centrale e del sarcofago che contiene il reattore numero 4 (quello che provocò il disastro nucleare) sono pericolanti. I supporti potrebbero cedere da un momento all'altro e dalle crepe che già esistono nelle strutture di protezione è probabile che fuoriesca del materiale contaminato: la catastrofe sarebbe nell'aria. «Ciò che è stato scritto mi ha scosso profondamente - ha detto Umanets - ma è un lavoro propagandistico e scritto da chi tecnicamente è un analfabeta». Ma lei può escludere un incidente tecnico a Cernobil? Si parla di una ciminiera che potrebbe crollare sulle altre strutture. «La ciminiera non può cadere su un oggetto che si trova sulla sua verticale e quanto al terzo reattore non è alla sua portata. L'esplosione del quarto reattore - risponde il capo della lobby nucleare ucraina - non è pensabile, c'è soltanto una probabilità infinitesimale di una reazione a catena spontanea, che non determinerebbe un'esplosione e i cui effetti si noterebbero a non più di dieci chilometri dal centro. Sono convinto che con il sarcofago attuale non ci sia pericolo per almeno dieci anni, anche se saremmo più tranquilli con uno nuovo». Esiste inoltre il pericolo di un'esplosione provocata da uno dei terremoti che scuotono di frequente l'Ucraina. Quali garanzie può offrire un impianto ormai lo- goro com'è Cernobil? «Il problema dei terremoti è mondiale. Nel '91, una scossa di terzo grado non provocò conseguenze e nell'86, dopo l'esplosione, il terzo reattore funzionò per altre 24 ore. Sono convinto che il terzo reattore possa resistere a terremoti fino al 6° o 7° grado della scala Richter e qualunque fatto si verificasse nel quarto reattore non lo investirebbe». Se i toni sono rassicuranti, la so¬ stanza delle cose induce a credere che Cernobil rimanga un impianto a grandissimo rischio. Il quarto reattore è comunque in condizioni precarie: l'incubo di una nuova catastrofe è molto più reale di quanto si voglia far credere. Tutto questo mentre gli effetti della tragedia di nove anni fa mantengono viva la paura. Le radiazioni anche ad anni di distanza provocano morti e malattie. Non c'è niente di quanto viene coltivato in queste terre che non porti con sé il sospetto della contaminazione. Solo la povertà del Paese impone alla gente di vincere anche la paura. La centrale resta una fonte di lavoro: a Slavutic, 30 mila persone, l'intera economia poggia sugli stipendi di chi lavora ai reattori e nell'indotto. Il governo ucraino, che aveva promesso di spegnere tutto entro il '93, vuole un aiuto un aiuto economico adeguato. L'offerta della comunità internazionale si è fermata a meno di un miliardo di dollari. La richiesta è di due. Il 10 aprile il Consiglio dei ministri dovrà decidere. Probabilmente, nonostante le rassicurazioni dei tecnici, stabilirà di chiudere l'impianto. Ma i tempi per arrivarci saranno lunghi e la trattativa economica pesante. «In fondo si è parlato molto di un aiuto europeo ha ironizzato Umanets - ma finora abbiamo visto solo tre milioni e mezzo di Ecu (per il progetto Alliance, n.d.r.) e l'articolo sull'Observer». Marco Ansaldo Un'immagine della centrale nucleare di Cernobil nella quale si verificò il catastrofico incidente del 26 aprile di nove anni fa UCRAINA

Persone citate: Mikhail Umanets, Richter, Umanets

Luoghi citati: Kiev, Ucraina