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Kohl blocca le armi alla Turchìa di E. N.

Risepoltura solenne per l'ex sovrano, giardiniere ai tempi di Mao, reso famoso da Bertolucci La guerra ai curdi Kohl blocca le armi alla Turchìa BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Cresce la tensione fra Bonn e Ankara. La campagna dell'esercito turco contro la guerriglia curda in Iraq ha convinto il governo federale tedesco a bloccare una vendita di armi per un valore di 150 milioni di marchi, quasi 180 miliardi di lire. Per la Turchia si tratta di una nuova falla nel principale «rapporto speciale» con un Paese europeo. Invitando il governo della signora Tansu Ciller a risolvere il problema curdo «con mezzi politici» e non militari e a «ritirarsi rapidamente» dall'Iraq, il ministro degli Esteri Klaus Kinkel ha fornito ieri i dettagli: l'ultima tranche di un pacchetto di aiuti militari previsto dagli accordi bilaterali nell'ambito Nato non sarà consegnata. Si tratta di carri armati, cingolati, automezzi anfibi e a gomme, pezzi di ricambio. Lunedì la coalizione guidata dal cancelliere Kohl aveva già congelato aiuti per 150 milioni di marchi all'alleato Nato indispensabili ad Ankara per il pagamento di due fregate lanciamissili ordinate dalla Marina turca a un cantiere tedesco. Il denaro, aveva precisato Bonn, resterà in Germania finché le truppe turche resteranno in Iraq. «Per noi è stato uno choc ha commentato il ministro Kinkel - venire a sapere dal presidente Demirel che l'operazione militare in Iraq potrebbe durare anche un anno». Nei giorni scorsi la rete televisiva Ard aveva mostrato carri armati appartenenti all'ex esercito della Ddr impiegati dai turchi in operazioni anticurde. L'uso delle armi - riconosciute da esperti militari - aveva sollevato aspre proteste nel Paese. [e. n.]

Persone citate: Demirel, Kinkel, Klaus Kinkel, Kohl, Tansu Ciller