«Schengen? Colpa del Parlamento» di Fernando Mezzetti

«Schengen? Colpa del Parlamento» Il ministro degli Esteri: sulle frontiere europee nulla da rimproverarmi «Schengen? Colpa del Parlamento» Susanna Agnelli: il voto ora non cambia nulla SANTIAGO DAL NOSTRO INVIATO «Per l'inadempienza italiana sull'apertura delle frontiere, il governo non ha nulla da rimproverarsi. E' il Parlamento che non ha fatto il suo dovere». In volo da Buenos Aires a Santiago del Cile, seconda tappa del viaggio in Sud America, il ministro degli Esteri Susanna Agnelli torna mentalmente in Italia, pensando alle polemiche sull'inattuato accordo di Schengen e alle sorti del governo. «Noi abbiamo giurato il 17 gennaio. Il primo febbraio ho scritto a Irene Pivetti, dicendole che se non si fa una legge sulla protezione dei dati non si può dare attuazione a Schengen». Ha avuto risposta? «No. Penso che ora avremo una corsia preferenziale. Prima bisogna che questa legge passi, poi si potranno collegare i terminali alla centrale di Strasburgo. Mi auguro si possa fare tutto entro fine anno. Dini mi ha detto: "Dire che è colpa del mio governo se Schengen non si applica è assurdo". In questo caso è il Parlamento che non ha fatto il suo dovere». E che ne dice della mancanza del numero legale a Montecitorio sulla legge sulle direttive comunitarie? «Fanno male, perché, se anche tornassero al governo, loro si troverebbero emarginati dall'Europa». La sua visita in Argentina? «Sono molto soddisfatta di come abbiamo re-impostato i rapporti. Ho parlato al telefono con Dini e l'ho messo al corrente dei risultati. Gli ho detto anche che fa un gran caldo, e che sono stati tutti molto carini. Lui mi ha detto: "Se questo governo dura verrò anch'io in Argentina". Intanto, con questa inadempienza per Schengen, una volta di più all'estero si dirà che gli italiani arrivano in ritardo. Dal primo gennaio del '96 avremo la presidenza dell'Unione Europea, mi auguro che questo contenzioso sia risolto prima». Visto che si parla di viaggio in Argentina, e di Unione Europea, lei pensa che Dini ne sarà presidente? «Mi è sembrato abbastanza ottimista per la verità. Ma vedete, racconterò una cosa privata, da non scrivere, ma che aiuta a capire. Ho parlato col presidente del Senato, Carlo Scognamiglio, che come voi sapete è stato mio genero, e che negli ultimi tempi scrive pro-elezioni. Gli ho domandato "Carlino, perché scrivi questo?". E lui: "Ma no, non possiamo andare alle elezioni in questo momento. Prima si va, peggio sarà ". "Ma allora perché scrivi il contrario?"». Il ministro Agnelli non riferisce la risposta del presidente del Senato. A mo' di commento, si stringe nelle spalle con un sorriso soave. Signor ministro, questa sua confidenza è molto carina. Ci autorizzi a riferirla. La signora fa il bis del sorriso, poi dopo un attimo di perplessità: «Ma sì, scrivete pure». Citando il genero o il presidente del Senato? «Il genero. E' meglio. Comunque, voglio dire che secondo me se si va a elezioni col quadro politico di oggi non si cambia niente. Per quanto mi riguarda, personalmente spero di non essere ministro degli Esteri quando l'Italia assumerà col primo gennaio la presidenza europea. E' troppo faticoso». Fernando Mezzetti LA POLEMICA

Persone citate: Agnelli, Carlo Scognamiglio, Dini, Irene Pivetti, Susanna Agnelli