Forrest, figlio indesiderato

Forrest, figlio indesiderato Forrest, figlio indesiderato Bloccato per 9 anni: alle spese contribuiscono attori e regista LOS ANGELES. Il successo, si sa, ha sempre molti genitori. E così adesso che «Forrest Gump» ha vinto sei Oscar, ottenuto incassi multimiliardari e fatto dibattere mezzo mondo, attorno ai difetti e alle virtù del gumpismo, tutti vogliono attribuirsene la paternità. Lunedì sera sul palco dell'Academy Tom Hanks, il regista Robert Zemeckis, i produttori, lo scrittore che ha adattato la sceneggiatura si sono congratulati a vicenda per il loro acume, per aver creduto nelle possibilità del film. Ma per nove lunghi anni nessuno ha voluto avere a che fare con «Forrest Gump». Era un'idea che ha gironzolato da uno studio all'altro alla ricerca di qualcuno disposto a credere nel suo potenziale. «Forrest Gump non risponde a nessuna delle regole che sulla carta dovrebbero rendere un film interessante - riconosce Zemeckis -. Non c'è cattivo, non c'è gara contro il tempo, non c'è bomba sull'aeroplano, non c'è nessuno di quegli ingredienti che ci hanno insegnato nelle scuole di cinema». La prima a credere in «Forrest Gump» è stata la produttrice Wendy Finerman, che lesse il libro di Winston Groom alla sua uscita nell'85. E per molti anni è rimasta anche l'unica. Lo portò alla Warner, ma non se ne fece niente. Poi lo girò alla Columbia e anche qui venne respinto. Perché rischiare in un film così poco convenzionale? A quel punto la Finerman è approdata alla Paramount e qui ha avuto la fortuna di imbattersi nella nuova presidentessa della divisione cinema, Sherry Lansing, che per prima mostrò discreto interesse. La Finerman ha finito per portare a bordo anche Robert Zemeckis e dopo una serie di rifiuti da parte di Nick Nolte, John Goodman, Dustin Hof- fman, Michael Keaton e Robin Williams riuscì a convincere anche Tom Hanks. Un po' titubante, la Lansing nel '93 dieve finalmente il via, con un chiaro limite: quaranta milioni di dollari e non un centesimo in più. Ma Zemeckis presto si rese conto del fatto che con quel budget non avrebbe potuto usare gli effetti speciali delia Industriai Light and Magic, la compagnia di effetti speciali di George Lucas. Come fare «Forrest Gump» senza le sue visite ai presidenti Kennedy, Johnson e Nixon? «Volete quelle scene? Bene, e allora prendetevi i soldi dai vostri compensi. E poi, se ci saranno, ve li riprenderete indietro come percentuali sugli incassi dei film», è stata la risposta della Lansing. Una risposta di cui adesso la Paramount è pentita. Perché «Forrest Gump», tra botteghino Usa, mercati internazionali e distribuzione video potrebbe generare la favolosa cifra di un miliardo di dollari. E Tom Hanks, che doveva prendere «appena» otto milioni di dollari, adesso con le percentuali finirà probabilmente per incassarne 40. La Paramonut era talmente poco convinta del film che quando sono finite le riprese e il cast ha deciso di fare una festa, si è rifiutata di pagare 20 mila dollari per il vino e le tartine. Due giorni dopo la consegna dell'Oscar a Hanks per «Philadelphia», Zemeckis ha invitato i boss dello studio a una proiezione speciale del film. E' stato solo in quel momento che hanno riconosciuto in quella storia così singolare il potenziale per un film di grandissimo successo. E che tutti, improvvisamente, sono diventati mamma e papà di Forrest Gump.

Luoghi citati: Columbia, Los Angeles