La verità sulle Fosse Ardeatine; «nonnismo», mal di caserma di Marco Vallora

La verità sulle Fosse Ardeatine; «nonnismo», mal di caserma lettere AL GIORNALE La verità sulle Fosse Ardeatine; «nonnismo», mal di caserma La scuola e il passato Ho lasciato la scuola appena da quattro anni, ma il rovesciamento di tutti i valori è stato così impetuoso da stravolgere la storia recente del nostro Paese, ed io mi sto chiedendo quasi quotidianamente con quale animo entrerei in classe oggi per raccontarla, quella storia -fascismo,Resistenza, Costituzione - a cui solevo avvicinare i miei alunni fin dal primo anno della scuola media, raccomandando loro sempre indipendenza di giudizio e consapevolezza, bagagli necessari per crescere. I giovani oggi o non sono affatto informati o vengono suggestionati da un insegnamento deformato. Colpa e responsabilità di chi tiene a stravolgere la verità. A conferma un episodio di questi giorni. Il Circolo «Giustizia e Libertà», presieduto da Aldo Garosci, nel 50" anniversario della Liberazione ha presentato il volume Roma citta prigioniera, 8 settembre '43 - 4 giugno '44. Relatore Cesare De Simone con intervento di Rosario Bentivegna. A un certo punto un giovane, attillato in un vestito grigio, inconfondibile, colletto della camicia alto, capelli a spazzola, accompagnato da altri tre come lui, ha chiesto la parola, si è presentato e ha detto di appartenere ad Alleanza Nazionale. Su via Rasella, sulle Fosse Ardeatine, sui partigiani, sulla Resistenza ha detto cose che con la realta storica non avevano niente a che vedere, frutto di un ritornello, ahimé, fin troppo noto, di pura marca fascista, falso, provocatore, arrogante, di un'arroganza mascherata. Ignorante soprattutto. Dove aveva studiato? In una scuola privata. Cosa fanno ora? Laureati, frequentano la scuola di partito. Vengono addestrati alla menzogna, purtroppo. Il fascismo non è morto. La costituzione va difesa. I troppi tentativi di delegittimazione devono essere fermati. Mai come ora la scuola laica è responsabile delle nuove generazioni. «Chi non conosce il passato è condannato a riviverlo». Che si insegni la verità della nostra storia, o tutte le sofferenze passate saranno state inutili. La memoria va coltivata come un campo di grano. Neva Pellegrini Baiada, Roma Mammismo e nonnismo Alle dichiarazioni apparse sui quotidiani nazionali del 26 m.c. fatte dai Gen. Venturoni e Incisa di Camerana, l'A.N.Ge.Sol. risponde: non è vero che il nonnismo è stato sradicato, sono dichiarazioni vergognose e inaccettabili perché ogni comandante di caserma è a conoscenza che esiste nelle camerate, non solo, ma con il loro tacito consenso, lasciano che si perpetui di scaglione in scaglione questa abominevole pratica, perché, secondo loro, serve per rafforzare le pappe-molli, quali sono i giovani italiani di oggi. Il nonnismo vige in particolare nei corpi speciali, para, alpini, bersaglieri. L'aggressività è di casa, altrimenti come potrebbero essere pronti ad una eventuale offensiva? I generali Venturoni e Incisa dimenticano i casi eclatanti avvenuti in gennaio '94 alla Caserma Bastianini alla Maddalena; in marzo '94 alla Caserma S. Barbara di Milano; in maggio alla Casenna Rossi dell'Aquila; ancora in maggio alla Casenna Verdone della Brigata Alpina Tridentina, e quanti altri che sono passati sotto silenzio ma che ne portano le conseguenze e le porteranno per tutta la vita, perché a seguito di atti di nonnismo, sono molti i giovani che sono seguiti dalla psichiatria; e qui non ci può smentire nessuno. Quello che manca dentro le caserme, in particolare dentro le camerate, durante le ore notturne, è la sorveglianza fatta da persone adulte, non caporaletti od ufficialetti. Altro argomento che l'Associazione deplora, è ridicolizzare l'intei-vento delle famiglie che viene comunemente chiamato «mammismo». In prevalenza, è vero, sì, sono le mamme che si rivolgono ai comandanti di caser- ma, perché i padri hanno paura di sminuirsi; ma quando è in ballo la salute fisica o psichica del proprio figlio, non c'è niente e nessuno che ferma le famiglie. Amalia Trope Associazione Nazionale Genitori dei Soldati in servizio obbligatorio di leva Tomba, carabiniere o sciatore Vorrei sapere (e come rne molti altril perché il contribuente italiano deve pagare lo stipendio al carabiniere (praticamente solo di nome) Alberto Tomba, la cui vera professione è quella di sciatore, dove credo guadagni molto bene. Se è carabiniere faccia effettivamente il carabiniere e venga pagato come tale; se invece il suo mestiere è quello di sciatore, allora si dimetta dall'Arma dei Carabinieri (o venga dimesso dall'Arma), evitando allo Stato un inutile spreco di denaro pubblico. Giacomo Asteggiano La virata del «Popolo» Questa «lettera ai popolari» che La Stampa ospita per dare «asilo giornalistico» - come han fatto altri quotidiani - al direttore del Popolo, ingiustamente rimosso e licenziato, ha l'obiettivo di mantenere aperta una linea di informazione tra l'ampia maggioranza del Ppi e i popolari. E' noto, infatti, che in dispregio di tutte le più elementari regole di democrazia, la minoranza ha nelle sue mani il quotidiano del Ppi. Ai lettori abituali del Popolo non sfuggirà la «virata» a destra del giornale; virata in contrasto con le decisioni democraticamente assunte dal Ppi e che escludono ogni alleanza con Alleanza Nazionale. Buttiglione puntava a disarticolare la destra e a costruire un centro moderato. Questo disegno politico, di tutto il Ppi, è stato - fuori da ogni regola democratica - modificato personalmente da Buttiglione che ha senza il consenso del partito sottoscritto l'intesa col Polo. In questo modo Buttiglione, anziché disarticolare la destra e costruire il Centro, ha tentato di consolidare la Destra e distruggere il Centro. Il suo disegno è fallito. Il Ppi, con la regola della democrazia, lo ha fatto saltare e, purtroppo, di fronte all'ostinazione inconcepibile di Buttiglione, ha dovuto nuovamente battere la via giudiziaria. Sul primo numero della «serie abusiva» del Popolo è saltata la pagina che riportava notizie delle strutture e lasciava spazio al dibattito. Nel Ppi di Buttiglione non ci può essere spazio per il dissenso e tanto meno per chi dissente e che paga l'ardire con la sospensione, l'espulsione, i commissariamenti, le revoche, salvo - come dice testualmente Buttiglione - a «manifestare costrizione e pentimento» per essere «perdonato». Se il Ppi è così lacerato e divi so la maggiore responsabilità ri¬ cade su chi ha violato la regola fondamentale della democrazia; la maggioranza decide. Questo è noto a tutti i popolari che hanno compreso quanto fosse pericolosa la sbandata a destra del professore di filosofia! Ieri Gerardo Bianco, il segretario politico che ha la maggioranza democraticamente verificata del Ppi, ha detto che «il Partito è nella stragrande maggioranza sulla posizione espressa dal Consiglio Nazionale», ed è contraria a quella di Buttiglione puntigliosamente impegnato a portare il Ppi, il suo simbolo, la sua storia di «uomini liberi e forti» nella destra culturale, economica e politica di Fini e Berlusconi. Luca Borgomeo Direttore del Popolo Una poesia per Messner Egregia Editrice La Stampa, vi prego pubblicare fra le «Lettere al Giornale» questa mia poesia dedicata allo scalatore Reinhold Messner. «La felicità è una ragazza di ghiaccio che si scioglie al primo abbraccio». Edoardo Dezani, Asti Libri spariti e malumore dei librai Capita talvolta che certi improvvisi tagli tipografici creino qualche equivoco. L'altro giorno, nel mio pezzo sulla mostra del Libro Antico, sostenevo che la parte del leone per quanto riguarda il Novecento l'ha avuta il libraio bolognese Dall'Occa Dell'Orso e ne sono tuttora convinto. Ma poiché molti dei libri che citavo sono spariti sotto il taglio, gli unici che risultavano nell'articolo non giustificavano tanto entusiasmo, ingenerando anche malumore nei colleghi librai. Marco Vallora

Luoghi citati: Aquila, Camerana, Milano, Roma