«D'Alema, lascia il video»

«D'Alema, lascia il video» LITE A SINISTRA «D'Alema, lascia il video» II verde Mattioli: overdose di pds E ROMA un disastro: anche quelli della Cimi hanno spiegato a D'Alema che lui deve farsi vedere il meno possibile in televisione. Ma non c'è niente da fare: Massimo commette lo stesso errore di Occhetto che andava in tv contro Berlusconi e perdeva perché appariva come il vecchio, come il segretario del pei...». Alza gli occhi al cielo, Gianni Mattioli. Il leader dei verdi a Montecitorio, dando voce al disagio di una parte dei progressisti nei confronti dell'egemonia della Quercia, ha appena invocato su «Radio Radicale» la «par condicio» anche a sinistra: basta con l'overdose dei pidiessini sullo schermo, sia dato spazio pure agli altri. Ma la sua richiesta è caduta nel vuoto. Anzi, peggio: «Lo sa qual è stata la risposta? - osserva piccato -: che quelli del pds di Rieti hanno annunciato che non raccoglieranno più le firme per le liste insieme a noi verdi». Che cos'è, Mattioli, un attacco di gelosia nei confronti di D'Alema? «Macché. La verità è un'altra: Massimo deve capire che la sua immagine viene identificata con la storia dei comunisti, e questo è controproducente per tutta la sinistra». Ma lei glielo ha spiegato? «Tante volte. Lui finora si è sempre giustificato dicendo che quelli in tv sono inviti personali. Ma l'intelligenza politica sta anche nel non accettarli. E invece... chissà, forse è pure un po' narcisista. Però le sue apparizioni televisive sono dei boomerang. E pensare che potremmo dare un'immagine felice della sinistra...». Ce l'ha solo con D'Alema o con tutti i pidiessini che vanno in tv? «Lui ci sta sempre. Ogni volta che accendo il televisore me lo vedo, allora cambio... ed ecco che becco Berlinguer su Raitre, o Veltroni da Costanzo. Un'invasione... Anche se dicono che il direttore dell'«Unità» funziona meglio. Forse D'Alema va sempre in tv pure per questo, come controreazione a Veltroni. Fatto sta che i sondaggi dicono che non ci deve andare. Immagino che Berlusconi si sfreghi le mani quando lo vede sullo schermo...». Addirittura. Onorevole Mattioli, non le sembra di essere eccessivo? Non è che per caso ce l'ha con D'Alema anche per altri motivi? «Si, c'è pure dell'altro: il suo atteggiamento ondivago». Scusi, ma non era l'avver¬ sario di D'Alema, Occhetto, l'ondivago? «Lo è pure lui, sulla data delle elezioni. Prima sostiene che non bisogna parlarne, poi si contraddice, infine propone addirittura una data: ottobre. E a questo punto come si fa a criticare i nostri avversari perché dicono giugno?». Beh, il pds sostiene che se si dice giugno i mercati entrano in fibrillazione... «Ali sì? E allora le ricordo una cosa che forse è passata inosservata. Quando venne varato il governo Dini, la borsa ebbe un balzo in avanti e la lira si riprese. Poi D'Alema andò al "Costanzo Show", disse che le elezioni si potevano fare, e la lira scese giù...». Maria Teresa Meli Gianni Mattioli parlamentare verde

Luoghi citati: Rieti, Roma