Oggi a mezzogiorno scade il termine per la presentazione delle liste, tensione nei due schieramenti Regionali parte la grande corsa

Oggi a mezzogiorno scade il termine per la presentazione delle liste, tensione nei due schieramenti Oggi a mezzogiorno scade il termine per la presentazione delle liste, tensione nei due schieramenti Regionali, portela grande corsa Rifondazione e Pannella «enigmi» del voto ROMA. A Montecitorio e una Rosa Russo lervolino affranta quella che comunica a Giorgio Napolitano la decisione del ppi, che in Campania correrà da solo: «Gerardo Bianco - racconta all'esponente del pds - ha detto che con Rifondanone noi non possiamo assolutamente andare». Già, sono i neocomunisti il pomo della discordia nella «terra natale» del segretario bis dei popolari. La Quercia va con loro, ma gli ex de non possono concedersi questo lusso. Eppure in cinque regioni, insieme al pds, si sono apparentati con il partito di Cossutta. In Campania no, salvo ripensamenti notturni, non c'è verso di fare altrettanto. Così a Botteghe Oscure guardano con apprensione al ragionevole rischio che anche questa regione vada a rimpinguare il bottino elettorale del Polo. E il tempo per far cambiare idea a Bianco praticamente non c'è più: il termine per la presentazione delle liste scade a mezzogiorno di oggi. Sì: le dodici, l'ora cruciale. Poi quello che è fatto è fatto. Inclusa la vistosa defezione di Rifondazionc in Calabria, dove sta avvenendo l'esatto contrario di quello che è successo in Campania? Qui sono i neocomunisti, insieme all'ala sinistra dei progressisti, a voler correre da soli, in dissenso con il candidato alla presidenza della Regione promosso da pds e popolari: l'ex de Donato Veraldi. Ma il leader di questo «terzo polo», l'ex parlamentare pidiessino Sergio De Julio, si è ritirato. E Rifondazione (che in Calabria, secondo i sondaggi, ha dal 12 al 15 per cento) deve decidere in queste ore se scendere in pista con un proprio esponente. Il responsabile Enti Locali del pds, Claudio Burlando, comunque, dà già per persa l'alleanza con i «cugini» ncocomunisti: «Ormai è andata», sospira. Ma anche nel Polo c'è qualche problema. Innanzitutto, la decisione di Pannella di presentarsi da solo erode una parte di elettorato di Forza Italia, sebbene il leader radicale, in molte regioni, non stia riuscendo a raccogliere le firme necessarie per presentare le liste. Poi c'è Pino Rauti, che toglie voti ad An. Infine, ci sono i malumori dei leghisti dissidenti, arrabbiatissimi con FI, perché dicono - sono stati emarginati e adesso meditano vendetta. Dunque, tutti ai nastri di partenza, ognuno con i propri problemi. I sondaggi danno favorito il Polo. Secondo la Swg, Veneto, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Lombardia (dove si fronteggiano due ex de: Roberto Formigoni per il centro-destra, e Diego Masi per il centro-sinistra), andranno a Berlusconi e soci. Mentre lo schieramento di D'Aleni a si assicurerà le tre regioni rosse per eccellenza: Emilia, Toscana e Umbria In bilico tutte le altre. Ma fare previsioni appare arduo, visto che la stessa Swg ammette che il numero degli incerti è altissimo: il 35 per cento. E infatti il pds (che si presenta alleato con il ppi di Bianco in 13 regioni su 15) non è pessimista. Spiega Burlando: «Vedrete che finirà con un sostanziale pareggio: sette a noi e otto a loro o viceversa». La Quercia, infatti, punta sul Piemonte dove all'ex Publitalia Enzo Ghigo contrappone Giuseppe Pichetto, presidente della Camera di commercio subalpina. E su Liguria, Molise (dove però il Polo ha candidato un cugino di Antonio Di Pietro) e Marche. Mentre sempre Burlando dà per perse Lombardia, Veneto e anche il Lazio, dove il cattolico di sinistra Piero Badaloni si confronta con il catto¬ lico di destra Alberto Michelini. Ottimista lo è anche il Polo che mira ad ottenere la presidenza di nove regioni su quindici. Questa ipotesi, però, lascia apparentemente impassibile la Quercia: «Un risultato del genere - spiega Burlando - non sarebbe così eclatante da spingerci alle politiche». Meno fiducioso il suo collega di partito, Lanfranco Turci: «In queste elezioni - ammonisce - D'Alema rischia». Ma non è il solo: anche Berlusconi si gioca tutto sulla ruota del 23 aprile. [m. t. m.] Il Polo teme vendette degli ex leghisti A sinistra Formigoni, sopra Badaloni