Minacce ai corrispondenti della Tass a Tokyo: morirete col Sarin «Eltsin è complice della Aum»

Minacce ai corrispondenti della Tass a Tokyo: morirete col Sarin MOSCA Minacce ai corrispondenti della Tass a Tokyo: morirete col Sarin «Elisili è complice della Aum» Suo il sì ufficiale alla setta in Russia MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Lo scandalo dilaga a Mosca attorno alla setta giapponese. Ora emerge, nero su bianco, pubblicato dalle Izvestija in prima pagina a lettere cubitali, che è stato il presidente Eltsin in persona a firmare la concessione che istituiva l'«Università russo-giapponese» e letteralmente «regalava» alla stessa un sontuoso palazzo a due passi dal Cremlino. Autore e protagonista dell'operazione niente meno che il segretario del Consiglio di Sicurezza, Oleg Lobov, uno dei più stretti collaboratori del presidente russo, all'epoca (ultimi mesi del 1991) capo del consiglio di esperti presidenziali. Lobov non si limitò a patrocinare l'operazione, ma la diresse personalmente. All'inizio del 1992 fu Lobov a guidare una delegazione semi-ufficiale in Giappone (pagata da uno sponsor giapponese che non viene nominato) e a incontrare il leader della setta Sioko Asahara. Fu Lobov in persona a invitare Asahara a Mosca nella primavera dello stesso an¬ no, dove arrivò con trecento adepti a bordo di due aerei appositamente noleggiati. Fu Lobov a procurare il palazzo dei congressi del Cremlino per la conferenza pubblica di Asahara, a ordinare che l'Università statale ospitasse le sue lezioni e a dare mandato all'allora vicepresidente Rutskoj di incontrare ufficialmente l'ospite. Le Izvestija reclamano ora a gran voce una «spiegazione». Gl'interrogativi sono pesanti. Chi autorizzò la vendita alla setta di un elicottero militare? Come si spiega che la polizia giapponese ha trovato nel covo della setta un analizzatore di gas, anch'esso proveniente dalle fabbriche militari russe? La cosa più inquietante - scrive il giornale - è che «Aum Sinrikio agiva in Russia in condizioni di assoluta liberà, giovandosi del riconoscimento negli stessi vertici delle strutture del potere». E le accuse di corruzione sono pesantissime. Lobov in persona sarebbe tornato da Tokyo carico di regali, e con lui uno stuolo di funzionari della presidenza e del ministero degli Esteri. Fin qui le cose sicure. Altre re¬ stano da indagare, anche se le Izvestija vi fanno esplicito cenno. In una tale atmosfera di irresponsabile leggerezza da parte delle più alte personalità dello Stato russo è legittimo sospettare - scrive il giornale - che «vi siano state fughe di tecnologia nell'ambito della produzione di sostanze chimiche di uso militare». In termini meno diplomatici: Asahara poteva avere accesso, pagando profumatamente, alla tecnologia chimica dell'esercito russo. Sensazionale quanto si vuole, la cosa più probabile è che nem,meno questa ennesima denuncia abbia esito. E' il destino della libera stampa in Russia: che può scrivere quello che vuole, intanto non succede niente. Ma i corrispondenti della Itar-Tass da Tokyo non sono tranquilli. Una telefonata anonima captata ieri nella capitale giapponese minacciava un attentato contro i giornalisti russi, a base di gas nervino. Loro non c'entrano niente, ovviamente, ma funziona la legge del contrappasso: chi di gas ferisce... Giulietta Chiesa