Scaricati anche George Habbash e i guerriglieri Hezbollah del Libano Assad caccia i nemici di Israele di Aldo Baquis

Scaricati anche George Habbash e i guerriglieri Hezbollah del Libano Scaricati anche George Habbash e i guerriglieri Hezbollah del Libano Assad caccia i nemici di Israele «Via dalla Siria ipalestinesi irriducibili» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Ancora non è un ordine di sfratto ma solo un consiglio amichevole a proseguire altrove la lotta a oltranza contro lo stato ebraico. Questo, secondo informazioni giunte a Gerusalemme dagli Stati Uniti, il senso di un incontro avvenuto due settimane fa a Damasco fra il vicepresidente Abdel Halim Haddam e i rappresentanti di quattro organizzazioni di guerriglia: i palestinesi di Hamas, del Fronte Popolare (Fplp) e del Fronte Democratico (Fdlp) e gli sciiti filo-iraniani degli Hezbollah. A Gerusalemme la notizia ha suscitato ieri un cauto ottimismo: «Se fosse confermata - ha detto il viceministro degli esteri Yossi Beilin - sarebbe un'indicazione della serietà delle intenzioni di pace siriane». Ma a Damasco un portavoce congiunto del Fplp e del Fdlp ha definito queste informazioni «menzogne e macchinazioni diffuse da quanti vorrebbero minimizzare la forza dell'opposizione palestinese» alla politica pragmatica di Arafat. Da molti anni la Siria è inclusa dal Dipartimento di Stato in una lista di Paesi che appoggiano il terrorismo poiché consente nel suo territorio le attività di una gamma di organizzazioni che vanno dalla Jihad islamica a Hamas, dal Fronte Popolare-Comando Generale (di Ahmed Jibril) ad Al FatahConsiglio Rivoluzionario (di Abu Nidal), dall'Armata rossa giapponese al Pkk (separatisti curdi). Secondo il Centro di studi strategici dell'Università di Tel Aviv i filo-iraniani Hezbollah, che pure non hanno uffici a Damasco, godono di una protezione siriana nei loro campi di addestramento nella Beqaa libanese e nei canali di approvigionamento di armi e di sovvenzionamenti provenienti da Teheran. Adesso, secondo le impressioni ricavate da diplomatici statunitensi durante la recente missione mediorientale di Warren Christopher, questa situazione è sul punto di mutare. Due settimane fa Haddam avrebbe detto a Mussa Abu Murzuk (leader politico di Hamas), a George Habbash (Fplp) e a Nayef Hawatmeh che la loro permanenza a Damasco sta per terminare e che devono cercare per i loro comandi operativi nuovi Paesi protettori. Un messaggio analogo - hanno aggiunto, secondo il quotidiano Maariv, le fonti statunitensi - è stato inoltrato agli Hezbollah. La notizia del brusco colloquio fra Haddam e i principali esponenti dell'opposizione palestinese è apparsa mentre a Washington sono ripresi con grande alacrità i colloqui fra gli ambasciatori di Israele e Siria, Itamar Rabinovich e Walid Muallem. Ma in un'intervista alla radio militare, Beilin ha detto che i segnali che giungono da Damasco sono ancora vaghi e ha ricordato che finché i comandi di dieci organizzazioni di palestinesi irriducibili operano a Damasco non potranno esserci progressi nei negoziati israelo-siriani sul Golan. A Damasco il portavoce palestinese Daud Talhami ha confermato l'incontro fra Haddam, Habbash e Hawatmeh ma ha aggiunto che, a quanto risulta alle dieci organizzazioni palestinesi che si oppongono agli accordi Israele-Olp, il governo siriano ha ribadito ancora di recente il diritto del popolo palestinese di respingere «accordi separati» nella regione e di puntare piuttosto a una pace generale. Ad ogni modo, a quanto risulta, da almeno due anni Ahmed Jibril si prepara all'evenienza di dover abbandonare la Siria, da dove diffonde fra l'altro nei Territori le trasmissioni di radio Al-Quds: buona parte dei fedayn del Fronte Popolare-Comando Generale si trovano dunque in Libano, in stretto contatto con la guerriglia sciita. Anche gli Hezbol¬ lah, secondo informazioni giunte di recente in Israele, cercano di creare nuove basi operative e guardano con interesse a Cipro. Ad Habbash, già nei mesi scorsi, era stata attribuita l'intenzione - " subito smentita - di trasferirsi a Gaza, nonostante le dure critiche mosse dal Fplp ad Arafat. Aldo Baquis Cauto ottimismo a Gerusalemme «Se le indiscrezioni di Washington saranno confermate vuol dire che Damasco desidera davvero la pace» i