La sinistra «unita» per festeggiare Ingrao di Pierluigi Battista

La sinistra «unita» per festeggiare Ingrao Il «padre nobile» dei comunisti italiani compie 80 anni. Brindisi, discorsi e qualche lacrima La sinistra «unita» per festeggiare Ingrao In Campidoglio c'erano D'Alema e Bertinotti. Mancava solo Occhetto ROMA. Brindisi, ma con i bicchieri di carta. Poche gocce di spumante a testa (e molte di acqua minerale) in una cerimonia un po' spartana che non prevede frivoli cin cin ma che si annuncia come qualcosa di molto sobrio, molto più convegno di studi che lesta di compleanno. E allora auguri a Pietro Ingrao che dopodomani compie ottant'anni. Auguri al compagno che incarna un pezzo, mezzo secolo, di comunismo italiano, ma che oggi non ha un posto in nessuna delle due case che hanno ereditalo il patrimonio del pei. «Auguri, Pietro», gli fa Massimo DAlema e Ingrao gli risponde con un affettuoso buffetto. Qualche metro più in là è il turno di Fausto Bertinotti. Più gioviale e cordialone del segretario del pds, il leader di Rifondazione col fare complice di ehi non si vuole negare il gusto di una battuta. Ingrao risponde con un sorriso. Non troppo, perù. C'è una lesta di compleanno, sì. Ma il copione non prevede un eccesso di rumore. E di effusioni. Il Campidoglio ha messo a disposizione la sua Sala della Protomoteca per rendere omaggio a Pietro Ingrao. Gli invitati illustri, da D'Alema che prende posto a fianco di Nilde lotti, a Fausto Bertinotti e Armando Cossutta che si ritrovano accanto Alfredo Reichlin e Emanuele Macaluso, siedono in prima fila. Ma si alzano per il lungo applauso che accoglie il festeggiato. Il quale ricambia con un fugace gesto della mano i suoi ospiti. Qualche stretta di mano e poi subito ad inforcare gli occhiali e gettarsi a capofitto nella lettura dei suoi appunti. Accanto a lui, sul tavolo della presidenza, Aldo Tortorella nel ruolo del gran cerimoniere e poi Stefano Rodotà, Manuela Fraire, Remo Bodei, Giuseppe Cotturri e Marco Revelli. Festa di compleanno, sì, ma senza esagerare con l'allegria. Anzi, Tortorella dà subito il tono della celebrazione per interpretare questa ricorrenza come una difesa puntigliosa del ruolo dei «comunisti italiani» contro una rilettura della storia del pei che ai suoi occhi appare addirittura «disgustosa», basata come sarebbe sulla «contumelia» e sull'«insulto». Ingrao continua a limare i suoi appunti, interrotto soltanto dalla lettura dei messaggi di auguri inviati da Oscar Luigi Scalfaro, Irene Pivetti e Carlo Scognamiglio. Inavvertitamente il suo sguardo comincia a scrutare la sala, come a memorizzare il volto dei presenti. Per poi naturalmente segnarsi mentalmente quelli degli assenti. E quando Tortorella legge i messaggi degli «assenti giustificati» Alessandro Natta e Giorgio Napolitano, più di uno in sala si è chiesto come mai non fosse presente alla cerimonia Achille Occhetto, l'ex segretario nonché fondatore del pds il cui nome non è nemmeno stato menzio- nato da Tortorella. Festa di compleanno, sì. Ma non troppo. Si susseguono una dopo l'altra le ponderose comunicazioni di Rodotà sulle forme della democrazia, di Bodei sulle passioni della politica, di Manuela Fraire sul linguaggio di «Pietro», di Revelli sul ruolo dei partiti di massa e del sindacato. D'Alema ascolta tutto con disciplinatissima attenzione. Bertinotti ogni tanto rompe i ranghi per farsi intervistare da qualche tg. Quando arriva il momento di Ingrao, un silenzio accoglie le parole del vecchio e venerato compagno quando parla del «pei, che è stato il luogo del coinvolgimento di sé e degli altri in una passione quotidiana», quando rivendica la «nobilita» della parola «militanza, oggi considerato un termine quasi spregevole». E' l'Ingrao degli «orizzonti» lontani quello che parla e che comunica nella sala dei suoi affé zionati la sensazione di un piace vole déjà-vu. Un applauso, gli au guri, il brindisi, qualche lacrima. Il pei non c'è più, in questi 80 anni di Ingrao. Che incoraggia i presenti all'«unità» e alla fatica di una «re novatio»: «Finché potremo, noi vecchi daremo una mano, statene sicuri». Pierluigi Battista «Finché potremo noi vecchi vi daremo una mano» Pietro Ingrao (a sinistra) accanto a Cossutta

Luoghi citati: Brindisi, Roma