L'ex pm in visita al «Trivulzio» dove iniziò Mani Pulite Di Pietro senza scorta

L'ex pm in visita al «Trivulzio» dove iniziò Mani Pulite L'ex pm in visita al «Trivulzio» dove iniziò Mani Pulite Pi Pietro senza scorta Regala all'ospizio il suo premio di 35 milioni «Riaccendo il volano della beneficenza a Milano» MILANO. Antonio Di Pietro, come aveva promesso, ha consegnato al Pio Albergo Trivulzio il premio di centomila corone danesi (circa 35 milioni di lire) ricevuto da due quotidiani scandinavi. «Non mi dovete ringraziare - ha detto l'ex pm, rivolto agli anziani ospiti della Baggina - perché io non ci ho rimesso niente: è un premio che non meritavo e che non potevo ac ■ cettare. E poi io vi devo risarcimento e riconoscenza: avete passato momenti difficili durante l'inchiesta e io, grazie a voi, ho potuto fare meglio il mio dovere». Auspicando che anche il suo gesto possa «riaccendere il volano della beneficenza a Milano», Di Pietro ha visitato il nuovo reparto che è stato inauguralo, in suo presenza, proprio ieri. «Devo vincere altri premi», ha commentato vedendo sale ancora un po' sguarnite e poi: «E' la seconda volta che vengo qui, ma mi sembra proprio di essere maggiormente ben accetto». La prima volta era infattiquel 17 febbraio del '92 quando venne arrestato Mario Chiesa, che della Baggina era presidente. Applausi dagli ospiti e dal per¬ sonale; qualche tensione invece con gli operatori dell'informazione che la polizia, a un certo punto, ha bloccato affinché Di Pietro potesse visitare con maggior tranquillità la casa di riposo. E per i cronisti c'era anche un altro fattore di curiosità: l'arrivo e la partenza dell'ex pubblico ministero con la sua auto privata (una jeep). Niente scorta, quindi, né auto di servizio. Sui motivi di questa scelta Di Pietro non ha voluto fare ulteriori dichiarazioni. Si sa però che la vicenda parte da una comunicazione, inviatagli qualche tempo fa dal ministero della Giustizia: in sintesi, poiché lui non è più un magistrato in servizio deve pagare la benzina della vettura blindata. «Una prassi - spiegano al ministero - che riguarda sia i magistrati che gli ex ministri: se sono considerati a rischio non viene loro tolta la protezione, ma devono pagarsi la benzina». Di Pietro ha scritto ben tre volte al ministero della giustizia per chiedere chiarimenti, facendo anche presente l'onerosità della spesa (un'auto blindata consuma molto più di una vettura normale). Alla fine ha comunicato ufficialmente di rinunciare a vettura e scorta. E' intervenuto allora il ministero dell'Interno facendogli trovare un'auto, di cui si accollava interamente le spese, e una nuova scorta. Formata stavolta però da agenti e non dai carabinieri che lo avevano sempre accompagnato quando faceva il magistrato. Di Pietro ha detto ancora no, e adesso viaggia, solo, con la sua jeep. [r. m.] Antonio Di Pietro

Persone citate: Antonio Di Pietro, Di Pietro, Mario Chiesa

Luoghi citati: Milano