«Un nemico perbene» di F. M.

«Un nemico perbene» «Un nemico perbene» 77 cugino Roberto: è tutto assurdo FIRENZE. «Sono choccato». E' questo il commento a caldo di Roberto Gucci, cugino primo di Maurizio, con il quale c'erano stati dissapori. Roberto Gucci di recente ha aperto in via Tornabuoni il negozio House of Florence, a due passi da quello con le due G incrociate che a suo tempo fu anche suo e di Maurizio. Come ha saputo dell'omicidio? «Mi ha telefonato una nipote che abita a Roma. Mi sembra incredibile che nel centro di Milano sia potuta avvenire una sparatoria stile Anni Venti in America». I suoi rapporti con Maurizio non sono mai stati idilliaci. «E' vero. Non lo vedevo dall'87, da quando dopo alcuni contrasti avevo troncato ogni rapporto di lavoro e personale. Questo non mi impedisce di affermare che era una persona perbene». Come le sembra la Gucci senza i Gucci? «Non è per sopravvalutarci, ma ora alla Gucci manca un'anima. Era un'azienda familiare con il fascino dell'azienda familiare. Oggi, in mano agli arabi, mi sembra una cosa asettica». «Credo che l'omicidio di Maurizio Gucci sia legato a sue vicende personali - commenta Giorgio Manina, ex amministratore delegato della Guccio Gucci dalla quale è uscito nel '91 dopo la vendita all'Investcorp -. Sì, sul lavoro aveva avuto problemi, inutile negarlo, ma non tali da spiegare l'accaduto. Ritengo che si tratti di motivi legati alla sua vita privata». A Firenze vivono Ivonne Moschetto, prima moglie di Paolo Gucci (cugino di Maurizio, che vive ad Haiti), e la figlia Patrizia. E' la giovane Gucci che risponde ai cronisti. Quando ha parlato l'ultima volta con Maurizio Gucci? «Sono anni che non abbiamo rapporti. Maurizio faceva vita riservata dopo la vendita agli arabi del suo pacchetto azionario della società». Che effetto le fa sentire il nome di Gucci coinvolto in un omicidio? «Credo che i Gucci dovrebbero essere lasciati un po' in pace. E' una famiglia che ha fatto tante buone cose, che ha creato oggetti che sono diventati status symbol, il cui marchio ò stato ostentato da personaggi come il principe Carlo d'Inghilterra». [f. m.]

Luoghi citati: Firenze, Haiti, Milano, Roma