I medici assolvono gli immigrati «Non sono i nuovi untori» di Daniela Daniele

/ medici assolvono gli immigrati «Non sono i nuovi untori» / medici assolvono gli immigrati STRANIERI E MALATTIE ROMA DAL NOSTRO INVIATO Buone notizie per chi ha paura dell' «assedio»: il numero degli immigrati nel nostro Paese sta diminuendo. In un anno, la loro presenza si è abbassata del 6,6%. E buone notizie anche per chi teme il «contagio»: gli extracomunitari non sono i nuovi untori, non ci portano terribili malattie tropicali. Non diffondono la tubercolosi: l'aumento di tbc è dovuto alle cattive condizioni di vita e riguarda solo il loro ambiente familiare. Non portano la lebbra: in dieci anni sono stati osservati 10 casi di malati che erano partiti dall'Africa e dall'Asia per farsi curare in Italia. Non portano l'Aids: su 25.783 casi solo il 5% è rappresentato da stranieri. Ma quali? In gran parte europei e americani. Portano solo la realtà di una miseria che dilaga nel mondo, cosiddetto civile, alla ricerca di cibo, riparo e dignità umana. In questi concetti sta il riassunto di un incontro che si è tenuto ieri in Campidoglio, organizzato dall'Istituto scientifico di ricovero e cura San Gallicano e dalla cattedra di Antropologia di Gioia Di Cristofaro Longo (La Sapienza), e che si è rivelato un'autentica sorpresa. Sorprendente l'affollamento nella sala della Protomoteca (ma non si diceva che degli immigrati non s'interessa nessuno?); travolgente l'intervento del ministro Ossicini, applaudito a scena aperta, che con poche parole ha smontato i castelli di burocrazia edificati dai governi al solo scopo di non affrontare il problema di petto; commovente la testimonianza di chi, da oltre dieci anni, nel curare gratis e spesso ai confini della legalità i suoi malati non si preoccupa di sapere se siano regolari o clandestini. I flussi migratori, si è detto ieri, cambiano le nazioni: lo sanno bene . in Canada, dove il 46% della popolazione è rappresentato da immigrati. Per questo l'approccio al problema deve chiamare a raccolta tutte le componenti della vita moderna: dalla scienza alla politica, dall'antropologia all'informazione. Noi, oggi, dividiamo gli extracomunitari in regolari, irregolari e clandestini. Agli ultimi nulla, per legge, è dovuto. «Ma c'è una legge più forte - è stato ribadito in molti interventi, dal ministro Ossicini fino a padre Dalmazio Mongillo quella della solidarietà di esseri umani verso i loro simili». A questa legge rispondono, da 10 anni, il dottor Aldo Morrone e il dottor Siro Passi, del San Gallicano: 16 mila immigrati curati, fuori orario di lavoro, in mezzo a mille difficoltà. «Non sempre è stato facile ha ricordato Morrone - spesso si è trattato dell'incontro di due delusioni: da un lato quella degli immigrati che credevano di trovare nel nostro Paese la risposta ai loro problemi; dall'altro la nostra, per l'incapacità di dar loro un contributo risolutivo». Eppure il contributo - come ha sottolineato il commissario straordinario del San Gallicano, Enzo Colaiacono - c'è stato, eccome: da questo piccolo nucleo è partita la «rivoluzione» e se oggi c'è almeno la volontà di affrontare certi temi da più punti di vista, è anche merito dei pionieri di questo servizio. Ma come venire a patti con il razzista che, in fondo in fondo, alberga in ognuno di noi? Lo psicologo Aldo Carotenuto ha suggerito di guardare con serenità dentro se stessi e leproprie paure, allenandosi a conoscere realtà nuove per accettarle. Ermete Realacci (Legambiente) ha suggerito la vecchia, ma sempre ottima regola: più fatti, meno parole. E ha annunciato che oggi, alla manifestazione «100 strade per giocare», in un quartiere di Roma bambini immigrati insegneranno i loro giochi a bimbi italiani e viceversa. E forse saranno loro i primi ad accorgersi che le differenze, in fondo, non sono poi tante. Daniela Daniele

Persone citate: Aldo Carotenuto, Aldo Morrone, Dalmazio Mongillo, Di Cristofaro Longo, Enzo Colaiacono, Ermete Realacci, Morrone, Ossicini, Siro Passi

Luoghi citati: Africa, Asia, Canada, Gallicano, Italia, Roma