Il Papa: fratelli ruandesi, riconciliatevi « Fermate il nuovo orrore» di Marco Tosatti

Il Papa: fratelli ruandesi, riconciliatevi « Fermate il nuovo orrore» Il Papa: fratelli ruandesi, riconciliatevi L'ODIO TRA CRISTIANI CITTA' DEL VATICANO. Il Papa teme che anche in Burundi esploda l'incubo della guerra tribale. Ieri ha ricordato «l'immensa sofferenza del popolo ruandese» nel suo discorso a sette ambasciatori che hanno presentato le proprie credenziali in Vaticano. Fra di loro il rappresentante diplomatico di Rigali, Denis Polisi. Giovanni Paolo II ha esortato ciò che resta del popolo martoriato dai massacri e dalla guerra civile a dar vita a «un grande incontro di tutti i ruandesi per una riconciliazione sincera», resa più ur- gente «dalla minaccia di un ulteriore bagno di sangue che pende sui popoli della regione». La Santa Sede è ben consapevole dei rumori di guerra che provengono dal Burundi; e le analogie - etniche, sociali, religiose - con il Ruanda non fanno che aumentare la preoccupazione del Pontefice. Il timore che l'incubo ruandese si ripeta appare sempre più probabile, dicono oltre il Portone di Bronzo, e Giovanni Paolo II lamenta «il fatto che interessi regionali, etnici ed economici continuano ad accendere focolai di ostilità e conflitti». Il Ruanda era il Paese più convertito di tutta l'Africa. Il 90% degli abitanti si diceva cristiano: il 62% di cattolici, il 18% di protestanti, l'8% di avventisti, oltre ad altre confessioni minori. Ma la conclamata cristianità degli abitanti non ha impedito gli orrori tristemente noti, e perdite fortissime anche nei «quadri» della Chiesa. Su 621 sacerdoti ne sono stati uccisi 105; tre dei dieci vescovi hanno perso la vita, e fra loro l'arcivescovo di Kigali, mons. Vincent Nsengiyumva. Grave il bilancio dei morti anche fra le suore (116 vittime). E a dispetto degli sforzi compiuti da molti sacerdoti, la Chiesa ruandese non è andata esente da qualche sospetto di parzialità. Diceva Michel Descombes, uno dei «padri bianchi», 72 anni, segretario generale della Caritas ruandese: «La Chiesa è stata accusata dal Fronte Patriottico di aver incitato all'odio e di aver partecipato ai massacri dei Tutsi da parte degli Hutu. Non lo credo, ma la Chiesa ha tardato a reagire quando il governo è stato ingiusto. Questo ritardo c'è stato perché la Chiesa ha sempre rispettato il potere». La Chiesa ruandese ha lanciato nei giorni scorsi un mes¬ saggio di riconciliazione: «Affidiamo tutti i nostri fratelli e sorelle alla misericordia del Padre: quelli che sono morti nell'interno del Paese e quelli che sono caduti sulla via dell'esilio». Ha invocato il dovere cristiano del perdono, ha invitato a non rendere male per male, a non farsi Caino di ogni fratello, a non appropriarsi dei beni degli altri. Perché, secondo alcuni missionari, oggi Kigali è popolata al 65% da persone che non vi hanno mai abitato. Marco Tosatti

Persone citate: Bronzo, Denis Polisi, Giovanni Paolo Ii, Grave, Rigali, Vincent Nsengiyumva

Luoghi citati: Africa, Burundi, Citta' Del Vaticano, Kigali, Ruanda