Il premier francese cambia look, è stato visto persino mangiare con le mani Balladur al comizio in autostop di Enrico Benedetto

Il premier francese cambia look, è stato visto persino mangiare con le mani Il premier francese cambia look, è stato visto persino mangiare con le mani Balladur al comizio in autostop La nebbia ferma l'elicottero PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «On the road» come gli eroi hippy di Kerouac, l'ex lord Balladur - riconvertitosi ormai, per rimontare i sondaggi, nel popolaresco Doudou (Edoardino) - ieri mattina ha fatto l'autostop. Il nuovo Museo Mistral lo attendeva nella provenzale Maillane. Ma la nebbia ha bloccato il suo elicottero in piena campagna. Così, anziché dal cielo il premier è sbarcato su un'anodina utilitaria. Due coniugi l'avevano preso a bordo sistemando nel bagagliaio, per l'occasione, la coppia di cani lupo. Fine corsa: un Balladur euforico provoca reporter e autorità che non si rimettono dallo choc. «Eccomi qua. Come vedete, malgrado le pannes, arrivo in tempo ai rendez-vous che contano. Buon auspicio, direi». Per la corsa all'Eliseo, naturalmente. L'esperienza autostoppistica gli è parsa «magnifica». «Non è mica la prima volta», spiega senza fornire dettagli a reporter e biografi. Anche Plantu, il disegnatore di «Le Monde» che ama raffigurarlo in portantina, dovrà adeguarsi. Qualche ora più tardi, la conferma che il Balladur nouveau è pétillant come le sue avventure stradali. Finora il premier si teneva lontano dalle folle. Quelle mani sudaticce (peggio, con degli sconosciuti a tenderle) sembravano disgustarlo. Così, almeno, era abitudine presentarlo nei programmi satirici tv. Ma già da qualche giorno Doudou meditava il ribaltone. L'hanno visto, la settimana scorsa, abbordare con le mani in una kermesse open air in suo onore il «mechoui» alla maghrebina. E i poster elettorali lo raffigurano mano in tasca e lieve scarmigliatura. Insomma, il calzino vermiglio da cardinale è un pallido ricordo: largo al Balladur casual. Ieri pomeriggio i fan l'hanno issato su un tavolo con la first lady Marie-Josèphe (Maria Giuseppa suona paludato: complice nel restyling, «Paris Match» propone lo sbarazzino «Jo»). Intorno, 20 mila balladuriani in delirio. «Allez Doudou!» strillavano, con un vocabolario da Tour de France. Le Bourget, nella banlieue parigina, traboccava fedelissimi. Per intrattenerli, stand enogastronomici (salsicce e vino spesso, altro che prelibatezze da lord). E, in vendita, il kit del balladurlatra modello: Tshirt con il primo ministro in effigie, pins, distintivi. Alle 15, 'taca banda: una marcetta antillese dal titolo «Forza Edouard». Su una platea che gli dedicava ovazioni parossistiche (e sonori «buuh» per Jacques Chirac non appena l'oratore ne facesse menzione) Balladur riversa il Verbo presidenziale. Messaggi duri, in sintonia con l'uditorio ma assai lontani dall'aplomb e la morigeratezza espositiva cui la Francia aveva finito per rassegnarsi. Chirac - che pure l'ha messo a Matignon - è «un demagogo irresponsabile». Lo definisce «uomo del passato». E ironizza sulla fresca intesa con Giscard, altro fossile. «Io manterrò i miei impegni» spiega. «Basta illusioni. Non voglio che la Francia si risvegli delusa dopo il 7 maggio. Non lo sopporterebbe». Jacques Chirac sarebbe dunque - come Mitterrand nell'81 un mercante di sogni. Balladur ne denuncia r«elettoralismo» pernicioso. E, sullo slancio, l'attacca per aver ricevuto Fidel Castro, «ultimo stalinista e dittatore in rovina». Il linguaggio non è diplomatico. Ma Balladur aveva bisogno di un'offensiva brutale per infastidire Chirac nel suo empireo demoscopico (26-27% al primo turno contro il 19-20 attribuitogli). Sapendosi più telegenico, invoca un duello televisivo. Basterà per recuperare i favori della pubblica opinione? Vedremo. Lo dicono in ripresa. Dopo la discesa agli inferi arriverà forse una maschia riscossa. Balladur II, la vendetta. Enrico Benedetto I primo ministro francese Balladur: è passato al look «popolare»

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