L'esercito intercetta e attacca un convoglio di trenta camion carichi di ultra armati diretti verso la capitale Battaglia alle porte d'Algeri

L'esercito intercetta e attacca un convoglio di trenta camion carichi di ultra armati diretti verso la capitale L'esercito intercetta e attacca un convoglio di trenta camion carichi di ultra armati diretti verso la capitale Battaglia alle porte d'Algeri Imboscata agli integralisti, 300 morti ALGERI. Sanguinosa imboscata dell'esercito algerino a un convoglio di terroristi islamici nelle montagne della regione di Aid-Defla, circa 150 chilometri a Ovest di Algeri. Nella battaglia che ne è seguita - e che ormai dura da cinque giorni - avrebbero perso la vita 150 islamici solo nei primi due giorni e almeno altri 150 nei giorni seguenti grazie alla caccia intrapresa dai militari contro i sopravvissuti che si erano dati alla fuga. L'esercito sta continuando ad assediare tutta la zona boschiva. La notizia, riferita dal giornale El Watan, non ha avuto finora una conferma ufficiale ma, se i particolari dell'agguato corrispondono a verità, allora si tratterebbe della più grande operazione delle forze armate algerine contro la guerriglia di stampo integralista di questi ultimi tre anni, da quando cioè il Fronte islamico di salvezza, partito fondamentalista, è stato messo fuorilegge e i suoi seguaci si sono dati alla macchia. Secondo il giornale, il convoglio era formato da una trentina di camion provenienti dalla provincia di Mascara e diretti verso Algeri per fornire rinforzi alle cellule di terroristi che agiscono nella zona della capitale e che sarebbero stati decimati ultimamente dalle forze dell'ordine. L'agguato è stato reso possibile grazie alla segnalazione di alcuni cittadini. El Watan scrive anche che nelle ultime settimane l'esercito uccide dai 50 ai 60 estremisti al giorno. Alcuni cercano di fuggire oltre confine in Tunisia, Libia o Marocco ma le truppe riescono a tagliare loro la strada. Il quotidiano non ha invece fornito alcuna informazione sulle eventuali perdite nelle file dell'esercito e non ha specificato a quale organizzazione appartenessero gli estremisti caduti negli scontri di Aid-Defla. Ieri i servizi di sicurezza algerini hanno anche reso noto che tra mercoledì e giovedì in diverse operazioni compiute nel Paese la polizia ha ucciso altri 22 estremisti. Contemporaneamente, si sono subito moltiplicati gli interventi di mediazione per cercare di mettere fine all'ondata di violenza che investe da troppo tempo l'Algeria. L'esponente islamico algerino Ahmed Merani, membro fondatore del Fronte islamico di salvezea (Fisi, ha lanciato dalle pagine del giornale francese L'Opinion un appello per la cessazione del terrorismo e per l'avvio di un negoziato con il regime militare presieduto dal generale Liamine Zeroual. «L'Algeria vive quotidianamente drammi sanguinosi e per questo occorre trovare presto una soluzione politica», ha detto Mehrani. Re Hassan II del Marocco si è invece offerto di ospitare nel suo Paese una conferenza di pace algerina. In un'intervista pubblicata ieri su «Le Monde», re Hassan afferma che «se le autorità algerine proporranno al Marocco di essere terra d'asilo per questa conferenza, accetterò». [Agi-Ansa] Un gruppo di islamici esce al termine delle preghiere dalla moschea Kouba di Algeri

Persone citate: Ahmed Merani, Kouba, Liamine Zeroual, Mascara