L'ex pm di Mani pulite agli studenti: fate rispettare ai docenti gli orari e l'impegno professionale «Ragazzi controllate i prof»

L'ex pm di Mani pulite agli studenti: fate rispettare ai docenti gli orari e l'impegno professionale L'ex pm di Mani pulite agli studenti: fate rispettare ai docenti gli orari e l'impegno professionale «Raggili, controllate i prof» Di Pietro: c'è bisogno di un garante MILANO. Torna in cattedra il professor Di Pietro. E dice: «E' giusto che ci sia qualcuno come un "garante" che abbia l'autorità di prendere per la giacchetta, di controllare il professore e di costringerlo ad un corretto comportamento nel rispetto soprattutto degli orari delle lezioni e dell'impegno professionale». Parole esplicite quelle pronunciate dall'ex pubblico ministero, oggi docente alla Libera Università Carlo Cattaneo di Castellanza. L'occasione è stata fornita da un dibattito con gli studenti organizzato alla Fiera di Milano dalla rivista «Campus» nell'ambito del «Salone dello studente». Tema del salone era la «Carta dei diritti degli studenti universitari». C'è la proposta di istituire una sorta di «garante» degli universitari, chiamato a verificare la corretta applicazione delle leggi, dei regolamenti vigenti e del comportamento del personale docente. A raffica, le domande per Di Pietro nell'affollata assemblea dove sono stati presentati i «sorprendenti» risultati di un sondaggio. Secondo gli studenti universitari contattati il 40% dei docenti è da bocciare. Sono accusati soprattutto di non essere capaci di giudicare gli allievi agli esami e di non saper spiegare la loro materia. E un attacco particolarmente forte al corpo docenti è arrivato proprio da uno di loro. Gianni Degli Antoni, professore di informatica all'università di Milano ha sparato a zero contro i suoi colleghi. Durissimo, l'esor- dio. Ha detto il professor Degli Antoni: «Vi sono categorie di professori che si vantano di essere mandati da Dio per decidere se una persona possa arrivare alla laurea, oppure no». Battagliera, la conclusione: «Il garante deve essere eletto dagli studenti e non deve rispondere a nessuno. Se non va bene deve essere cacciato via. Magari ce ne vogliono più di uno». Ma non solo di univer¬ sità e insegnamento ha parlato Di Pietro, sottoposto a un vero e proprio fuoco di fila di domande da parte dei molti studenti universitari presenti. Non a tutte Di Pietro ha risposto volentieri. A volte ha preferito dire semplici «no» o «sì». E così, dopo aver escluso che «Tangentopoli sia nata nelle università e non da un malaffare politico-amministrativo» Di Pietro si è lanciato anche in altro. Le ultime polemiche, soprattutto. A partire da quella sugli «ismi». Di Pietro ha detto «che in questa cosa degli "ismi" cadono spesso i professoroni». A chi si riferisse, non si sa. Lui non l'ha detto, non ha voluto esplicitare se questa polemica innescata da una sua lettera pubblicata da un quotidiano era diretta a qualcuno in particolare. Altre domande sono fioccate su argomenti più inerenti alla vita universitaria. Ad una richiesta di conoscere il suo pensiero sulle «raccomandazioni» Di Pietro ha risposto con un secco: «Non mi intendo di queste cose». Più discorsivo, invece. Di Pietro lo è stato sul «numero chiuso». Partendo dalla sua esperienza di ex magistrato ha detto: «Quando non c'era più posto nelle carceri si è proposto di mettere fuori i detenuti. Non c'è più posto nelle università? E allora fuori gli studenti». Fabio Potetti Secondo un'indagine degli universitari il 40% del corpo insegnante è da bocciare 8fe L'incontro fra Di Pietro e gli studenti

Luoghi citati: Castellanza, Milano