I deejay non vogliono guai e tengono nel cassetto i dischi «politici» la par condicio spegne le canzonette di Gabriele Ferraris

I deejay non vogliono guai e tengono nel cassetto i dischi «politici» I deejay non vogliono guai e tengono nel cassetto i dischi «politici» la par condicio spegne le canxonette Fino a 200 milioni di multa per i trasgressori ^^^^^^^^^^^^^^ LA MUSICA IN BILICO MILANO. Ma il decreto sulla par condicio vale anche per le canzonette? S'interrogano i deejay, alle prese con la minaccia di chiusure e multe fino a 200 milioni contro le radio 0 le televisioni che s'azzardino a favorire questa o quella parte politica. Per legge la registrazione di tutti i programmi finisce alla guardia di finanza, incaricata di vigilare sul «fair play» nell'etere. Cosa accadrebbe se, in quei nastri, un finanziere ascoltasse la ben nota «Locomotiva» di Francesco Guccini, laddove si afferma «fratello non temere che corro al mio dovere, trionfi la giustizia proletaria»? Per non dire di certi rappettari incarogniti: «Servi» di Speaker Zou («Bossi Berlusconi e Fini servi dei servi / l'orgoglio nazionale è buono per il retto anale») senza dubbio è più radicale che quattro ore di dibattito con D'Alema... Valentino Berti, 32 anni, direttore artistico della riminesc Radio Gamma, non vuole correre ri- schi: e ha spiegato al gruppo rock Quartiere Latino che fino al 23 aprile non trasmetterà il loro disco «Il sistema ti sistema». C'è un passaggio - «Lo giuro sui miei figli che di figli non ne ho/basta avere un po' di palle per riuscire a dire no» - che sembra alludere a un noto politico incline a giurare sulla testa dei propri figli. Radio Gamma non manda in onda neppure «L'uomo col megafono» di Daniele Silvestri (troppi riferimenti a cortei e compagni); mentre di «Ohi Maria» degli Articolo 31 taglia la frase finale «Voto Pannella e canto» (la canzone fu scritta quando ancora Pannella era soltanto un alfiere dell'antiproibizionismo). Sull'innocua «Freak» di Samuele Bersani, Berti interviene con il computer, cancellando il verso «né con la destra, né con il pei»: l'unico suscettibile di violare la par condicio. Supponiamo a favore dell'eventuale centro. Bizzarrie? Radio Gamma non è un caso isolato. Molti disc-jockey, in attesa di chiarimenti, lasciano dormire negli scaffali i dischi «politici». Angelo De Robertis cura la programmazione di Rete 105, uno dei massimi network italiani: «Noi escludiamo le canzoni troppo schierate. Ma ci sono canzoncine in apparenza innocue che potrebbero inguaiarci». Che fate con personaggi come Jovanotti o Frankie Hi-Nrg, politicizzati ma popolarissimi? Se esce un loro disco, mica potete ignorarlo. «Beh, dovremmo ascoltare il pezzo, e decidere vol¬ ta per volta». Stessa cautela a Radio Babboleo, grossa emittente ligure: «Per fortuna ci arrivano soprattutto richieste di canzoni d'amore; però ci domandiamo che cosa trasmettere, e che cosa no». Facciamo un esempio: «La lista» di Paolo Rossi con il governo Berlusconi messo alla berlina? «Ecco, quella no». Fanno i pesci in barile persino a Radio Popolare di Milano: «Quand'è entrato in vigore il decreto sulla par condicio, abbiamo programmato mezz'ora di musica classica - dice il responsabile del palinsesto, Sergio Ferrentino. - E per ora scegliamo soltanto canzoni inattaccabili dal punto di vista della par condicio». Nessuna speranza per «La locomotiva»? «Mah, potremmo sfumarla sul finale: se facciamo sentire soltanto "trionfi la giustizia" e stop, senza "proletaria", voglio vedere chi ci troverà da ridire». Gabriele Ferraris Il cantante Jovanotti

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