Il leader del pds: Scalfaro d'accordo se la maggioranza del Parlamento troverà l'intesa D'Alema e Fini: alle urne ad ottobre

Il leader del pds: Scalfaro d'accordo se la maggioranza del Parlamento troverà l'intesa Il leader del pds: Scalfaro d'accordo se la maggioranza del Parlamento troverà l'intesa D'Alenici e Fini: alle urne ad ottobre Ma sull'antitrust è polemica D'Alema: «Non è affatto vero che il pds stia facendo di tutto per non mandare il Paese alle urne. Noi non temiamo il voto. Ripetiamo però che prima bisogna fare alcune cose, c poi, a ottobre, si potrà votare». Fini: «Allora si vota a ottobre, hai deciso?». D'Alema: «Sì, si vota a ottobre». Fini: «Ma Scalfaro lo sa? Glielo avete detto?». D'Alema: «Il Presidente Scalfaro è un convinto assertore della democrazia parlamentare. E sono certo che, se il Parlamento prenderà questa tendenza, lui ne prenderà atto. Scalfaro, a ragione, non vuole solo fare sue le opinioni di una delle parti, oltretutto in minoranza, nella scena politica italiana». Finisce così, mentre anche i titoli di coda stanno per concludersi,' il lungo faccia a faccia fra Gianfranco Fini e Massimo D'Alema, ospiti per due ore e mezzo del salotto di Tempo Reale, con Santoro, Indro Montanelli e un gruppo di imprenditrici e parlamentari (tutte donne) a «interrogare» i due rivali. «Ho sempre detto di volere le elezioni a giugno - ha precisato poi Fini - ma mi rendo conto dell'ostinazione del Presidente della Repubblica, che dice no allo scioglimento delle Camere; mi rendo conto del legittimo interesse politico di D'Alema e mi rendo conto della meno legitti- ma, ma evidente ambizione di Dini che vuole durare. Metto queste tre cose assieme e dico: a giugno non voteremo, ma voteremo a ottobre. Non mi arrendo, ma prendo atto di una triplice congiuntura di eventi contrari all'interesse nazionale». D'Alema ha spiegato che «per andare alle alezioni occorre consentire al governo Dini di completare il suo programma e sistemare la questione televisiva. Votare a ottobre non vuol dire votare nel 2000 e se prima si fanno la riforma delle pensioni e l'antitrust si può aprire un dialogo per arrivare a elezioni in una situazione più serena». Il confronto a tutto campo tra i due leader ha toccato non soltanto il tema delle elezioni, ma anche quelli della legge antitrust, dei rapporti con il ppi e del venerdì nero della lira. Fini ha proposto, in considerazione della data di ottobre, di trovare il modo di modificare l'attuale legge elettorale, che secondo D'Alema è «pessima» e «non favorisce la stabilità». Per il presidente di An occorrerebbe giungere all'elezione diretta del Presidente del Consiglio, mentre D'Alema ha sottolineato che la «stabilità dei sistemi politici è data dalle regole e dal fatto che chi governa e chi si oppone si riconosce in regole e valori condivisi». Fini e D'Alema, che durante il match televisivo hanno più volte usato il fioretto per «colpirsi», avevano prima affrontato la questione della legge antitrust: «E' un problema reale - ha detto Fini - ma non vedo il nesso con le elezioni, mentre vedo per le elezioni un problema di accesso di tutte le forze politiche ai mezzi di comunicazione». Fini ha rilevato che in questo Parlamento non esiste il clima adatto per affrontare la questione, che appare come un modo «per allungare oltre ogni necessità e decenza la legislatura». Il presidente di An ha comunque definito «seria» la proposta emersa dal confronto tra Veltroni e Confalonieri: «E' serio giungere a un dimagrimento di Fininvest e Rai, ma se si vuole invece demolire la Fininvest per attaccare il soggetto politico Berlusconi, questo è un altro discorso e noi non ci stiamo». D'Alema ha ricordato che in Italia la legge Mammì ha sancito «un assetto non liberale dell'informazione». I Progressisti, ha aggiunto, «non vogliono l'antitrust per punire Berlusconi. Certo quello della televisione non è il problema principale come quello del lavoro, della sanità o della sicurezza, per questo c'è una sola cosa da fare: risolviamolo». Fini, condividendo, ha suggerito di assumere l'impegno che se vince il centrodestra l'antitrust sarà il primo provvedimento del nuovo Parlamento, nella convinzione che lo sarà anche se a vincere sarà la sinistra: «Potremmo seriamente stabilire che si tratta di una delle regole di cui l'Italia ha bisogno e che chiunque vinca dovrà fare quelle cose indispensabili». «Su questo sono d'accordo», ha concluso D'Alema. [r. i.] Massimo D'Alema, segretario pds ha «duellato» con Fini ieri sera nella trasmissione «Tempo Reale»

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