FIORENZA COSSOTTO di Gi. Gu.
FIORENZA COSSOTTO FIORENZA COSSOTTO Al Regio lunedì 20 marzo una diva del bel canto FARINELLI IL CASTRATO La famosa voce bianca in film, libri e ed SERATA di gala al Regio con una delle ultime dive del bel canto italiano: il mezzosoprano Fiorenza Cossotto. Piemontese, artista che ha superato tutte le prove del sacro fuoco lirico, cantante di estrema veemenza interpretativa, trascinante e sublime nel repertorio drammatico italiano, quanto nelle finezze settecentesche, da Haydn a Haendel a Mozart, Fiorenza Cossotto riporta alla memoria di quanti hanno seguito la sua carriera momenti di grande emozione teatrale. Lunedì 20 alle ore 21, nella Sala grande del Regio, accompagnata dall'eccellente pianista Vincent Scalerà, Fiorenza Cossotto offrirà ai suoi fans, che sono numerosi in tutta Italia, brani di Haendel, Gluck, Cherubini, Bellini, Verdi, Massenet, Cilea e Mascagni. Spiccata personalità scenica, dotata di un'estensione notevole sia nel registro acuto che in quello grave, Fiorenza Cossotto ha sempre imposto in ogni circostanza la sua teatralità. Appassionata eroina verdiana, la cantante vercellese (è di Crescentino), ha conquistato gloria in tutto il mondo: dal lontano gennaio del 1957, in cui diede vita alla prima assoluta del «Dialogo delle Carmelitane» di Francis Pou- lene, uno delle maggiori espressioni operistiche del Novecento. Contesa dai maggiori direttori, da Abbado a Muti, da Karajan a Gavazzerà e Giulini, la cantante può essere considerata il mezzosoprano per definizione: i suoi personaggi preferiti sono Amneris (proprio al Regio anni fa), la principessa Eboli, Santuzza, Azucena, Preziosilla. Ma si pensi ad altri reuoli chiave del repertorio italiano: la principessa di Bouillon (Adriana Lecouvreur) con Renata Tebaldi, oppure Norma. Ogni sua interpretazione ha fatto storia. Prezzi dei biglietti: 50 e 30 mila lire. [arm. car.] Fiorenza Cossotto, celebre artista piemontese. A fianco, Stefano Dionisi nelfihn dedicato al castrato Farinelli e, sotto, il Quartetto Kronos ARZO, mese di quartetti. Dopo il Brodsky, e in attesa del Lindsay, l'Unione Musicale propone in settimana due incontri con altrettanti celebri rappresentanti del mondo quartettistico: rappresentanti di un mondo che i più credono compatto e uniforme - il carrierismo colto, intellettuale e un filino noioso - ma che in realtà si presta a giochi di contrasto sorprendenti. SI narra che una dama settecentesca, sporgendosi dal suo palco all'Haymarket Theatre di Londra, gridasse, tutta presa d'entusiasmo: «Un solo Dio un solo Farinelli!». Basta questo aneddoto per rammentarci la fama di cui godeva Carlo Broschi (1705 - 1782), meglio conosciuto appunto come Farinelli, la più famosa voce bianca del diciottesimo secolo. Una fama talmente ampia e meritata che ha finito quindi per giustificare, in pieno rilancio dell'opera barocca, il revival d'interesse per questo grandissimo cantante castrato, fratello del compositore Riccardo Broschi. Sono scesi contemporaneamente in campo il cinema, il compact-disc e l'editoria. Così sta per approdare sugli schermi torinesi il film «Farinelli - Il castrato» di Gerard Corbiau, protagonista Stefano Dionisi e con Enrico Lo Verso nei panni del fratello Riccardo. Naturalmente la colonna sonora del film è finita subito in Cd, con l'affascinante, anche se assai discutibile, operazione volta a riprodurre, grazie al sintetizzatore che ha miscelato le voci di un soprano polacco e di un controtenore americano, un «qualcosa» che potrebbe assomigliare alla voce «divina» del Farinelli. L'editoria infine ha fatto la sua parte, immettendo sul mercato tre libri francesi, fra cui la sceneggiatura del film e una bella biografia di Patrick Barbier. Ad essi si è recentemente aggiunto un valoroso musicologo italiano come Sandro Cappelletto, che ha pubblicato presso l'Edt di Torino La voce perduta, un'approfondita e documentata biografia di Farinelli che verrà illustrata, presente l'autore, da Carlo Majer e Giorgio Gualerzi, alle ore 17,30 di mercoledì 22, nell'ambito dei «Mercoledì del Piccolo Regio». [gi. gu.]
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