Cataratta interventi più facili di Ezio Giacobini

NUOVA TECNICA NUOVA TECNICA Cataratta interventi più facili NEGLI ultimi anni i progressi nella chirurgia della cataratta sono stati numerosi e importanti. Recentemente altre innovazioni hanno ulteriormente migliorato per il paziente il risultato dell'intervento di cataratta. Passiamo in rassegna brevemente i principali passi avanti. Dapprima è arrivata la facoemulsificazione, la tecnica che mediante un ago che vibra impercettibilmente a una frequenza elevatissima è in grado di frammentare la cataratta e di aspirarla via; questa procedura, oltre che per la scarsa traumaticità, è importante perché limita l'intervento a una piccola incisione. Poi è arrivato il cristallino artificiale rigido, che ha consentito di eliminare quei grossi occhiali tipici dell'operato di cataratta di un po' di anni fa e ha reso inutili anche le lenti a contatto, ma soprattutto ha notevolmente migliorato la qualità della visione dell'operato. Sono state poi introdotte in chirurgia le sostanze viscoelastiche: con esse l'operazione è divenuta molto più sicura e controllabile. Più tardi sono arrivate le tecniche chirurgiche che consentono di «isolare» il cristallino artificiale all'interno dell'occhio: ciò ha migliorato la tolleranza a breve, ma soprattutto a lungo termine rendendo l'inserzione pressoché garantita per l'intero arco di vita del paziente. Un altro progresso sono i cristallini pieghevoli (silicone, acrilico) che possono essere inseriti nell'occhio attraverso incisioni piccolissime (con i cristallini rigidi, dopo aver ottenuto la rimozione della cataratta mediante facoemulsificazione attraverso un'incisione di 3 millimetri, occorreva allargare l'apertura fino a 5-6 millimetri per la loro inserzione). Recenti sono le tecniche di intervento senza sutura. Eseguendo l'apertura in una certa maniera si può «costruire» un'incisione che sia autochiudente. Senza sutura si ha un recupero molto rapido della visione; consente una guarigione più rapida e più completa ed il bulbo presenta una resistenza maggiore ad eventuali traumi postoperatori. Infine sono arrivate le metodiche con anestesia locale. Vediamo che cosa vuol dire. Nel passato, anche perché le tecniche chirurgiche richiedevano incisioni ampie per l'estrazione della cataratta, si preferiva l'anestesia generale. Con il migliorare delle procedure chirurgiche si è cominciato a operare la cataratta in anestesia locale (cioè con iniezione di anestetici intorno all'occhio) e questo era già un grande passo avanti; recentemente si è cominciato ad applicare l'anestesia topica, che si avvale di farmaci anestetici in gocce in grado di evitare completamente il dolore durante l'atto chirurgico e, con alcuni accorgimenti, anche nelle ore dopo di esso. Con l'anestesia locale il ricovero ospedaliero non è più necessario nella gran parte dei casi; perciò l'intervento può essere eseguito anche in ambulatorio e dopo rientrare a casa riprendendo, sia pure con qualche limitazione, la sua vita normale. Lucio Buratto II chimico inglese John Dalton dal cui nome deriva il «daltonismo», cioè il difetto visivo che porta a una errata percezione dei colori va di spiegare tutto sulla base dei tre pigmenti retinici. Tale ipotesi necessita ora di un riesame alla luce dei nuovi dati genetici. Come ultima e postuma risposta a Dalton, un genetista dell'Università di Londra è riuscito a entrare in possesso di un campione dell'occhio di Dalton dalla Società di Manchester. Con le ultime tecniche di biologia molecolare, ha potuto constatare definitivamente che il chimico inglese era appunto carente del gene che codifica il pigmento retinico sensibile alle lunghezze d'onda medie della luce. Il difetto si chiama oggi deuteranopia (non daltonismo, con tante scuse al dottor Dalton) e ha un profilo genetico completamente diverso dalla protanopia chiamata in causa proprio per spiegare il problema di Dalton. Ezio Giacobini Università del Sud Illinois

Persone citate: Dalton, John Dalton, Lucio Buratto Ii

Luoghi citati: Illinois, Manchester