MAO, LA VARIABILE IMPREVISTA DOPO LA BOMBA SUL GIAPPONE

MAO, LA VARIABILE IMPREVISTA DOPO LA BOMBA SUL GIAPPONE MAO, LA VARIABILE IMPREVISTA DOPO LA BOMBA SUL GIAPPONE potremmo definire scontato. Gli altri non lo furono affatto. La vittoria sui giapponesi non consentì, come speravano francesi e olandesi, di preservare i loro possedimenti in Indocina e in Indonesia. Il risveglio del nazionalismo anticoloniale lo impedì. Ma soprattutto le cose non andarono secondo quanto appariva «ragionevole» prevedere in Cina e in Giappone. Le potenze vincitrici si aspettavano una Cina unificata da Chiang Kai-shek. Sia pure da sponde e con interessi diversi americani e sovietici non capirono le ragioni profonde che prepararono il trionfo di Mao. Sicché quest'ultimo fa un risultato imprevisto e dalle enormi conseguenze per l'Asia e per il mondo intero. Lia le carte furono di diverso colore da quello immaginato anche in Giappone. Come ricorda l'autore pro¬ Gìorgio Borsa e i dieci anni che cambiarono l'Oriente del dopoguerra ne immense erano dominate o controllate non solo dagli inglesi ma anche dagli olandesi, dai francesi, dagli statunitensi. Un decennio dopo tutto appariva cambiato. Sennonché, come mette in luce il saggio di Giorgio Borsa, i cambiamenti non furono solo enormi, ma anche diversi da quelli voluti dalle grandi potenze vincitrici. L'indipendenza dell'India fu in un certo senso l'unico grande effetto che prio a conclusione del suo libro, nelle sue memorie il primo ministro Yoshida potè scrivere: «Obbiettivamente, non possiamo dire di avere impiegato troppo tempo a conseguire il nostro obiettivo principale: riconquistare l'indipendenza della nazione». A far uscire il Giappone rapidamente dallo stato di minorità furono due fattori principali convergenti: il successo del processo di democratizzazione interna avvenuto sotto la tutela di MacArthur; la vittoria comunista in Cina nel 1949 e subito dopo lo scoppio della guerra di Corea nel 1950. Quest'ultimo elemento costituì la spinta decisiva all'accelerazione del processo che determinò «la trasformazione del Giappone da nemico in alleato». Gli Stati Uniti avevano infatti assoluto bisogno di una grande base vicina per la lotta

Persone citate: Chiang Kai-shek, Giorgio Borsa, Mao, Yoshida