«Cerco Antonio: sono sua figlia»

«Sono nata nel '58, mio padre si chiamava così». I vitelloni: era il nostro nome d'arte «Sono nata nel '58, mio padre si chiamava così». I vitelloni: era il nostro nome d'arte «Cerco Antonio: sono suo figlia» Tedesca a Rimini per trovare chi sedusse la madre RIMINI DAL NOSTRO INVIATO Lui vendeva gelati sulla spiaggia di Riccione e diceva di chiamarsi Antonio. Lei si chiamava Hildc e so ne stava sdraiata sotto il sole dell'estate del 195B. Si amarono senza farsi troppe domande. Gudrun, che oggi ha 36 anni e vive a Abensborg, in Germania, una domanda, invece, ce l'ha: chi ò mio padre? Per trovare risposta ha messo un annuncio su un periodico riminese. Dice: «Antonio, che nel '58 vendevi i gelati sulla spiaggia di Riccione, mettiti in contatto con Gudrun Mailer, Eisenmcierstr 27, Abonsberg, Germania. Grazie». Nessuno ha risposto, Gudrun rimane nella sua casa con suo marito, i suoi figli, la sua curiosità e una storia da raccontare. La storia comincia nell'agosto del 1958. Hilde è in vacanza a Riccione insieme con sua sorella, li' l'estate dei mondiali di calcio vinti dal grande Brasile in cui nasce la stella di Pelò. Alla «Caravella di Cesenatico» si esibiscono due giovani comici: Raimondo Vianello e Ugo Tógnazzi. All'Embassy Club di Rimini, reduce dal successo di Lascia o raddoppia?, Gian Luigi Mariannini, esperto di moda maschile, presenta il Gran Gala Stella d'oro, con la partecipazione di Christiane Paray, «la vedette del cinema francese per la prima volta in Italia». Tinuccia Leoni, 23 anni, torinese, viene eletta Miss Cinema Rimini. Sulle pagine di cronaca locale furoreggia il bagnino di Cattolica, Giuseppe Santani, detto Pinon e poi ribattezzato «il Tarzan dell'Adriatico», protagonista di «innumerevoli salvataggi in mare». Ma il titolo di apertura del «Resto del Carlino» a Rimini nel giorno di Ferragosto ò «Tulio esaurito, dai grandi alberghi alle soffitte». Sarebbero almeno trecentomila i turisti presenti. Tra loro, Hilde, 22 anni, tedesca. Trascorre le sue giornate ad abbronzarsi e a parlare con la sorella. Davanti a lei, ogni giorno, passa un ragazzo gentile che vende gelati e canditi, una di quelle figure tipiche dell'estate di Riviera: tintarella perfetta, pantaloncini, canottiera, berretto da marinaio, cassone; frigorifero a tracolla e grido «Gelo! Gelo!» capace di stanare i bambini da ogni profondila sabbiosa nel raggio di chilometri. Con Hilde, invece, deve avere usato parole più dolci e un tono più sommesso, perché, al primo motta rei lo, lei gli concede un ap- puntamento. E, al primo appuntamento, un bacio. Poi sono corse in Vespa, stile «Vacanze romane» e visite a Gradara, terra di Paolo e Francesca. Quando Hilde torna in Germania si accorge che, a ricordo della vacanza, oltre a un'unica foto di Antonio, le è rimasta una creatura, nata nove mesi più tardi. «Quando seppe di essere incinta - racconta Gudrun - mia madre scrisse al mio padre italiano, ma la lettera tornò indietro con sopra la scritta "destinatario sconosciuto"». «Forse aveva sbagliato l'indirizzo», aggiunge ingenuamente. Hildc ha la sua bambina e la cresce, da sola, in una citta di provincia. Si sposa dopo anni. Racconta la verità a Gudrun fin da piccola, ma quando la ragazza, divenuta maggiorenne, decide di venire in Italia a cercare il padre, lei si oppone e glielo impedisce. Gudrun si piega, fino alla scorsa estate. Nell'agosto del '94 è a Riccione con il marito e i figli. Ha portato con sé la vecchia foto spiegazzata di suo padre Antonio. Batte la spiaggia facendola vedere a bagnini, gelatai, noleggiatori di pedalò, vecchi turisti affezionati a Riccione. Nessuno lo riconosce. Va ali; Gonfesercenti e in Comune. Confronta licenze commerciali e dati anagrafici. Alla fine viene rintracciato un Antonio che nel '58 vendeva gelati e si organizza un incontro. «Ma l'uomo - dice Gudrun - non somigliava a quello della foto e poi è rimasto così freddo che non poteva essere lui». Lei se ne va sconsolata. Il funzionario comunale che l'accompagna alla porta si chiama Eolo Vandi, ha 60 anni ed ò un ex «vitellone» riminese. I suoi ricordi cancellano le ultime speranze di Gudrun: «Cerca Antonio? Cosa vuole, ci siamo ribattezzati tutti Antonio o Carlo in quegli anni. Era normale darsi un nome d'arte, specie per chi era sposato. Altri tempi, si era meno responsabili di oggi, era tutto più facile. Le tedesche erano migliaia. Le portavamo al Savioli a ballare, poi a fare un giro in Lambretta. Tutte volevano vedere San Marino. E noi, per ri¬ sparmiare benzina, le portavamo nella vicina Gradara, dicendo loro che quella rocca era il monte Titano. Cosa vuole, gettavamo l'amo e loro abboccavano». Erano anni così e ragazzi così. Il loro idolo si chiamava Ivo Del Bianco, uno nato poverissimo, emigrato in Brasile, scampato alle favelas e poi tornato per reinventarsi la vita. Uno che c'era riuscito, era diventato il principe del Savioli, ballava con Parali Dibah e giocava a carte con i padroni d'Italia. Quella del '58 fu una delle sue ultime estati da «principe della notte». Un giorno annunciò: «Ragazzi, mi sposo». Lei era un'impiegata delle Poste. Tutti credettero a uno scherzo e aprirono le scommesse sulla du¬ rata del matrimonio. Oggi vanno per le nozze d'argento, hanno due figlie e un ristorante in cui Ivo Del Bianco serve ai tavoli. Si ò, un'altra volta, reinventato la vita. Forse anche; «Antonio» ha fatto lo stesso e oggi è un nonno tranquillo o forse ha continuato a fuggire dalla sua storia, inseguito da lettere che rispedisce al mittente e ora anche dall'esile voce di un annuncio a pagamento al quale non risponde, come quei bambini che si sono Dirsi e che la Publifono radiomare insegue invano: «Antonio di Riccione aveva i capelli neri e vendeva gelati, chi l'avesse visto ò pregato...... Gabriele Romagnoli A destra Alberto Sordi, uno dei simboli dei vitelloni o a i o . l a ò ; ò e e » a Tarzan dellAdriatico», protagonista di «innumerevoli salvataggi in mare». Ma il titolo di apertura del «Resto del Carlino» a Rimini nel giorno di Ferragosto ò «Tulio esaurito, dai grandi alberghi alle soffitte». Sarebbero almeno trecentomila i turisti presenti. Tra loro, Hilde, 22 anni, tedesca. Trascorre le sue giornate ad abbronzarsi e a parlare con la sorella. Davanti a lei, ogni giorno, passa un ragazzo gentile che vende gelati e canditi, una di quelle figure tipiche dell'estate A destra Alberto Sordi, uno dei simboli dei vitelloni raggio di chilomCon Hilde, inveceve avere usato papiù dolci e un più sommeperché, al prmotta rei lo, leconcede un L'annundella tede la spiadi RiminJjSoHdetefoprFa jRoDa^ " Kard enfisi, Kimj e I n l l i . L'annuncio della tedesca e la spiaggia di Rimini