Sulle onde di Radio Mosca il verbo del Gran Maestro di Anna Zafesova

Sulle onde di Radio Mosca il verbo del Gran Maestro Sulle onde di Radio Mosca il verbo del Gran Maestro LA RUSSIAN CONNECTION MMOSCA ISTERIOSI, mistici, potenti e molto ricchi. La Chiesa li chiama «missionari di Satana» venuti a conquistare la Santa Russia, i loro seguaci li descrivono come santi, la polizia li sospetta di compiere esperimenti sadici sui convcrtiti, la tv russa li difende perché pagano somme enormi per la pubblicità. 1 monaci della «Verità Aum» sono apparsi nella metropolitana di Mosca noi 1991, per distribuire depliant colorati e invitare i passeggeri alle loro seduto. Il grande boom della rinata Chiesa ortodossa era finito: troppo formale e tradizionale. La fine del comunismo aveva creato però un immenso vuoto di valori e di idee cui aggrapparsi e i russi si erano mossi a sperimentare religioni e pratiche esotiche, dallo yoga al tantrismo e dai Mun ai testimoni di Geova. Ma presto l'Aum ha spazzato via buona parte dei suoi concorrenti con una campagna promozionale martellante e moderna. Il guru della «Verità Aum» Shoko Asahara appariva ogni settimana nell'ora di punta sul popolare canale tv «Due per due». E la radio Majak, l'emittente di Stato che trasmette da Brest a Vladivostok, diffondo ancora quotidianamente il verbo del santone. In cambio Majak ha intascato nel 1994 ben 800 mila dollari. Da dove provenivano questi soldi? I capi della setta parlano di offerte dei erodenti (per aderire all'Almi bisogna sacrificare tutti i boni) e anche di una discreta attività di business: mediazioni ed edilizia. Ma a nessuno importa davvero sapere da dove arrivano i milioni della setta giapponese. Il santone era uno straniero, uno che proveniva da un «Paese civilizzato», come si dice qui, e dunque degno di ogni fiducia. Perfino il ministero della Giustizia russo ha registrato subito, senza alcun controllo, la filiale russa dell'Anni. Solo due anni dopo si ò scoperto che i documenti presentati dai giapponesi alle autorità russe erano stati falsificati. Nel frattempo Asahara aveva già convertito almeno 10 mila seguaci, di cui alcune centinaia si sono fatti monaci. Ma potrebbero essere anche più numerosi: l'anno scorso 18 mila moscoviti si sono disputati l'ingresso nella sala dove il guru suonava la musica astrale da lui stosso composta (con musi¬ cisti del Bolshoj e del conservatorio, attratti dallo stipendio di 300 dollari al mese e dalla promossa di un viaggio in Giappone). In pochi mesi a Mosca sono sorti sei monasteri dell'Aura. La sede principale è un tempio elettronico. Si cammina scalzi, si dorme por terra tutti insieme - donne e uomini, vecchi e bambini, russi c giapponesi - circondati da fiori, fumo di incenso e santini di Asahara. Ma per seguire le prediche e meditare ci sono sale con maxischermi e computer. Paro che i computer contengano anche i dossier di ogni membro della setta. Ma quello che accado nei monasteri è un mistero. Chi indossa la tonaca arancione dello «schiavo» (il primo gradino nell'iniziazione Aum) deve dimenticare il mondo, compresi genitori e figli. Una ragazza, strappata alla setta da sua madre, ha raccontato che, quando ha deciso di andarsene, i monaci le hanno messo in testa un casco con contatti elettrici. «Ho provato un immenso doloro - ha raccontato -, dopo non ricordavo nulla, dov'oro e come mi chiamavo». Gli psichiatri confermano: gli adepti della setta vengono trasformati in «zombi», con gravi amnesie e psicosi religiose. Così i genitori hanno intentato causa all'Aura, ottenendo il seque- stro dei beni della setta. E la polizia ha trovato nei monasteri i caschi elettrici o anche la droga. Ma i guru di Aum non sembrano turbati né dall'indagine della polizia, né dallo accuse di aver provocato l'inforno nella metropolitana di Tokyo. «Non c'entriamo con la setta giapponese», ha dichiarato ieri Furaikhiro Dzeu, capo della comunità di Mosca. E da dove viene l'elicottero militare russo trovato nella sedo di Aum a Tokyo? «Non mi occupo di queste cose». Secondo Dzeu, l'attentato di Tokyo sarebbe opera di una setta concorrente. «Le vere vittime siamo noi», dice, e rivela che due mesi fa un monastero moscovita dell'Aura è stato invaso da un gas tossico, senza specificare chi è l'autore di quell'attentato. Ma pare che l'ambigua setta giapponese non si senta in pericolo in questa Russia dove arrivano a riciclarsi - come i dollari sporchi - avventurieri di ogni sorta. Anna Zafesova

Persone citate: Asahara, Shoko Asahara