La Star Trek russa Torna cap Valerij

Un record: 439 giorni nello spazio. A terra con lui Elena Kondakova (6 mesi) Un record: 439 giorni nello spazio. A terra con lui Elena Kondakova (6 mesi) La Star Trek russa Torna cap. Valerli MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quando, un giorno non lontano, l'uomo metterà piede su Marte, ci si ricorderà di Valerij Poljakov. Questo medico oggi 52enne ha passato nello spazio, consecutivamente, battendo tutti i record precedenti, 439 giorni, 437 a bordo della stazione orbitante «Mir» e due in avvicinamento, a bordo della «Sojuz». Nessuno aveva fatto di più. E, se si tiene conto che aveva già accumulato 241 giorni in orbita dal 29 agosto 1988 al 29 aprile 1989, Valerij ha passato lassù, tra le stelle, quasi due anni interi della sua vita. E' tornato sulla Terra, ma dovrà aspettare ancora qualche settimana per toccare sua moglie, Nelia Fiodorovna, e abbracciare la figlia Elena, rispettivamente - per la cronaca neuroioga e oftalmologa. Una famigliola di medici. In questi giorni, insieme con Aleksandr Viktorenko e Elena Kondakova, i compagni di volo discesi con lui, se ne sta nella Città delle Stelle, al riparo da contatti che potrebbero essere pericolosi per lui. L'organismo e provato, il sistema immunitario indebolito, i muscoli svuotati - nonostante gli allenamenti in orbita - e le ossa più fragili. I giornalisti lo potranno vedere solo domani, ma seduto in poltrona, dietro una spessa lastra di vetro. E gli potranno parlare solo attraverso un microfono, come a un malato in quarantena. Sarebbero i terrestri a poterlo infettare, e non lui loro. Perché Valerij Poljakov è stato, ed è oggi, una cavia preziosa, sulla quale si sono accumulati centinaia di esperimenti di ogni genere, che intere équipe di scienziati studieranno per mesi o mesi. Il volo su Marte sarà lungo più o meno quanto ha provato lui. E per tornare vivi e sani i futuri cosmonauti che abbandoneranno lo spazio del sistema Terra-Luna e si avventureranno per la prima volta nel sistema solare, dovranno passare attraverso le stesse esperienze e superarle. Ma l'esperienza di Poljakov servirà anche a termini più ravvicinati, per preparare gli equipaggi di «operai» che dovranno costruire la stazione spaziale permanente. Non più, come adesso, sparuti gruppi di scienziati e tecnici, mandati in orbita per qualche settimana, ma intere squadre di montaggio, che resteranno lassù per mesi, con i loro problemi fisici, e con quelli umani, psicologici, umorali. Anche a questo, sebbene non lo dicano apertamente, hanno pensato i progettisti di questo volo e di questi record. Poljakov, tra l'altro, ha passato quasi sci mesi, in orbita, insieme a Elena Kondakova. Record anche per lei, prima donna dello spazio a resistere così a lungo. Per giunta insieme con due uomini. Si è spettegolato su un presunto romanzo volante tra lei e Poljakov, entrambi felicemente coniugati con prole a terra. E forse non c'è niente di vero. Ma anche lo studio dei loro rapporti è certamente servito a capire che cosa succederà a equipaggi misti impegnati in voli di lunghissima durata in condizioni estreme d'isolamento, in spazi per forza di cose ristrettissimi, dove si dovrà restare a contatto di gomito e non solo di gomito, dove ci si dovrà rispettare e, spesso, sopportare. Perché, com'è ovvio, non si potrà andare a prendere una boccata d'aria all'esterno, in caso di dissapori, per scaricarsi i nervi. Poljakov è un prototipo straordinario. Potrebbe entrare nel Guinness dei primati anche per la sua pazienza. Prima di salire sulla stazione «Mir» nei quattro mesi conclusivi dell'equipaggio composto da Titov e Manarov, appunto nel 1989, aveva fatto anticamera per ben due volte, nel 1980 e nel 1984, come componente degli equipaggi «gemelli» della «Sojuz T3» e della «Sojuz T-10». I russi preparano da sempre, per ogni volo, due equipaggi al completo: uno vola, l'altro rimane di riserva in caso qualcuno abbia dei problemi all'ultimo momento. Poljakov ha saputo aspettare. Ma si può immaginare la delusione. Significa prepararsi per mesi e mesi, allenarsi, sopportare tutte le prove, vivere in clausura e dividere perfino le proprie emozioni con i colleghi predestinati. E, alla fine, qualcuno decido che tu resti a terra e gli altri salgono sulla punta del razzo e entrano nella storia, anche se ormai l'elenco degli eletti è diventato tanto lungo da sembrare le Pagine gialle. Il paziente Poljakov ha saputo comunque aspettare il suo momento di gloria e, ammazzando il tempo, ha fatto carriera sulla terraferma, diventando vicedirettore dell'Istituto Medico-biologico e viceresponsabile medico del Centro di Direzione Spaziale. Questo è, probabilmente, il suo ultimo volo. Alla sua età un altro strapazzo del genere non sarà consigliabile. Starà a terra a dare consigli e a auscultare i battiti del cuore di quelli che vedranno per la prima volta i canali di Marte. Giuliette Chiesa Fiori per Elena Kondakova subito dopo l'atterraggio in Kazakhstan

Luoghi citati: Città Delle Stelle