« Dini? Lo vorrei con me» di P. Cor.

Prodi: Carroccio e ppi al suicidio « Dini? Lo vorrei con me» Prodi: Carroccio e ppi al suicidio L'INCONTRO CON LA STAMPA ESTERA SROMA ALA della stampa estera: un anno fa qui echeggiava il celebre «Vergogna!» di Silvio Berlusconi. Blob: tendini tesi e ressa, accavallarsi di voci, spinto. Colpo d'occhio alle ore 11,30 di ieri mattina: la sala ò un mare tranquillo di testoline chinale sulle biro. Parla Prodi. E solo un brivido corre quando a domanda risponde: «Lamberto Dini? Sta facendo un gran lavoro. Lo stimo, corto che lo vorrei nella mia squadra...». Lei professore pensa di proporgliolo? «Non so so lui accenterebbe, ma io glielo chiederci, si». Trenta domande, trenta risposte. Due ore (persino troppo) rilassate. Che Prodi apre così: «Mi sono candidato perché secondo me il Paese andava verso una terribile involuzione, la politica stava diventando cattiva. Il governo della destra minacciava di produrre una spaccatura sociale, cioè conflitti non controllabili». La prima domanda non è del tutto pertinente con l'esordio: «Lei è d'accordo con la Poli Bortone che propone il salario alle casalinghe?». Prodi sgrana gli occhi: «Prego? Cara signora, temo non ci siano i soldi...». La seconda («Cosa potrebbe fan? l'Italia per fermare il massacro dei curdi») cade nel vuoto: «Non le so rispondere, non ho ancora una piattaforma...». Alla terza si ingrana, trattandosi del famoso pullman: «Ho appena cominciato, comùnque ho visto tante Italie, tanti problemi. Ho trovato una grande voglia di politica parlata, non televisiva". Il succo arriva più tardi. L'alleanza. «Non ho nessuna intenzione di ingannare gli elettori con un'alleanza fasulla come fece Berlusconi che al Nord si prese la Lega, al Sud la destra, mettendo insieme due partner destinati a scontrarsi e a dividersi. No. lo privilegio il programma. Sulla base del programma voglio riaggregare il centro, quello laico e quello cattolico. Fatto il centro, perseguirò l'apparentamento con la sinistra». Le amministrative. «Io non ci sarò, ma vorrei che il centrosinistra si presentasse compatto alle elezioni di aprile, Quello che vedo, pero, non è rassicurante. La Lega che vuole andare per conto proprio. Il ppi che non si decide. Se andranno tutti in ordine sparso contro il pilo Berlusconi-Fini, sarà un suicidio politico». Berlusconi. «Ha dimostrato di non essere proprio adatto alla politica. Il suo errore è stato credere che si potesse governare un Paese come un'azienda. Non ha capito che l'azienda ha una struttura di per sé non democratica, uno decide e i manager eseguono, mentre il governo di una democrazia è infinitamente più complesso, più articolato, ha bisogno soprattutto di dialogo e di mediazioni». Le pensioni. «Sono la vera anomalia italiana. Dini ha di fronte lo scoglio più arduo, ma se noi vogliamo progettare una politica di risanamento, se vogliamo impostare una piattaforma di lungo respiro, dobbiamo risolvere la questiono delle pensioni». Il pds. «E' una forza popolare; con una dignità fortissima. Ha accelerato, e di molto, la sua trasformazione. Nei programmi è leggermente più a destra dalla Spd tedesca. Spero che l'ultima tappa della sua evoluzione verso il centro sarà quella di svecchiare l'apparato, la sua burocrazia interna». La lira. «Avevo detto che il cambio della lira sarebbe migliorato appena approvata la manovra correttiva: ho sbagliato di un giorno e ora i dati mi stanno dando ragione. Con la prossima finanziaria, posto che ci sarà stabilità politica, credo si potrà impostare il vero risanamento dell'economia italiana e in tre anni rientrare nello Sme». L'immagine. «No, nessuno mi cura l'immagine. E perché poi? Non uso cerone, né altro. Penso che ognuno, passati i trent'anni, sia responsabile della propria faccia». Interloquisce Marcelle Padovani, presidente della stampa estera, e squisita moderatrice: «Professore, ma non era a 40 anni?». Prodi: «Si vabbò, ma oggi tutto si accelera, c'è la televisione». A proposito di tv. Per la prima volta a seguire un evento prodiano, pure le telecamere della Fininvest. Laggiù il Tg5, a sinistra il Tg4 e in fondo (persino) Studio Aperto. Potenza della par condicio, [p. cor.]

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