LA CITTA' E LA SQUADRA di Gianni Romeo

LA CITTA' E LA SQUADRA LA CITTA' E LA SQUADRA MARTEDÌ' 4 aprile la Juventus giocherà la semifinale casalinga di Coppa Uefa contro il Borussia Dortmund a Milano, nello stadio di San Siro. La società bianconera compie cent'anni nel 1997, praticamente dopodomani. In tutto questo tempo è stata, è tuttora, uno dei simboli più forti di Torino e del Piemonte, il suo nome è conosciuto in ogni angolo del mondo, geograficamente e sentimentalmente legato alla Mole. Il fatto che fra meno di due settimane i giocatori bianconeri sbuchino in campo dal sottopassaggio di San Siro, nello stadio dei loro storici rivali, come padroni di casa, è clamoroso, stupefacente. Ben diverso sarebbe stato lasciare Torino per Bologna, come sembrava. La scelta poteva essere contrabbandata come una festa in una città scippata da tempo del grande calcio e da sempre in sintonia con il colore bianconero. A Milano è molto diverso. C'è un'inversione di simboli fortissima, sconcertante che può avere - alla fine - un solo significato: la provocazione, una grande provocazione per risolvere finalmente i problemi legati alla gestione dello stadio. La storia del nuovo impianto di Torino era nata male non soltanto per la scelta del nomedi battesimo, Delle Alpi, un genitivo. Ed è continuata peg¬ gio. Un progetto immolato alla causa dei Mondiali 1990, molto più grandioso e dunque costoso di quanto le stime di affluenza di pubblico e il buon senso suggerivano. La discutibile scelta dell'area. Uno stadio studiato come polivalente, con una pista di atletica leggera usata praticamente una sola volta in cinque anni, che non consente ai tifosi una visuale decente. Uno stadio in cui il Comune ha concesso alla società costruttrice prima e poi a chi ha ereditato e appaltato un contratto capestro, dove le due società di calcio torinesi, produttrici dello spettacolo, sono considerate soltanto polli da spennare. Ha detto ieri Bettega che il «Delle Alpi» ogni anno gli mangia un giocatore, in altre parole non consente investimenti oltre certi limiti per i suoi alti costi. E così un'azienda come la Juventus anziché trarre vantaggio dal momento favorevole (prima in campionato, nelle semifinali di Coppa Italia e Coppa Uefa) è penalizzata duramente malgrado stia facendo il massimo. C'è qualcosa che non va anche nei rapporti con i sostenitori, sempre più rarefatti nelle partite di Coppa, molto umorali nel sostenere la squadra pur in un momento così felice. Bettega ha spiegato che la scelta di Gianni Romeo CONTINUA A PAG. 6 SECONDA COLONNA

Persone citate: Bettega

Luoghi citati: Bologna, Dortmund, Italia, Milano, Piemonte, Torino