Valentino: c'è troppa tensione

Pugni, schiaffi e risse? Colpa di un sensazionalismo portato all'eccesso» Pugni, schiaffi e risse? Colpa di un sensazionalismo portato all'eccesso» « La moda sale sul ring Valentino: c'è troppa tensione LE SFILATE NELLA BUFERA PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Il mondo della moda va in tilt. E' schizzato, nevrotico, addirittura violento. Altro che atmosfere dorate, questo è un ring all'ultimo sangue, con tanto di pugni, schiaffi e risse. Che cosa sta capitando? «Il settore è sovraeccitato, c'è grande tensione, una specie di delirio. Sembra di essere sul Titanic che non sta naufragando, ma in cui ogni cosa improvvisamente cambia, è in atto una rivoluzione del sistema», spiega Valentino. Siamo come nel film di Altman? «La pellicola ha accelerato l'interesse nei nostri confronti e dell'enturage che ci circonda. Non posso uscire dall'albergo che mi trovo circondato da fotoreporter e gente che mi chiede autografi. Ho realizzato una sfilata volutamente calma per comunicare questo senso di cambiamento. L'unico vestito che faceva parte del passato (quello che velava le natiche di Naomi, ndr) è finito però sulla copertina del Daily Mail. Molti giornali smaniano per il sensazionalismo, si accapigliano per lo scoop. Tutti vogliono venire nel backstage, sono vittime del panico perché avvertono che il settore è in preda a ribaltoni radicali. Hanno paura di perdere le loro conquiste. Le top temono di avere meno potere, quindi si agitano. Giornalisti e fotografi credono di essere più importanti dei sarti. Certi redattori americani influenzano così tanto gli stilisti che alla fine la collezione la fanno loro. E a furia di correre da una manifestazione all'altra non si capisce più quali siano le capitali della moda». E' questa la lucida analisi di Valentino sulle cause dell'improvviso imbarbarimento di un ambiente in preda alla confusione, senza più punti di riferimento, ma alla ricerca di una nuova identità. Gli effetti? In questi giorni nei sotterranei della Cour Carré Louvre una bolgia impazzita - di 1900 giornalisti, 400 fotografi, 200 televisioni - si contendeva con le unghie e con i denti cinque linee internazionali, quattro cabine telefoniche e venti sedie: agli addetti ai lavori si aggiunga una fauna indefinita di curiosi e ospiti assortiti. Tutti lì assiepati, intenti a rubare lo scoop, attirati dagli show semi-porno della pedana, imbufaliti dai ritardi, svillaneggiati dal servizio d'ordine, tiranneggiati da 100 défilé compressi in un calendario di nove giorni. «Abbiamo troppe richieste, non possiamo impedire ai sarti di venire a sfilare a Parigi. Non è colpa nostra se i gorilla trattano male la gente, sono assoldati dagli stilisti. A ottobre allungheremo di un giorno la manifestazione», spiegava ieri Jacques Mouclier, presidente della Camera della Moda. Anche Mouclier è stato coinvolto in un corpo a corpo che gli ha impedito di entrare al défilé di Galliano. Tensioni ad alto voltaggio. Tutti contro tutti: fotografi in lotta con i cameramen, giornalisti feriti dai cineoperatori (che usano le telecamere come armi), pierre in lite con i sarti. Questi ultimi a loro volta disgustati dal fatto che non si parla più di vestiti, ma soltanto di scandali e pettegolezzi (per altro spesso e volentieri architettati da loro per farsi pubblicità). I pestaggi non si contano. A salvare Eva Desiderio (l'inviata della «Nazione») dalle ire di un telereporter è dovuto intervenire Karl Lagerfeld. Brunella Tocci del Tg2 è stata scaraventata a terra e ferita al viso. Suzy Menkes dell'Herald Tribune è scoppiata in lacrime dopo aver preso a borsettate la povera Tocci che le chiedeva una dichiarazione. Le direttrici di parecchie testate straniere sono svenute. E nella frenesia di trovare notizie-choc capita anche che le battute ironiche vengano spacciate come scoop e riportate il giorno dopo sui giornali. Improvvisamente allergiche alle prolungate attese, dopo 46 minuti di ritardo le croniste francesi se ne vanno dalle sale gettando nel panico gli stilisti. Pronta la risposta: «Volevo incominciare il défilé in orario, ma vedo che le signore della "press" non sono ancora arrivate», ha annunciato, ieri al megafono, in tono polemico Pierre Bergé, socio di Saint Laurent. Il fair play dell'ambiente modaiolo è morto e sepolto. Per la prima volta hanno protestato in massa i fotografi disertando la sfilata di Montana perché un gorilla aveva brutalmente spintonato il collega della Cnn. Rudy Faccin, accreditato per Harper's Bazaar, si sfoga: «E' una vergogna. Lavoriamo dalle otto del mattino a mezzanotte in condizioni disastrose. Non ho avuto nemmeno il tempo di comprarmi uno spazzolino da denti, qui sono tutti matti. Arrivi nelle sale e trovi al tuo posto un copiatore che si è installato con la macchina fotografica e non capisci come ha fatto ad entrare. Poi devi scapicollarti dal Louvre ai quartieri come Pigalle, dove c'è un tasso di criminalità folle (molti stilisti sfilano in posti dimenticati dal mondo). Lì i panzer dell'ordine ti trattano come un delinquente. Bisogna trovare una soluzione». Speriamo che la prossima settimana ai défilé New York non ci scappi il morto. Antonella Amapane i défilé il morto. Amapane mo portato all'eccesso» g e a sinistra alentino e una cena del film Prét-à-porter» rchio. tti speciali virato le loro collevendibili. eme con le tute men tralasciando qualonvertito ai completi verini da tutti i giorda sempre privilegia ra quanto sia più mia da abitini uniti epoux Gigli ma non fai • andy con le giacchetllemente infiocchetrine stufe dei super sera unici. infatti le sue tredici défilé. [a. ama.] CTrl'RODAIl Dalasagea lapebitomricodeoflamco76culogasogitocidehamle Da sinistra Valentino e una scena del film «Prét-à-porter»

Persone citate: Altman, Amapane, Antonella Amapane, Brunella Tocci, Eva Desiderio, Jacques Mouclier, Karl Lagerfeld, Pugni, Rudy Faccin, Suzy Menkes

Luoghi citati: Montana, New York, Parigi